Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Trento, 21 settembre 2020 Incongruenze dubbi e contraddizioni stanno emergendo nel trattamento durante la fase emergenziale dei pazienti affetti da infezione da Covid-19 soprattutto nelle fasi più acute. La constatazione più grave che meriterebbe una indagine è la mancanza di una struttura complessa di Malattie Infettive, di un Direttore infettivologo e di una organizzazione territoriale adeguata all'evento. Di conseguenza i medici dirigenti aziendali ospedalieri e di medicina generale a cui furono affidate diverse competenze nella cura delle varie fasi terapeutiche dell’ infezione da Covid-19 erano, con le doverose eccezioni, privi di adeguate conoscenze di tale infezione. Ma oltre alle evidenti carenze delle fasi organizzative stanno emergendo preoccupanti episodi nella fase terapeutica, inammissibili per una azienda sanitaria che riassume competenze ospedaliere e territoriali. Il farmaco TOCILIZUMAB (T) è stato sperimentato in Cina e in Italia contro gli effetti del SARS -Cov-2 nel corso della pandemia di Covid-19 del 2019-2020. In Italia, nell'ambito di una collaborazione tra Azienda Ospedaliera dei Colli (Ospedale Monaldi), Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Fondazione Pascale e Università di Scienze e Tecnologia della Cina, sono stati trattati con T due pazienti affetti da polmonite severa da Covid -19 con miglioramenti definiti incoraggianti dai medici curanti. Il 17 giugno l'AIFA ha interrotto la sperimentazione precedente per valutare l'efficacia del T somministrato in fase precoce. Il problema era la dotazione del farmaco nei vari ospedali della Struttura ospedaliera provinciale. Mentre alcuni ospedali ne erano dotati altri ne erano privi con conseguenze potenzialmente drammatiche per i pazienti che non hanno potuto usufruire del farmaco. Nei giorni 25 e 26 marzo l'ospedale di Arco ne era privo, nonostante i solleciti del responsabile del trattamento della infezione da Covid-19, primario della Struttura Complessa di Pneumologia di Arco, mentre altri ospedali ne erano dotati. Ciò premesso si interroga il presidente della Provincia di Trento e l’assessora competente per sapere: 1) chi era il responsabile aziendale che stabiliva la tipologia di trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 e se il trattamento é stato uguale per tutti nelle varie fasi della malattia (si chiede di conoscere il trattamento nelle varie fasi); 2) quale dirigente aziendale o medico ospedaliero ha seguito l'iter sperimentale del Tocilizumab nelle varie fasi autorizzate dall'AIFA o nelle sperimentazioni autonome aziendali; 3) se corrisponde al vero che l'ospedale di Arco il giorno 25 marzo era privo di T e per quanti giorni ne é stato privo; 4) a chi il responsabile del reparto ha rivolto le sue lagnanze per la mancanza di T presso l'ospedale di Arco; 5) se il direttore della Servizio ospedaliero provinciale e/o il direttore della Prevenzione erano a conoscenza della mancanza di T e della sua dotazione presso gli altri ospedali; 6) in quali ospedali, a quanti pazienti e in quale fase della malattia è stato somministrato T e con quali risultati sulla cura.
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LUCIA COPPOLA |
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