Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Premesso che: – il progetto della ciclovia lungo le sponde del lago, nella parte nord, oltre ad essere costosissimo, si situa in un contesto estremamente delicato e instabile, in un paesaggio di rara preziosità che deve essere preservato e conservato; – nei requisiti di pianificazione e standard tecnici di progettazione per la realizzazione del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche (SNCT) rientrano i requisiti di pianificazione, ricomprendendo in questa classe gli elementi territoriali, naturali e/o antropici che costituiscono il quadro di riferimento propedeutico alla progettazione e gli standard tecnici di progettazione; – i requisiti di pianificazione e gli standard tecnici sono stati suddivisi in ulteriori sottorequisiti e per ognuno di questi è stato definito un livello “minimo”, “buono” e “ottimo”, utili ai fini di una corretta classificazione della ciclovia, sia in termini di aspettativa turistica che di sicurezza; – gli standard tecnici di progettazione attribuiscono una classificazione ottima per quanto riguarda il livello di sicurezza: risultato che falsa le prospettive e induce a sottovalutare i pericoli legati alle falesie attraversate dalla ciclovia sulle due sponde nella parte a nord del lago; – teoricamente, per ottenere lo standard “ottimo” su questo aspetto della sicurezza la norma recita: “completa assenza di punti pericolosi, ovvero, qualora presenti, dotati di adeguata protezione e segnalazione”; – desta qualche perplessità il fatto di essere arrivati ad ottenere un così elevato standard di sicurezza su un tracciato dove l’ANAS prima, le Regioni e le Province dopo, hanno dovuto dismettere numerosi tratti stradali che ora verranno utilizzati per la ciclovia; – in relazione agli standard tecnici di progettazione di cui all’allegato 4 DM 517 “requisiti SNCT” il punto B.2 relativo alla sicurezza recita: “Il requisito della sicurezza della ciclovia è elemento essenziale e imprescindibile. In fase di progettazione vanno evidenziati i tratti potenzialmente pericolosi per i quali dovrà essere predisposta una analisi del rischio. Tali criticità vanno risolte con alternative di tracciato o una adeguata offerta intermodale (per esempio trasporto via lago su battelli dedicati). Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere: 1. se non si ritenga che la qualifica “ottima” sia inadeguata alla situazione geologica relativa alle sponde del lago nella zona nord; 2. se ritenga opportuno e sicuro, per coloro che dovranno percorrerla, costruire una ciclovia in un contesto geologico altamente instabile dai cui versanti cadono periodicamente sassi e massi; 3. se ritenga sostenibile economicamente costruire una ciclovia che comporterà costi elevatissimi connessi agli interventi, mai risolutivi, per tenerla in sicurezza, questo perché molti tratti risulteranno più esposti alla caduta massi, rispetto anche ai tratti della vecchia statale dismessa, in quanto costruiti sulla falesia e direttamente sotto i dirupi; 4. se è stata fatta una valutazione su quanto ammonteranno i costi della manutenzione ordinaria e straordinaria negli anni, tenendo conto che non si riuscirà comunque ad escludere il pericolo; 5. se non ritenga che le opere di messa in sicurezza dei versanti comporteranno un ulteriore danno paesaggistico; 6. se non ritenga necessario valutare alternative per alcuni tratti della ciclovia, esposti ai rischi e ai costi sopra indicati, per ottenere un opera davvero sostenibile, come, ad esempio, il trasporto via lago dedicato ai cicloturisti, garantendo la possibilità di imbarcarsi su battelli a loro dedicati, magari elettrici; 7. se non ritenga assurdo che in nome della sostenibilità (in questo caso della ciclabilità) si perpetri uno sfregio ambientale che intaccherebbe la bellezza unica del territorio, che è patrimonio di tutti e non solo dei ciclisti, oltretutto in un contesto geologico instabile e quindi pericoloso; 8. se non ritenga che un progetto di così grande impatto debba essere condiviso con tutti coloro che abitano nei territori interessati, trovando un punto di incontro, ma mantenendo comunque sempre imprescindibile la salvaguardia dell’ambiente lacustre.
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