Trento, 17 febbraio 2009
Meno macchine e piÙ verde
Aldo Pompermaier sogna il salto, da assessore a sindaco
«Il Comune deve essere autonomo, non appiattirsi sulla Provincia»
da l’Adige di martedì 17 febbraio 2009
In politica ci è finito quasi per caso, ma una volta dentro ci si è buttato con entusiasmo. Aldo Pompermaier è un sanguigno. Non è un raffinato oratore ma uno che si entusiasma e che sa trasmettere il suo entusiasmo. Poco incline alle mediazioni della politica, anche se in 13 anni di istituzioni ha dovuto abituarsi a mordere il freno.
A 61 anni, quando già iniziava a pianificare la pensione, si ritrova a correre per una nomination da sindaco. Glielo hanno chiesto a gran voce i Verdi e non si è tirato indietro. Anche perché dopo quattro anni di assessorato vorrebbe concludere le partite avviate, partite importanti e impattanti come il piano rifiuti e il piano della mobilità.
Figlio di una guardia giurata, che nel dopoguerra fu a lungo custode della polveriera della Vela (quella appena rasa al suolo per farci passare una strada), e di una casalinga, Pompermaier è nato e cresciuto nel quartiere di Piedicastello. La sua infanzia l’ha passata a giocare lungo le roste dell’Adige, su cui si affacciava la casa di via Marco Apuleio.
Nel quartiere ha frequentato le elementari, poi le medie alle Bronzetti e le superiori ai geometri.
Formazione tecnica ma da una vita fa l’assicuratore. Iniziò nel ’71 alla Meie di Milano, compagnia del gruppo Stet, dopo il servizio militare e dopo aver risposto a un’inserzione. Era la scelta giusta perché poco dopo fu introdotta l’assicurazione obbligatoria per le auto e il settore fece boom. Il giovane Aldo, fresco sposo, si ritrovò a Trento come responsabile di delegazione e dopo qualche anno direttore del servizio assicurativo delle Aziende agrarie. Nel ’92, alla chiusura dell’ente, fu l’unico dipendente a non passare in Provincia. Decise di rimanere al Fata e cominciò a fare l’agente. Una scelta premiante dal punto di vista professionale ed economico.
E adesso che il lavoro di assessore ha iniziato ad assorbire tempo e impegno le redini dell’agenzia sono iniziate a passare nelle mani dei due figli maschi, Dimitri e Fabrizio, mentre la femmina, Serena, si è data all’insegnamento di ballo e danza.
Intanto ha continuato ad abitare nella vecchia casa di Piedicastello, quartiere a cui è sempre rimasto legato e a cui deve anche il suo ingresso in politica. Fu nel 1995, dopo alcuni anni alla guida del direttivo delle feste di S. Apollinare, gruppo che si batteva attivamente anche per lo spostamento della tangenziale.
«La mamma di una compagna di classe di mia figlia, che faceva la segretaria dei Verdi, chiese a mia moglie se voleva candidarsi per il consiglio circoscrizionale. Lei girò a me la richiesta e io accettai». Alle elezioni risultò il primo dei non eletti. Ma fu ripescato al posto di Bistecca Franceschini, entrato in consiglio comunale. E nel giro di pochi giorni divenne presidente, come soluzione di compromesso visto lo stallo tra centrodestra e centrosinistra.
Da lì inizia la scalata di Pompermaier. Da presidente di circoscrizione accompagna il sindaco Dellai nella battaglia con la Provincia per imporre il progetto di spostamento della tangenziale in tunnel. E nel 1999 entra in consiglio comunale, dove sembrava pronto per lui anche un posto in giunta. Invece, dalla sera alla mattina, si vide fuori e passò all’opposizione.
Si rifarà nel 2005, nominato assessore da Pacher dopo il buon successo elettorale dei Verdi.
Al suo sindaco deve l’affidamento di competenze pesanti, come l’ambiente e la vivibilità urbana, ma imputa anche un eccessivo appiattimento nei confronti di Dellai e della Provincia. Pompermaier critica in particolare la mancanza di coraggio all’epoca dei progetti di potenziamento dell’aeroporto («la giunta comunale era contraria, ma non si fidava a votare contro per non contraddirlo, mi costrinsero a fare il referendum») e sul futuro dell’area Italcementi a Piedicastello.
«Non si può – dice – innamorarsi dell’idea del polo scolastico solo perché l’ha detto Dellai. Lì ci vuole una zona residenziale, anche per dare al sobborgo i numeri per chiedere servizi basilari, come una scuola elementare. E questo un Comune può rivendicarlo, sono convinto che anche il governatore apprezzerebbe un interlocutore con un chiaro disegno di città in testa».
Certo forse non apprezzerebbe un sindaco che dice no all’inceneritore.
«Invece mi darà retta. Mi dirà che sono un kamikaze. Ma io dico che se la Provincia ci dà 17 milioni per affrontare la crisi economica ce ne potrebbe anche dare uno per investire seriamente sull’opzione residui zero».
Per il resto Pompermaier preferisce la concretezza ai sogni. Non crede molto allo spostamento della ferrovia ma preferisce concentrarsi su cose più terra terra, come la rotatoria al Lavaman del sindaco, l’allargamento della zona a traffico limitato, limiti di velocità sulla tangenziale e in autostrada per limitare l’inquinamento. I modelli di città da inseguire sono Zurigo, Berna, Friburgo. «Posti dove ogni volta mi stupisco per il poco traffico, la pulizia, i tanti parchi». E a chi gli fa presente la lentezza dell’amministrazione nel prendere le decisioni ribatte: «Fatemi sindaco e vedrete». |
IN POLITICA
DAL 1995
È stato
presidente
della
circoscrizione
Centro storico
Piedicastello,
consigliere
e
assessore comunale
UN DC
MANCATO
Ambientalista
nonostante
il lavoro
nel mondo
agricolo,
da sempre
democristiano
«Mi piaceva
Bistecca»
BATTAGLIA
TANGENZIALE
Da presidente
del
Comitato feste
S.Apollinare
le lotte
per lo spostamento
della strada
a 4 corsie
in tunnel
CONTRO
LA MICHELIN
Per anni
consigliere
di opposizione
criticò le scelte
sull’area
Michelin
«Sarà
un quartiere
per ricchi»
IL REFERENDUM
SULL’AEROPORTO
Fu promotore
di un
referendum contro il
potenziamento
dell’aeroporto:
«Non aveva senso,
con Bolzano e
Verona vicini
nessuna possibilità
di mercato»
«L’INCENERITORE
NON SERVE»
Da assessore
Pacher gli diede la
competenza sulla
raccolta rifiuti ma
si tenne quella
sull’inceneritore,
sapendo che era
contrario.Vuole
portare il porta a
porta dappertutto |