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Trento, martedì 19 agosto 2014
Riassetto territoriale dell’area alpina,
difesa del patrimonio naturale, acque in primis, e della sua biodiversitÀ

di Vincenzo Calì

Condivisibile il ragionamento di Marco Ianes (vedi a lato). Visto il momento difficile che stiamo attraversando non sottovaluterei le questioni istituzionali e territoriali. 
Partirei dalle riflessioni di Ilvo Diamanti: “ il Nord si è perso nelle nebbie della globalizzazione politica ed economica. E la sua rimozione, in qualche misura, segnala quella “fine dei territori”, annunciata da alcuni studiosi (fra cui Bertrand Badie).
Una tendenza che gli Stati nazionali (l’Italia per prima) non sembrano in grado di affrontare. Semmai, ne sono un fattore. Anche per questo il declino dei territori è destinato a fare emergere nuovi territori. Nuovi confini e nuovi Limes, reali o “inventati”. Nuove patrie, che soccorrano il bisogno di identità e di autorità. Al posto della Padania e del Nordest, d’altronde, già preme l’indipendentismo regionalista. Anzitutto in Veneto.Così, è meglio prepararsi. Dopo il Nord, oltre il Nord, ci saranno altri Nord. Non solo nel Nord.Per reagire allo spaesamento. Alla paura del Mondo.” 
Queste considerazioni di Ilvo Diamanti (Repubblica 18 agosto) offrono spunti interessanti alla discussione in atto riguardo il riassetto territoriale dell'area alpina. Che i nostri vicini veneti giungano in tempi rapidi alla stesura di una loro carta costituzionale appare realistico, considerata la millenaria tradizione di autogoverno della Serenissima; che ai veneti, in tempi più lunghi, si aggiungano i lombardi, rientra nel campo del possibile.
E i trentini e i sudtirolesi? Escluso, in tempi ravvicinati, l'inserimento delle due realtà nel sistema cantonale svizzero, l'opzione più ralistica rimane quella della regione europea delle Alpi, nuovo ambito territoriale in grado di dialogare ad armi pari con i vicini dei quattro punti cardinali. La parola federalismo è caduta in disgrazia come sostiene Diamanti? Si trovi, in attesa di una ripresa federalista, una soluzione regionale che abbia la benedizione del Parlamento europeo.
I punti base, per il governo di questo inedito territorio in grado di comprendere l'intera area alpina abitata da tedeschi, ladini ed italiani, dovrebbero essere quelli della difesa del patrimonio naturale, acque in primis, e della sua biodiversità (altro che cattura dell'orsa Daniza!).
La sperimentazione di forme avanzate di democrazia diretta, la specializzazione dei territori (i contadini, alla dieta di Merano del 1525, qualche idea l'avevano lanciata: Trento amministrativa, Bolzano commerciale, Rovereto industriale, valli a vocazione agricolo-pastorale).  Oggi potremmo aggiungere un turismo di qualità, rispettoso dell'ambiente naturale ma, per far ciò ci vuole un'assemblea costituente, non basta un rappezzo allo statuto di autonomia. Sarebbe la prima regione, quella alpina così congegnata, ad avere le carte in regola per definirsi europea.
Vediamo allora di seguire il suggerimento di Ivo Diamanti, mettiamo da parte vecchie terminologie territoriali che non aiutano, e cogliamo l'occasione del centenario della Grande guerra per prendere le distanze dalle logiche guerresche del novecento.
Se stiamo ai principi fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza, invece di perderci in tecnicismi da “azzeccagarbugli” troppo spesso presenti nella storia parlamentare, possiamo innovare senza ricadere negli errori già denunciati in passato: “Onorevoli colleghi, dietro ogni articolo della costituzione, dietro ogni diritto sancito dalla costituzione, che noi invochiamo e difendiamo, dietro gli articoli del nostro regolamento... dietro ognuna di queste disposizioni sta una lunga storia di lotte e di patimenti, stanno i sacrifici sostenuti da generazioni... sta quell'anelito di libertà, che ormai da secoli è diventato il tema fondamentale della nostra storia, così come dietro ogni vostro cavillo procedurale, dietro ogni vostro arzigogolato sofisma, dietro il sopruso mascherato di legalità, sta una somma di ben individuati interessi, sta la pressione di forze ben determinate.”.
Non si sta parlando della procedura della “ghigliottina” applicata nel recente dibattito parlamentare: siamo nell'anno 1953, e l'appassionato intervento è di Lelio Basso, il “Cavaliere dei rossomori”, leader del partito sardo d'azione. L'attualità del pensiero federalista e democratico di Basso lo ritroviamo ancora in uno dei passaggi di chiusura di quel suo intervento di respiro europeo, contrario alla legge elettorale maggioritaria allora in discussione in Parlamento: “C'è una tendenza ad una crescente democratizzazione della vita pubblica, tendenza ad una partecipazione sempre più diffusa di tutti i cittadini di qualsiasi paese alla direzione della vita politica, economica e sociale... una coscienza democratica che si diffonde, si sviluppa e si estrinseca in questa volontà di partecipazione effettiva, sostanziale e non solo formale.
C'è viceversa, un'altra tendenza, che è diffusa in tutti i paesi capitalisti ed è presente anche nel nostro, ed è la tendenza a dei regimi sempre più accentrati, perché la concentrazione della ricchezza, esige come corrispettivo una concentrazione di poteri politici. Perché, quando in un paese dominano gli interessi di pochi grandi gruppi monopolistici, questi gruppi hanno bisogno che la politica dello Stato rifletta direttamente i loro interessi, le loro volontà. Questi gruppi monopolistici non possono abbandonarsi alle fantasie sbrigliate della democrazia”.
Per fortuna oggi, in tempi che non si presentano poi tanto diversi da quelli delle battaglie parlamentari di Lelio Basso, la tendenza democratica, quella invocata dal leader sardo, dà segni di vita ovunque in Europa, nella sua Sardegna e nella nostra Regione alpina: lunga vita quindi al movimento per la democrazia diretta che sta mettendo radici a sud e a nord di Salorno e da cui potranno nascere quegli scenari territoriali inediti, contraltare della globalizzazione, che ipotizza Diamanti.
Vincenzo Calì

      

Trento, 18 agosto 2014
IL CORAGGIO DI CAMBIARE
QUESTA ITALIA

di Marco Ianes,
co-portavoce
Verdi del Trentino
dal Trentino di
lunedì 18 agosto 2014
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