assemblea congressuale del 13 ottobre 2007 | |||||||||
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"Pari opportunitÀ" tra uomini e donne: Vorrei qui riportare alcune considerazioni, che non sono solo mie, per riflettere sul valore di una parola che desidero portare al centro dell'attenzione proprio in questo dibattito: LA RELAZIONE. Scrive U. Galimberti, su Repubblica del 17 luglio 2007, un lungo articolo sulla presunta superiorità maschile, che ha pervaso la storia, relegando la donna nel ciclo della natura e assegnando all'uomo il gioco della storia. Ripercorre tutte le conseguenze, di violenza e sopraffazione che nei secoli si sono succedute, portando alla realtà, che ancora adesso ci troviamo ad affrontare, di grave disparità nella rappresentanza. Conclude affermando che la relazione, il due, è il costitutivo del femminile. Quindi si chiede: "Come può avvenire un riscatto della donna? Non con processi di emancipazione sociale, economica, giuridica peraltro auspicabili e utili. Non con una rivendicazione di uguaglianza che da noi significa imitazione dello stile di vita maschile, con progressiva negazione della specificità femminile fatta salva la seduzione sessuale, ma con una maturazione antropologica che si verificherà quando, esausti dall'affermazione della loro identità e dagli sforzi richiesti per confermarla, gli uomini incominceranno ad accorgersi che la gioia, la felicità nascono dalla relazione, di cui la donna è per natura la gelosa custode o la misconosciuta interprete…." "…perché non c'è gioia nell'io e nella sua esasperata autoaffermazione, ma solo nella relazione che è il linguaggio tipico della donna, di cui l'uomo, fatta eccezione per rari casi,-(per fortuna presenti tra noi)- deve ancora imparare l'alfabeto." Ho voluto fare questa citazione perché sono convinta che proprio in questo momento di forte crisi della politica ci sia bisogno di trovare delle modalità diverse, sia nei partiti, che nel centrosinistra che permettano a quella parte della società, che non è rappresentata e non può esprimersi, di far sentire la propria voce. Dico questo dopo aver assistito a Mori ad un lungo calvario che è sfociato proprio nella crisi del centro sinistra e nella rotture delle relazioni di fiducia precedentemente costruite. I rapporti tra le persone devono ritornare ad essere oggetto di profonda attenzione e cura per poter costruire una rete che sappia portare di nuovo un messaggio che ci proietti verso il futuro. Nei nostri consigli comunali ormai i discorsi sembrano ridotti a calcoli algebrici sulle aree da lottizzare, a sottili strategie per sviluppare alla meglio "il pensiero unico calcolante" che tutto pervade. Non si discute sul senso, il significato di certe scelte, sulle conseguenze per il futuro: la nostra madre terra rimane un elemento sempre e solo da sfruttare. Se per certi versi questa scena politica può sembrare desolante, per altri può essere una nuova sfida, un momento molto importante per mettersi in gioco e cercare nuove strategie e nuove forme in cui le donne possano dare il loro contributo in modo autentico e forte. Mi auguro che in futuro nelle nostre amministrazioni la rappresentanza femminile sia notevolmente superiore, spero che nei nuovi consigli che si andranno a creare per il costituirsi delle Comunità di Valle, ci sia una nuova e forte spinta in questo senso. Invito tutte coloro che hanno possibilità di incidere su questi meccanismi a muoversi con interventi e proposte per la formazione degli statuti in modo che, attraverso elezioni dirette, una maggiore presenza femminile segni il costituirsi di una nuova visione del territorio e dei suoi abitanti, in cui le comunità siano veramente rappresentate in tutte le proprie componenti.
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