Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Premesso che : si preannunciano tempi durissimi per il nostro territorio trentino a causa dell’assenza prolungata di precipitazioni. Purtroppo continua a non piovere e anche se, come si spera, dovesse accadere ciò non consentirà di risanare la situazione dei nostri corsi d’acqua: fiumi, laghi e torrenti. In quota le riserve di neve sono ridotte del 50% rispetto alla media delle stagioni passate. Questa terribile situazione sta ingenerando anche conflitti con le vicine regioni con la richiesta di acqua da cedere e la palese difficoltà per il Trentino a rispondere a queste sollecitazioni, posto che non si possono mettere in crisi a livello locale gli attuali precari equilibri fra i differenti fruitori: di acqua potabile, per uso irriguo, per lo sfruttamento idroelettrico, per l’uso turistico, per la neve artificiale. Purtroppo anche le sorgenti e le falde acquifere iniziano a risentire pesantemente di questi ultimi due autunni e inverni privi di precipitazioni. E più in alto si va più peggiora la situazione perché le sorgenti sono più superficiali, mentre più in basso le stesse sono più profonde, possono immagazzinare acqua e risentono meno dei cambiamenti climatici. Emblematico, rispetto alle criticità del momento, il caso della diga di Santa Giustina il cui attuale riempimento è pari solo al 32%, mentre il lago di Garda registra un volume di 120 milioni di metri cubi, rispetto ai 458 milioni del volume massimo regolabile fino al livello delle chiuse. Infatti il livello del lago è 46 cm sopra lo zero idrometrico misurato a Peschiera, contro i + 99 cm della media di questo periodo dell’anno. Anche Caldonazzo sta risentendo della situazione con + 21 cm sullo zero idrometrico rispetto ai + 50 di media del periodo. Purtroppo dobbiamo rimarcare come siano state spese negli anni cifre molto consistenti a livello provinciale in opere non strettamente necessarie in questo momento di evidenti cambiamenti climatici, come strade e circonvallazioni, mentre colpevolmente non ci si è occupati di sostenere i Comuni sul tema dell’efficientamento della rete idrica. La triste realtà è che le perdite della rete acquedottistica trentina vanno dal 31 al 40%. E mentre avviene un rimpallo di responsabilità tra Comuni e Provincia, non è stato fatto ciò che anche il Consorzio trentino di bonifica suggeriva, come l’ efficientamento degli acquedotti per i quali servirebbe spendere circa 460 milioni di euro su 467 acquedotti di cui 24 intercomunali e 443 comunali. In totale si renderebbero necessari 3.056 interventi in 119 dei 166 Comuni. Indubbiamente si tratta di costi importanti ma quanto mai necessari per interconnettere gli acquedotti, estendere la rete di distribuzione, sostituire i tratti vetusti con nuovi serbatoi, e intervenire sui sistemi di potabilizzazione e sul telecontrollo. Come sempre si tratta di priorità che purtroppo non hanno trovato spazio adeguato nei successivi bilanci di questo governo provinciale che si richiama spesso alla sostenibilità. Per quanto attiene il tema legato all’innevamento artificiale delle piste da sci, dove anche sopra i 2000 metri la neve resiste nei mesi invernali ma tende a scomparire velocemente, mentre nei comprensori sciistici a bassa quota la neve è garantita solo grazie alla neve artificiale, sarebbe auspicabile che si ripensasse un turismo invernale, in particolare quello a bassa quota, sempre più sostenibile e adeguato ai cambiamenti climatici in atto anche nella nostra provincia; interrogo il Presidente della Provincia per sapere: 1) se a fronte delle previsioni sul manto nevoso che potrebbe subire ulteriori riduzioni a causa della perdurante siccità e dei cambiamenti climatici non si ritenga, soprattutto per i comprensori sciistici a bassa quota, di evitare il ricorso alla neve artificiale; 2) se non si ritenga inevitabile finanziare nel prossimo assestamento di bilancio provinciale i Comuni in modo tale che possano efficientare la rete idrica di loro competenza e scongiurare le perdite cospicue di acqua dagli acquedotti. Fatto questo non più tollerabile; 3) se non si ritenga che non siano sufficienti gli appelli ai singoli cittadini e ai Comuni sul risparmio delle risorse idriche, pur importanti, e si debba approntare a livello provinciale un piano a breve e lungo termine in grado di raggiungere l’obiettivo dell’accumulo e del risparmio di acqua, sostenendo con assunzioni le professionalità in grado di collaborare con la Provincia e i Comuni nella programmazione di un sistema idrico tale da scongiurare per il futuro la carenza di acqua.
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LUCIA COPPOLA |
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