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Trento, 26 settembre 2018
«Un Trentino senza barriere, attento a tutti»
Intervista a Piergiorgio Cattani, candidato per Futura 2018
da l’Adige di mercoledì 26 settembre 2018

Piergiorgio Cattani scende in campo con Futura2018, la neonata civica dell'Alleanza a tre di centrosinistra. Una civica che ha attirato grande attenzione sul panorama trentino per il coinvolgimento di figure provenienti dalla società civile. Tra questi, c'è proprio il giornalista e libero professionista di Trento che nel corso degli ultimi 20 anni si è comunque impegnato su più fronti nella politica locale.

Quando e perché ha deciso di scendere in campo nel centrosinistra?
«Io mi sono sempre riconosciuto in questa parte politica. Candidarsi però è un'altra cosa. Ci ho pensato molto in queste settimane, ero titubante, ma quando ho visto che il quadro si deteriorava, ecco che ho sciolto la riserva. E poi sono preoccupato per la situazione odierna: una regressione generale. Non potevo stare a guardare». 

Questa non è la prima volta che si impegna in politica: a fine anni Novanta aveva militato nel Partito popolare e nella Margherita, mentre nel 2009 era diventato membro dell'assemblea del Pd. È rimasto deluso da quelle esperienze?
«Penso di essere rimasto sempre fedele alla tradizione culturale e politica da cui provengo, quella del cattolicesimo democratico. Sono state tutte esperienze formative a cui aggiungo quella di "Costruire comunità" di Vincenzo Passerini e Walter Micheli. Lo sbocco nel Pd mi sembrava naturale. Delusione? Certo il Pd poteva essere e fare molto di più». 

La disabilità non l'ha frenata nel compiere diverse esperienze di peso nella sua vita: due lauree in lettere moderne e filosofia, l'impegno nel cda del Muse, la guida di un'associazione e il lavoro alle Acli e nei giornali. Un messaggio di forza e speranza?
«Questo non posso dirlo io. La disabilità è sicuramente un fardello pesante. Da soli è difficile farcela. La famiglia è naturalmente essenziale, ma conta anche la comunità. Mi piacerebbe portare questo messaggio: è possibile realizzare i propri sogni nonostante condizioni a prima vista proibitive». 

Quali sono le difficoltà che una persona in carrozzina si trova ad affrontare ogni giorno nelle città e nei paesi del Trentino?
«Dobbiamo rivendicare il fatto che in Trentino non mancano i servizi per i disabili. Io abito a Trento e non mi posso lamentare. Penso che nelle valli sia più difficile se non fosse altro che per le salite e le discese. Non dimentichiamo poi l'accessibilità al proprio domicilio. Occorre lavorare soprattutto nel settore dell'edilizia agevolata: se ci sono le scale o non funziona l'ascensore si è come agli arresti domiciliari». 

Lei è stato il primo a proporre ufficialmente il nome di Paolo Ghezzi come candidato presidente. Per quale motivo?
«Dopo il 4 marzo serviva una svolta radicale, con la nascita di una larga coalizione, da LeU ai cosiddetti civici, cambiando candidato presidente: era necessaria una figura non politica, con passione, capace di fare squadra con amministratori più rodati, e infine in grado di intercettare il voto degli elettori M5s e dei delusi che si astengono. Insomma il profilo di Paolo Ghezzi». 

Dopo la convergenza della coalizione sulla figura di Giorgio Tonini, Futura 2018 è rimasta comunque nel centrosinistra a differenza di LeU.
«Il nostro progetto era diverso. Mi dispiace la rottura con LeU, credo però che la nostra scelta sia stata coerente e coraggiosa. Potevamo rompere, Ghezzi sarebbe stato il candidato presidente di una coalizione però senza possibilità di vittoria. Ricordiamoci che il nostro avversario è la destra a trazione leghista, veneta e salviniana. Noi di Futura2018 ci candidiamo per essere una forza esigente di rinnovamento, con una identità aperta ma chiara». 

L'uscita del Patt dalla coalizione rappresenta un rischio per il centrosinistra? Le elezioni sono in salita per voi?
«Sicuramente sì. Nel 2013 il quindicennio dellaiano presentava evidenti segni di declino. Rossi doveva cambiare qualcosa. Invece niente. Non possiamo tacere gli errori: la gestione del progetto nuovo ospedale fino ai punti nascita; i problemi della scuola; una politica ambientale carente e retrograda; l'incapacità di arginare un clientelismo che permane. Rossi ha risposto con l'arroccamento. Esito? Il Patt del 2013 diviso in tre e un Rossi che corre per diventare consigliere senza curarsi di favorire in questo modo la Lega». 

Su quali tematiche intende impegnarsi in consiglio (o in giunta) qualora venisse eletto il 21 ottobre?
«Se dovessi essere eletto mi presenterei in Consiglio con i miei due assistenti di origine africana. Non lo farei per dare colore all'emiciclo o perché sono "buonista". No, perché io ho davvero bisogno di loro. Su questo mi voglio impegnare: una società sviluppata e armonica in cui tutti hanno un posto e un ruolo. Dividere la società produce danni dal punto di vista economico, distruggere l'ambiente pure. Il ben vivere e il ben essere si costruisce unendo. Ci vuole una politica capace di dare la voce a tutti. Per un Trentino davvero senza barriere».

 

      

elezioni provinciali
21 ottobre 2018

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