assemblea congressuale del 13 ottobre 2007 | |||||||||
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LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ NON È UN OPTIONAL, L’Agenda di Goteborg e l’obiettivo del 2010 Lo scorso anno l’Italia ha aderito all’iniziativa Countdown 2010 che ha lo scopo di monitorare i progressi verso l’obiettivo dell’Unione Europea di fermare il declino della biodiversità entro il 2010. Nell’ambito dell’Unione Europea, i principali strumenti per affrontare la sfida del 2010 sono la Direttiva Uccelli (1979) e la Direttiva Habitat (1992). Tali direttive individuano, come uno dei capisaldi per la conservazione della biodiversità nell’UE, la Rete Natura 2000, che costituisce un ambizioso e innovativo approccio di conservazione della biodiversità a livello continentale, basato sull’individuazione di una rete di siti prioritari da gestire in funzione della conservazione delle specie e degli habitat. Cambiamenti climatici e biodiversità La biodiversità avrà una maggiore resilienza e si adatterà meglio al clima che cambia se sapremo garantire un corretto stato di salute dei nostri ecosistemi. Una necessità vitale anche per garantire l’adattamento dell’uomo, poiché la nostra prosperità e il nostro benessere dipendono dai servizi ecosistemici. Anche in questo caso Rete Natura 2000, che mira a preservare gli habitat e le specie in uno stato di conservazione favorevole, si rivela in questo contesto una misura determinante. La realizzazione della Rete Natura 2000 dovrà essere integrata da azioni esterne che ne migliorino la connettività e la coerenza, anche mediante il ripristino e la creazione di habitat che possano agevolare gli spostamenti e la diffusione delle specie man mano che muta il loro “spazio climatico”. Inoltre, per aiutare la natura a adattarsi ai mutamenti climatici, dovremo ridurre i “tradizionali” fattori che esercitano pressioni sulla biodiversità, come l’uso intensivo delle terre, la frammentazione degli habitat, un eccessivo sfruttamento delle risorse, la diffusione di specie invasive non autoctone e l’inquinamento. Senza un intervento di questo tipo, l’Europa perderà progressivamente la sua diversità biologica, prevarranno soltanto le specie più comuni e le specie acquatiche e non sarà più possibile sostenere il flusso dei servizi ecosistemici essenziali. Due fattori chiave per l’obiettivo del 2010: la Rete Natura 2000 e l’integrazione tra le politiche settoriali Il ruolo della Provincia Autonoma di Trento Una volta completata la fase di designazione della propria porzione della rete la Provincia Autonoma di Trento dovrà affrontarne la gestione, in particolare dovrà ottemperare agli obblighi ad essa connessi, dettagliati dalle direttive europee (ad es. l’aggiornamento dei dati scientifici, l’eventuale elaborazione di Piani di Gestione, l’adeguamento degli strumenti di pianificazione esistenti, una corretta effettuazione delle Valutazioni di Incidenza su Piani e Progetti) ma dovrà anche saperne cogliere le opportunità, con un approccio interdisciplinare che integri la Rete Natura 2000 nelle altre politiche settoriali (si pensi ad esempio, per l’agricoltura, ai Piani di Sviluppo Rurale). Al fine di agevolare il cammino presente e futuro verso la conservazione della biodiversità è di fondamentale importanza che la Direttiva Uccelli, la Direttiva Habitat e in particolare la Rete Natura 2000, siano rese note e comprese nella loro interezza dalla globalità dell’opinione pubblica trentina e in particolare nell’ambito scolastico. La Provincia di Trento ha a disposizione l’opportunità, grazie alle competenze derivanti dallo statuto d’autonomia ed alla tipologia e stato di conservazione del proprio territorio, di porsi a livello nazionale come soggetto di riferimento per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi posti dalla comunità europea. A patto che si sappia rinunciare ad una difesa “conservatrice” dell’autonomia e si avvii un processo lungimirante, consapevoli del fatto che ogni perdita di biodiversità è per sempre.
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