Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Torna l'allarme influenza aviaria in Europa e in Asia a causa di alcuni focolai che sono stati registrati nelle ultime settimane. Un fenomeno che non risparmia l'Italia e anche i nostri territori limitrofi: il veronese, il padovano, il bresciano, il ferrarese. Nella vicina provincia di Verona sono circa 248mila i capi abbattuti .La malattia colpisce tutte le specie di uccelli, in particolare polli e tacchini. Nei volatili da reddito l’infezione si manifesta spesso con sintomi evidenti. Gli uccelli acquatici, come le anatre e le oche, contraggono raramente la malattia e in forma più lieve, ma possono diffondere l’agente patogeno. La presenza nei polli del virus H5n1, secondo l'Istituto superiore di sanità, provoca due rischi per l'uomo. «Il primo è il rischio di infezione diretta, se il virus passa dal pollo all’uomo. In qualche rara occasione, infatti, i virus dell’influenza aviaria sono riusciti a infettare uomini che però erano stati esposti ad elevate quantità di virus». Il secondo «è che il virus, in condizioni adeguate, possa mutare in un virus nuovo che abbia la capacità di trasmettersi con facilità da persona a persona. Per diventare veramente pericolosi per la popolazione umana questi virus devono acquisire la capacità di trasmettersi facilmente da uomo a uomo, ossia effettuare il cosiddetto “salto di specie” che finora non si è verificato». Il virus, del resto, non si trasmette così facilmente dai volatili agli esseri umani. La trasmissione dai polli all’uomo «richiede un contatto molto stretto, le principali modalità di infezione sono il contatto diretto con pollame infetto o con superfici e oggetti contaminati dalle feci del pollame». Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia per sapere: 1. se si sono verificati negli ultimi due anni casi di influenza aviaria in Trentino; 2. in caso di risposta affermativa dove e quali tipi di volatili sono stati colpiti; 3. se si effettuano controlli regolari negli allevamenti avicoli al fine di verificare la salubrità del luogo dove vengono allevati, se vengono rispettati i protocolli per evitare il rischio di contagi indiretti, prestando quindi attenzione alla disinfezione dei camion, all’ingresso e all’uscita delle aziende, all’utilizzo di calzari e abbigliamento dedicato, evitando il contatto diretto tra uccelli selvatici e pollame e limitando le visite esterne in allevamento.
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LUCIA COPPOLA |
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