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Ponte Arche, 8 marzo 2013 Il tempo naturale e quello balsamico », le stagioni, la luna, la forma e il colore delle foglie, dei fiori e delle radici, le proprietà di ogni pianta, la distillazione e l’essicazione. Sembrano arti da stregoneria, e un po’ di quel fascino probabilmente ce l’hanno, ma sono invece le conoscenze basilari di chi si occupa di erbe officinali e piante spontanee. E’ un settore piccolo piccolo, nato da appena qualche anno, che nelle Giudicarie Esteriori pare aver trovato terreno fertile con la nascita di un vivaio per le piante officinali e spontanee e la specializzazione di qualche azienda agricola che le raccoglie, coltiva e trasforma, il tutto rigorosamente secondo i dettami di un’agricoltura biologica. Così l’Ecomuseo della Judicaria, che il recupero delle tipicità del territorio ce l’ha nel dna, ha deciso di declinarci il progetto europeo di valorizzazione dei prodotti locali SY-CULTour. Fino ad ora si sono svolte le prime tre serate informative sulle erbe officinali e spontanee locali, parecchio partecipate, nei prossimi mesi all’ecomuseo si pensa a visite in azienda, giornate di raccolta e camminate nei boschi alla ricerca di fiori e piantine e dei loro segreti, con i locali e, in estate, con gli ospiti. Parlando di prodotti tipici, si dice Lomaso e l’associazione immediata è con le patate, dici Bleggio e si pensa alla noce, anche se di noci ne son rimasti pochi, ma fino a non molti anni fa le attività agricole erano molto più diversificate: si coltivavano gelsi e tabacco, e tantissime erano le erbe, le radici e le resine di cui ci si serviva per curarsi, in cucina e in cosmetica. Nelle zone più alte genziane, stelle alpine e arnica. Nei prati dei tre altopiani di Lomaso, Bleggio e Banale si trovavano achillea, ortica, coda cavallina, ma anche silene, iperico, origano, menta e camomilla selvatica. Una varietà di erbe officinali e spontanee delle quali, fino ad oggi, si era smesso di occuparsi. Ma un’innovazione spesso altro non è che un recupero in chiave moderna di qualcosa che c’era già, la sensibilità verso il mondo naturale sta cambiando, e proprio accanto all’ebbrezza per le frontiere abbattute dalla tecnologia viaggia ora quella per le meraviglie create dalla natura. Da qualche anno a questa parte nelle Esteriori si è ricominciato a vedere nelle erbe spontanee e nei prodotti che se ne possono ricavare un’occasione anche economica e diverse realtà, tutte femminili (sarà un caso?) stanno prendendo piede aprendo un nuovo mercato. All’ecomuseo, con SY-CULTour, progetto ancora in divenire che spera di coinvolgere altre realtà interessate alle erbe, si spera di aver trovato un pezzo importante di quel puzzle per trovare nel paesaggio locale una risorsa. Soffia un vento diverso nelle Esteriori: l’Azienda di promozione turistica pensa a un’offerta sempre più a misura di territorio, alle Terme di Comano si sogna una valle votata al benessere, l’ecomuseo incoraggia, sostiene, informa e coordina la valorizzazione di tutto ciò che è autoctono e porta con sé un pezzo di storia della valle, «lento» e «naturale» sono le nuove parole chiave che in molti, in ambiti diversi, si trovano a pronunciare. E le singole idee di futuro che si intrecciano nella piccola valle giudicariese assumono i contorni sempre più definiti di un orizzonte comune.
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