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Trento, 1 ottobre 2012
LE SCONFITTE E LE VITTORIE DI ROSTAGNO 
di Vincenzo Calì
dal Trentino di lunedì 1 ottobre 2012

A Milano è stata dedicata a Mauro Rostagno, a 24 anni dalla morte, con il processo ancora in corso che deve far luce su esecutori e mandanti dell'omicidio, una serata a cui la figlia di Mauro, Maddalena, ha voluto che in tanti venissero a testimoniare: Moni Ovadia, don Ciotti, Enrico Deaglio, Nando Dalla Chiesa, Benedetta Tobagi, Giuliano Pisapia, Marco Boato e molti altri, a voce o per iscritto, hanno risposto all'appello, portando ciascuno un contributo alla lettura delle molteplici vite di quello che fu uno dei protagonisti della stagione della contestazione.

"Un protagonista quasi perfetto... protagonista principale sì, perchè per un attimo, un giorno o un mese la sua paradossalità aveva sommerso tutti gli altri personaggi, ma sconfitto, come è giusto per chi tanto osa". Questo giudizio espresso (ne "I giorni cantati" 1981) da Marianella Pirzio Biroli, prima studentessa immatricolata a Sociologia, che visse con Rostagno l'esperienza universitaria trentina, era stato fatto proprio da Mauro stesso.

Rostagno, infatti, aveva fatto proprio questo giudizio nello stilare un elenco dei propri insuccessi a fine anni settanta, nei due scritti autobiografici in cui narra dell'avventura sociologica, dell'esaurirsi del progetto politico di "Lotta Continua" fra Milano e Palermo, del fallimento del tentativo di sottrarre i giovani alla schiavitù della droga con "Macondo", il locale milanese alternativo ( "per fortuna abbiamo perso" ripetè, pensando alla contestazione, con una buona dose di autoironia, nel 1988 a Trento, durante il ventennale del sessantotto). Fu dall'esperienza arancione in India che tornò ricaricato, e dalla sua ultima stagione, caratterizzata dall'impegno a Saman nella comunità di recupero dei tossicodipendenti e all'emittente trapanese Rtc nel giornalismo militante d'inchiesta, uscì vincitore, come gli amici a lui più vicini hanno spesso ricordato, come un autentico eroe civile.

Al sociologo di Trento, l'uomo vestito di bianco caduto nell'esercizio di questa nuova professione, faranno sempre più riferimento in futuro i giovani che si incammineranno lungo le piste della ricerca sociologica e ciò è di buon auspicio per l'Università trentina, che si avvia a compiere il mezzo secolo di vita.

      
   

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