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Trento, 1 novembre 2013 Nel 1983 fu il primo consigliere provinciale verde della storia dell’autonomia, con oltre 7 mila preferenze. E in Regione approdò assieme agli altoatesini Alexander Langer e Arnold Tribus, primi consiglieri regionali verdi della storia d’Italia. Altri tempi. Roberto “bistecca” Franceschini era in lista anche domenica scorsa, senza alcuna ambizione di farcela: una candidatura di testimonianza, quella del consigliere comunale di Vezzano, e come tale premiata viste le 73 preferenze raccolte. Alla riunione dei Verdi di ieri sera a Trento, per fare il punto sul dopo voto, Franceschini non era presente: «Ma dalle mail che ci siamo scambiati in questi giorni, è già stata espressa la voglia di andare avanti, di non mollare nonostante l’insuccesso elettorale». Insuccesso dietro al quale Franceschini vede soprattutto una causa: la scarsa visibilità del partito a livello provinciale degli ultimi anni. E non vuole discutere, “bistecca”, le ragioni che hanno portato Bombarda a dissociarsi al movimento, pur continuando formalmente a rappresentarlo in Consiglio: «Il risultato comunque è questo - afferma - non avendo visibilità, la volta dopo alle urne sparisci». Di pari passo con la scarsa visibilità va un altro elemento importante e a ben vedere ancora più decisivo: il progressivo sfilacciarsi, sul territorio, di tutta una rete di contatti e legami personali, in grado poi di concretizzarsi in impegno ambientalista nelle amministrazioni municipali. Anche qui, ne è passato di tempo. «Quando nell’88 venni eletto in Provincia la secondo volta - ricorda Franceschini - fui il promotore di ben 21 liste dei Verdi in altrettanti comuni, da Concei a Siror. Mentre a queste ultime elezioni provinciali, non siamo neppure riusciti a esprimere candidati che rappresentassero tutte le valli». Poi, certo ha pesato la scelta dell’alleanza con Ingroia alle politiche di febbraio («neppure io l’ho capita»), che certo ha tenuto lontano dalle urne più di un elettore verde. Comunque sia, «ora dobbiamo solo rimboccarci le maniche e ritrovare l’entusiasmo: sperando che nel frattempo i nostri temi vengano comunque portati avanti da altri».
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