assemblea congressuale del 6 novembre 2004 | |||||||
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Trento, 6 novembre 2004 Care Amiche, Cari Amici rispetto al tema che mi è stato affidato mi permetterò di uscire un po’ dallo schema, per rientrarvi solo alla fine dell’intervento. Questo perché ritengo che in un’occasione come quella odierna sia opportuno, dato il mio ruolo, fare il punto su un anno di presenza e di attività all’interno dei parlamenti provinciale e regionale. Voglio dunque condividere con voi questa esperienza. Debbo innanzitutto riconoscere di aver contratto il 26 ottobre 2003 un debito di riconoscenza verso i Verdi del Trentino, che mi hanno offerto la possibilità di candidare e quindi di essere eletto da una posizione di cosiddetta “indipendenza”. Indipendenza che ho tutt’ora e che i vertici del partito hanno sempre rispettato con grandissima signorilità, dimostrando così anche nella sostanza, oltreché nella forma, che i Verdi sono il partito che più di tutti persegue una politica di dialogo e confronto non preconcetto e non ideologico. Insomma, in altre parole una politica di pace. Credo che nessun altro partito si sarebbe comportato così e questo va riconosciuto a Marco, Pino, Iva ed ai vertici dei Verdi. D’altra parte credo di essere sulla strada per estinguere il debito contratto, poiché in tutte le iniziative da me portate avanti sul piano politico ed amministrativo ho cercato di interpretare al meglio il “pensiero verde”, che condivido pressoché nella totalità. Peraltro la politica mi ha già fatto anche un regalo non gradito, cioè la gastrite. Mi dicono che la si possa superare ingoiando una lumaca viva. Al momento mi sto allenando ingoiando rospi. Vengo dunque ad un breve bilancio circa la nostra presenza – nostra intesa come forza politica, non uso mai il plurale maiestatis … - in Provincia e Regione. Una presenza caratterizzata da un comportamento improntato direi alle “4 C”. E’ un modo di presentare le cose un po’ berlusconiano, ma vi assicuro che è l’unica cosa berlusconiana che ho copiato. Cosa significa “4 C”? Significa Coerenti, Costruttivi, Corretti e Coraggiosi. Coerenti: tutte le nostre iniziative sono state in linea con le cosiddette “promesse pre-elettorali”, con il programma di legislatura, con le sensibilità della forza politica dei Verdi, con la storia e le aspirazioni del movimento ecologista. Costruttivi: numerosi disegni di legge e mozioni consiliari, tutti ben documentati e circostanziati, dal biologico all’energia, dai parchi alle medicine non convenzionali, dalla lotta all’inquinamento a quella contro i privilegi dei politici. Corretti: possono dire tutto di noi, ma non che non abbiamo praticato rispetto e correttezza nei confronti di tutti, maggioranza e minoranza. Sempre: anche quando gli altri ci passavano sopra con il famoso rullo compressore. Chi rinfaccia a noi comportamenti scorretti vede nei nostri occhi una pagliuzza e non nota la trave che ingombra i suoi. Coraggiosi: quello che dovevamo dire l’abbiamo detto. Perché per noi essere in politica non significa cambiare testa, stile di vita, comportamenti. Se riteniamo giusto intervenire, allora nulla può tapparci la bocca. Nel corso di un anno abbiamo fatto molte proposte: spesso sono state considerate rotture di scatole. Evidentemente c’è già qualcuno che pensa in Provincia, è sufficiente alzare la manina e incassare l’indennità di carica a fine mese. Di questo passo mi immagino un cartello all’ingresso del Palazzo: “Prima di entrare in aula depositare il cervello in portineria”. Abbiamo fatto delle osservazioni: considerate atti di lesa maestà. Abbiamo fatto delle critiche: alto tradimento! Passati per le armi, senza poter invocare l’avvocato difensore, senza poter chiedere neanche l’ultima sigaretta. Eppure a fronte di alcune critiche ed osservazioni, di alcuni NO, vi sono stati innumerevoli SI’, spesso o quasi sempre silenziosi, molto spesso sofferti poiché erano riferiti a soluzioni che non ritenevamo essere le migliori per noi, bensì le migliori per la coalizione. Ebbene, vorremmo che ci fossero onestamente riconosciuti. E poi una domanda: i Verdi servono solo per portare quella percentuale di voti in più quando si tratta di vincere un’elezione e poi giù nello scantinato, perché arrivano gli ospiti e non devono vedere la servitù. Oppure la nostra presenza – con le sensibilità e forse anche con le contraddizioni che si porta appresso – è utile al governo? Ora si parla di un regolamento per superare le frizioni interne alla maggioranza. Proposito nobile al quale non posso che augurare successo. Ma come novizio della politica, credo che i rapporti tra gentiluomini e gentildonne non abbiano bisogno di regole scritte, bensì del rispetto, del dialogo, dell’umiltà, che praticati quotidianamente facciano retrocedere di un passo ciascuna parte, facendo così avanzare di due passi la coalizione. Abbiamo detto alcuni NO: al condono edilizio, al calendario venatorio, alla Valdastico, alla Val Jumela, al Pinzolo-Campiglio, al Folgaria-Lastebasse, alla distruzione selvaggia del Bus del Giaz in Paganella. Sempre proponendo soluzioni alternative, concrete, praticabili, che riducevano l’impatto ambientale e rendevano ecologicamente ed economicamente più sostenibili queste opere. Che cosa avrei/avremmo dovuto altrimenti fare? Rinunciare alle mie/nostre idee? al mio/nostro amore per la montagna trentina? alla convinzione che sia possibile vivere in un Trentino migliore? in un mondo migliore? Sono stato/siamo stati incoerente/i rispetto a quello che sono/siamo, a quello che ho/abbiamo fatto nella mia/nostra vita, a quello che ho/abbiamo promesso agli elettori? Oppure c’è qualcuno altro che sta prendendo una piega diversa? Sono/Siamo naturalmente portato/i al dialogo ed alla mediazione: ma non calpesterò/calpesteremo mai la mia/nostra dignità e la mia/nostra libertà di espressione. Costi quello che costi! Mi stanno dipingendo come il rompiscatole della maggioranza. “Ti comporti peggio di un consigliere dell’opposizione”, mi sono sentito dire da qualcuno molto in alto. Sinceramente non pensavo di dover svolgere un mandato a responsabilità limitata, che il consigliere regionale dovesse solo scaldare la sedia…Marco, Iva, se era così dovevate dirmelo! Se paragonassimo la coalizione ad una famiglia farei insomma la figura del figlio ribelle. Ebbene, posto che non sono un figlio ribelle, preferisco comunque fare la figura del figlio ribelle piuttosto che quella del figlio idiota. Ancora in tema di rapporti: buoni, a tratti ottimi sono quelli interni al Consiglio, in particolare quelli con i colleghi capigruppo della maggioranza. Piuttosto buoni anche quelli con i colleghi dell’opposizione, che rispetto a prescindere dalle idee e dagli atti che esprimono. Meno buoni – è un eufemismo – quelli con alcuni membri di giunta. Ci sono interrogazioni che aspettano risposta da mesi, vedete voi… Rapporti invece eccellenti con i colleghi del Gruppo Verdi/Gruene/Verc in Consiglio regionale. Credo di poter dire che il nostro è il gruppo che va più d’accordo, sempre! E questo è merito di Cristina, un capo bravissimo! Altri gruppi consiliari, con rispetto parlando, offrono spesso uno spettacolo poco edificante. Ma bando alle battute, auguro a questi gruppi di ritrovare presto serenità ed unità, poiché tutta la politica trentina ha bisogno di maggiore serenità. La lealtà che noi abbiamo espresso durante quest’ultimo anno non è però sempre stata ripagata con la stessa moneta. Io sono rimasto impressionato dalla violenza insita all’attività politica. Una violenza non fisica, ma altrettanto potente. Che mi ha convinto ancor più della necessità e dell’importanza di un’azione non-violenta come unica risposta possibile. Ci è di esempio Alex Langer, che guida ogni giorno il mio operare all’interno del Forum Trentino per la Pace, che mi onoro di presiedere e che nobilita la mia presenza in politica. Poiché mai come oggi pace ed ecologia vanno di pari passo. E mai come oggi si avverte la necessità di una ecologia della politica, fondata proprio sulla qualità dei rapporti umani. Per quanto riguarda i rapporti politici, che spesso si basano sui numeri, mi piacerebbe che ad un anno di distanza dalle elezioni regionali si facesse ancora un po’ di autocritica anche all’interno dei Verdi. Poiché per una manciata di voti avrebbe potuto essere in Consiglio anche Donata. E come saremo stati più forti, più bravi, più efficienti se ci fosse stata anche Donata. Come ci avrebbero rispettato di più se fossimo stati in due, anziché questo grezzo montanaretto da solo. Ebbene, ci serva, vi serva di lezione, poiché le elezioni comunali sono alle porte. E a parlare di massimi sistemi è certamente piacevole, ma non è molto remunerativo in termini di seggi e conseguentemente di attuazione di idee, progetti, programmi. Avviandomi a concludere mi permetto di suggerire – ancora lesa maestà nei confronti di qualcuno? – la necessità di invitare le forze politiche di maggioranza a fare il punto sul modello di sviluppo che vogliamo e che il nostro territorio alpino può ospitare e sopportare. Chiedendo ai partner di scendere per un momento dalla cattedra e di confrontarsi senza tacciare le nostre posizioni di “ideologismo”. Noi non disponiamo della Verità e della Ragione. Ma siamo convinti che l’ambiente naturale sia qualcosa di più di una semplice espressione geografica. Per i Trentini l’ambiente naturale, la montagna, è il patrimonio di famiglia. Quello che merita rispetto e protezione. Quello su cui si basa il nostro presente ed il nostro futuro. Quello che anche in futuro ci distinguerà a livello mondiale. Proteggere l’ambiente è la migliore scelta anche in termini strettamente economici, soprattutto nel lungo periodo. Ma come sappiamo bene, mentre noi cerchiamo di guardare lontano, altri raccolgono i voti oggi. Preferiscono insomma prendersi l’uovo e, già che ci sono, rapiscono anche la gallina. La proposta di nuovi parchi naturali e fluviali, mirata a porre un terzo del Trentino, sotto l’ombrello protettivo e valorizzatore delle aree protette, è una sfida ad un tempo di civiltà – poiché il grado di civiltà di una nazione si misura, diceva Roosvelt, dal grado di tutela dell’ambiente – e di lungimiranza sociale ed economica. Un patto tra generazioni, per lasciare qualcosa che garantisca ai nostri figli una elevata qualità della vita. Un lusso, fra qualche decennio. Nella maggioranza sono stati così felici di questo disegno di legge che volevano farmi un regalo. Un orso grizzly vero. Chiudo, davvero, ringraziando chi mi ha sopportato e supportato in questo primo anno e che non è detto mi debba sopportare per altri quattro anni. Non che intenda lasciare questo mondo in fretta, nonostante tutto…, ma non disponendo del “fisic du role” del politico di professione potrei anche occuparmi, vi assicuro senza pianti e rimpianti, di altre mansioni. Voglio insomma ringraziare Anna, Emma, Giorgio e Gabriella oltre a Marco, Iva, Guido e Franz, Cristina, Riccardo, Hans und Sepp. E tutti voi, che come gli altri elettori del centro-sinistra meritate un Trentino sempre migliore. Ad iniziare dall’ambiente.
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