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Trento, 15 novembre 2021
INSODDISFACENTE CONCLUSIONE DELLA COP26 DI GLASGOW
COMUNICATO STAMPA
di Lucia Coppola
Portavoce di Europa Verde del Trentino

A Glasgow, durante la COP26, coloro che non vogliono abbandonare il carbone sono riusciti a diluire e procrastinare oltre i limiti scelte che sono ineludibili se non si vuole essere travolti dai cambiamenti climatici. Quando l’accordo è stato messo al voto alla plenaria si è assistito al colpo di mano dell’India che ha chiesto e ottenuto, a tempo ormai scaduto, di cambiare il testo da “abbandono” a “riduzione”.

L’altro aspetto negativo emerso dalla Cop26 è la parte che viene chiamata “Loss & Damage”. Mentre nel mondo si spendono 2.000 miliardi di dollari all’anno in armamenti, i 100 miliardi di dollari promessi negli anni passati durante le varie COP sul clima, non sono mai arrivati ai Paesi poveri. Basti pensare che solo nel Madagascar e nel Sudan 2,2 milioni di persone sono colpite dalla carestia di cui quasi la metà sono bambini mentre nel mondo 145 milioni bambini soffrono di malnutrizione cronica.

La promessa data a Glasgow, da alcuni paesi, di fermare la deforestazione entro il 2030 è il simbolo dell’ipocrisia di questa COP26. Il Brasile che, con Bolsonaro, ha sottoscritto questo impegno ha, difatti, approvato poche settimane fa la legge ‘Marco Temporal’ che prevede la cacciata degli indios dalla foresta amazzonica per avviare lo sfruttamento totale del bioma amazzonico che già oggi procede al ritmo di 12.000 Km/q anno. Contemporaneamente, l’Europa preme per ratificare l’accordo Eu-Mercosur che consentirà la vendita e commercializzazione di prodotti agricoli, carne, legno e minerali provenienti proprio dallo sfruttamento e devastazione delle foreste tropicali del Sud America.

Il Ministro Cingolani ha deciso di non firmare il documento di Germania, Austria, Portogallo, Danimarca e altri paesi europei contro l’inserimento del nucleare nella tassonomia Verde UE. L’Italia in questo modo sta facendo un grande favore alla Francia, che vuole finanziare il suo nucleare civile e militare con i soldi della transizione ecologica! L’Italia invece ha firmato il documento su BOGA, alleanza per uscita da idrocarburi, entrando però nella categoria ‘Friends’ piuttosto che come membro effettivo, in questo modo non prendendo alcun impegno sullo stop a nuove trivellazioni e sull’uscita dalle fonti fossili.

Sempre il ministro non ha firmato il documento per lo stop all’immatricolazione alle auto a motore termico entro 2035, dimenticando che in Italia 56 mila persone all’anno muoiono di smog. Il ministro in questo modo tutela, per i prossimi decenni, una mobilità con macchine che bruciano idrocarburi, compromettendo così anche la salute delle persone. Tutto ciò mentre in Germania le principali case automobilistiche stanno da tempo lavorando per la sostituzione del parco macchine a gasolio con vetture elettriche; ed a riprova che si fa sul serio basti citare i consistenti investimenti già fatti per costruire batterie necessarie per le auto elettriche.

Dall’ultimo rapporto dell’Alleanza europea per la salute pubblica (Epha) emerge chiaramente come l’inquinamento atmosferico costi all’Italia 20,8 miliardi e all’Europa 166,4 miliardi ogni anno.

Non si è ritenuto urgente affrontare problemi come il riscaldamento globale, le alluvioni, la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacciai, le ondate di calore e la diminuzione della produzione delle derrate alimentari, scaricando le conseguenze di un disastro sulle generazioni future.

In conclusione emerge l’impressione che molte delle persone che ancora non vogliono accelerare i processi di riconversione industriale abbandonando l’uso dell’energia fossile non siano del tutto consapevoli che i disastri prodotti dai cambiamenti climatici in molte parti del mondo ma anche in Europa e Italia (vedi quello che è successo recentemente in Germania e in Sicilia) dimostrano che purtroppo chi crede di poter temporeggiare ancora finirà per essere spazzato via.

 

      Lucia Coppola

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