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Trento, 14 giugno 2009 Leggendo le varie lettere e i vari articoli apparsi negli ultimi tempi sulla stampa locale, ho avuto l’impressione che il collegamento S. Martino di Castrozza-Colbricon-Passo Rolle, sia una questione meramente finanziaria e bancaria. Leggendo tra le righe mi sembra ci sia qualcosa di strano. Nella delibera della Giunta provinciale dell’ottobre 2008 si parla di uno stanziamento di 2 milioni di euro a favore dei Comuni di Primiero per la riqualificazione dell’area sciistica di Primiero mediante la partecipazione alla società Siati Srl. Attraverso Trentino Sviluppo Spa con l’aggiornamento del piano triennale 2008-2010 vengono contemplati gli interventi subordinati ad accordi attuativi di sviluppo territoriale, quelli per l’area S. Martino Passo Rolle prevedono un impegno finanziario per il 2008 di 1 milione di euro e per il 2009 di 4 milioni di euro. In questo accordo sono coinvolti gli operatori economici della zona. Società funiviarie Rosalpina Spa e Siati (con gravi deficit di bilancio), i Comuni d’ambito, la Provincia, Trentino Sviluppo e gli operatori economici locali. Per quanto riguarda gli operatori economici locali alla cifra dal piano di sviluppo, manca un milione di euro. Si sta cercando di far intervenire ulteriormente i Comuni che non sono d’accordo e l’Azienda municipalizzata per l’energia (pubblica). L’intervento complessivo previsto è di 22,5 milioni di euro che potrebbero lievitare. Le domande che ogni cittadino di Primiero dovrebbe porsi sono le seguenti: se gli operatori economici non trovano i soldi per l’investimento, perché un ulteriore intervento pubblico? Com’è giustificabile un intervento pubblico così consistente per ripianare una situazione di bilancio delle società funiviarie non propriamente in attivo? Siamo sicuri che una volta ripianati i deficit non se ne creino degli altri più consistenti? È opportuno indebitare i cittadini di Primiero in questo modo? Quanti posti di lavoro e per quanti mesi all’anno potrà produrre questa tipologia di investimento? Di fatto la stagione sciistica inizia a Natale e finisce a fine marzo per un totale di 120 giorni all’anno: con queste prospettive, tenendo conto anche dell’indotto, questo ingente investimento ha un senso? Siamo così sicuri che un investimento di questo livello produca i benefici economici previsti? Non sarebbe meglio investire sulle risorse umane e uno sviluppo più teso ad investimenti culturali sul parco? Vista la miopia imprenditoriale di taluni operatori, non sarebbe meglio investire qualcosa nel modificare il marketing turistico della zona? Forse uno studio approfondito sulle richieste turistiche che provengono dai vari angoli d’Europa sarebbe utile e ci si accorgerebbe che il turista non chiede impianti, anzi li reputa dannosi al paesaggio. Il turista che vive nelle grandi città europee, alla vacanza in montagna chiede: natura, cultura, tranquillità e organizzazione. Persone che lo accolgano con semplicità e spieghi loro come comportarsi e allora un investimento sulle risorse umane che Primiero possiede sarebbe la strategia a lungo termine migliore. Maddalena Bonat |
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