Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Sono giunte alla scrivente numerose segnalazioni da parte di cittadini e cittadine in merito ad una prassi che pare ormai diffusa presso l’ospedale Santa Chiara di Trento: uomini e donne ricoverati insieme nella stessa stanza, separati solamente da tende laterali. Una pratica che lede la privacy dei ricoverati e va a modificare le abitudini dei pazienti che si trovano in una delicata situazione di sofferenza e debolezza. Si può comprendere come una situazione di questo genere possa creare disagio ai degenti in particolar modo quando sono allettati e devono per esempio assolvere ai propri bisogni fisiologici. Le strutture sanitarie devono garantire il pieno rispetto della dignità del paziente. La pratica delle camere miste all’ospedale Santa Chiara non è recente. Già nel 2015 l’allora assessore alla sanità, rispondendo ad una interrogazione, dichiarò che “all’interno dei reparti dell’Ospedale S.Chiara di Trento è prassi consolidata cercare di rispettare la separazione dei degenti maschi dalle degenti femmine.. dall’analisi effettuata si evince che, in qualche occasione, è possibile in alcune unità operative del S. Chiara avere la presenza contemporanea di maschi e femmine. Tale evenienza è sostanzialmente legata a situazioni contingenti quali, ad esempio, la necessità di dover effettuare ricoveri in urgenza, che condizionano molto la programmazione e possono mettere in crisi la logistica dell’ospedale”. È assodato che il sovraffollamento dei reparti ospedalieri è una emergenza, che i tempi di ricovero sono ormai limitati allo stretto indispensabile, che in assenza di posti letto nel nosocomio trentino si vada alla ricerca disperata di un letto in qualche ospedale di periferia. In attesa che in un futuro speriamo prossimo veda la luce il nuovo Not, che si spera sarà progettato tra l’altro prevedendo la riduzione del numero dei pazienti per stanza si interroga il presidente della Provincia di Trento e l’assessora competente per sapere: 1) se siano a conoscenza che la modalità organizzativa che prevede uomini e donne ricoverati nella stessa camera sia una prassi consolidata presso l’Ospedale Santa Chiara di Trento, considerato che sono anni che i cittadini lamentano questa situazione; 2) quali sono i reparti dell’Ospedale Santa Chiara dove questa prassi è più frequente; 3) se sia previsto un controllo sull’applicazione di tale modalità ed eventualmente chi sia il responsabile dei controlli; 4) se sia stato documentato il numero di volte che è stata applicata la modalità delle camere miste e in caso positivo si chiede di conoscere i dati; 5) se condividano la necessità che le stanze dell’ospedale Santa Chiara non possano essere promiscue, perché questo crea ulteriori disagi a pazienti che si trovano già in stato di sofferenza e debolezza psicologica; 6) se intendano coinvolgere l’APSS nella definizione di nuove modalità di organizzazione dei reparti, in modo da garantire per quanto possibile il ricovero di uomini e donne in stanze separate.
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LUCIA COPPOLA |
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