Ruggero Pozzer - attività politica e istituzionale | ||||||
|
Rovereto, 6 settembre 2014 L’industria Marangoni di Rovereto ha ricevuto dalla Provincia, negli ultimi 10 anni, oltre 80 milioni di euro di contributi. E’ questo il conteggio presentato recentemente in sede giornalistica dal sindacato Cobas che conferma anche il numero di lavoratori dell’azienda in 311 unità, provenienti da tutta la Vallagarina. La mano corre alla calcolatrice che scevra da condizionamenti riporta un numero oggettivo e impressionante. Almeno 25.723 euro ogni anno e per ogni lavoratore presente, sarebbero derivati dalle casse provinciali. Tale considerazione va riferita al costo medio annuo per il personale dipendente dell’industria metalmeccanica; per un operaio di 1° livello è decretato nel 2013 dal Ministero del Lavoro in 25.797,40 euro. Dunque, ogni operaio dell’azienda di via del Garda, considerando il 1° livello, negli ultimi 10 anni è stato praticamente e sostanzialmente retribuito con soldi pubblici. Aiutare un’azienda a garantire il salario a 311 famiglie è senza dubbio un dovere istituzionale primario ma ciò va fatto seguendo criteri di razionalità, equità, garanzia, bilancio complessivo ma soprattutto di ritorno effettivo in termini socio economici per l’intera comunità. Il bilancio presentato, derivante dai dati posseduti dall’organizzazione sindacale, sembrerebbe non coincidere con tali principi. E’ certo possibile e doveroso stipendiare 311 persone, se il lavoro di queste risulta a servizio dell’intera comunità, ma non se è finalizzato a sostenere interessi privati. Meglio eventualmente assumere direttamente tali lavoratori a svolgere opere pubbliche. L’utilità del lavoro svolto in Marangoni pone un ulteriore quesito in ordine all’interesse pubblico. Come è noto l’azienda possiede al suo interno una o più linee di incenerimento di pneumatici che giungono in Vallagarina anche da fuori provincia. La combustione di tali materiali restituisce all’azienda interessi nella produzione di energia. Mentre tali interessi rimangono a favore dei privati, le emissioni atmosferiche di risulta ( che immaginiamo corrispondenti ai termini di legge) sono scaricate nell’aria comune. Risulta pertanto incomprensibile il principio secondo il quale un’azienda, abbondantemente sovvenzionata da denaro pubblico, possieda un inceneritore privato che brucia gomma, in una Provincia dove anche la combustione per interesse pubblico di semplici rifiuti casalinghi è stata bandita. Altri dubbi circa l’interesse pubblico provengono dal deposito di grossi quantitativi di pneumatici nei piazzali dell’azienda. Tale realtà ha necessitato e necessita di una particolare attenzione per la pubblica sicurezza, nella costosa preparazione specifica da parte delle strutture dei Vigili del fuoco e protezione civile. Sappiamo come un eventuale incendio potrebbe rivelarsi preoccupante per la salute pubblica dell’intera Comunità Vallagarina. Un’attenzione particolare ve poi indirizzata al proliferare in Valle della zanzara tigre, più volte ricondotta probabilmente anche alla presenza dei depositi di pneumatici. Alla luce dell’enorme investimento pubblico riversato a favore dell’azienda stupisce poi la recente richiesta, avanzata dall’azienda Marangoni al Ministero del Lavoro e letta sui quotidiani locali, di cassa integrazione ordinaria per 120 dei suoi 311 dipendenti. Sembrerebbe dunque che, pur investendo ogni risorsa possibile, l’ente pubblico non sia stato in grado di sostenere la garanzia di occupazione. Tali mie considerazioni e riflessioni sono ben lontane dal voler frenare l’imprenditoria industriale, per la quale nutro serio e convinto riconoscimento della sua indispensabile funzione sociale. Ciò che auspico è una trasparente analisi socio economica del migliore interesse pubblico, scevra di ipocrisie e che valuti ogni fattore di convenienza in termini razionali e oggettivi. In conseguenza di quanto descritto interrogo l’Egregia amministrazione della Comunità della Vallagarina per conoscere quanto segue: 1 - La corrispondenza delle sovvenzioni pubbliche provinciali versate all’azienda Marangoni di Rovereto e recentemente dichiarate dal sindacato Cobas, corrispondenti a oltre 80 milioni di euro negli ultimi 10 anni. 2 - La dimensione aziendale dichiarata in 311 dipendenti. 3 - La determinazione dello stato di utilizzo, la consistenza quantitativa e qualitativa, i controlli e le analisi pubbliche in relazione alle combustioni di pneumatici nello stabilimento dell’azienda. 4 - L’attuale organizzazione e costo economico delle strutture preventive, di soccorso e protezione civile in relazione a possibili eventi incendiari di cataste di pneumatici depositati in Vallagarina. 5 - La corrispondenza eventuale tra lo sviluppo della zanzara tigre (Aedes albopictus) in Vallagarina e la presenza di cataste di pneumatici depositati presso l’azienda Marangoni. Conseguentemente alla definizione dei quesiti sopra esposti e considerando l’interezza degli stessi si chiede inoltre: 1 - La motivazione di congruenza tra i benefici sociali ed i costi sostenuti dall’ente pubblico provinciale in favore dell’azienda Marangoni sita a Rovereto in Vallagarina. 2 - Le garanzie richieste preventivamente all’azienda Marangoni e lo stato di rispetto delle stesse alla luce delle ingentissime sovvenzioni elargite con denaro pubblico. 3 - La congruenza delle garanzie sottoscritte dall’azienda con le richieste della stessa di riduzione della forza lavoro, con domanda di accesso alla cassa integrazione ordinaria per circa un terzo dell’organico aziendale. Ruggero Pozzer
|
RUGGERO POZZER |
||||
© 2000 - 2024 |
||||||
|