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Trento, 22 marzo 2013
Inceneritore, dopo il no il problema rifiuti resta
lettera di Marco Ianes
pubblicata su l’Adige di venerdì 22 marzo 2013

Egregio Direttore, finalmente apprendiamo ufficialmente che il progetto inceneritore è stato abbandonato. Vale la pena, però, fare alcune riflessioni in merito al tema gestione dei rifiuti.

1.       L’abbandono del progetto inceneritore non è stato determinato da una revisione progettuale del sistema, bensì dalla mancanza del suo sostentamento economico in primis e, per seconda causa, l’apertura di una nuova via per bruciare i residui dei rifiuti, tramite i cementifici, come decretato dal governo uscente . In alcuni casi, questa prospettiva potrebbe essere addirittura peggiore di un inceneritore! Chi controlla regolarmente le emissioni nell’aria e le immissioni dei residui sul suolo, di un privato che brucia per la propria produzione? Ovviamente, l’ente pubblico, ma con cadenze e responsabilità ben diverse, rispetto a quelle previste per un vero e proprio stabilimento dedicato alla combustione dei rifiuti; potrebbe essere buono il detto: dalla padella nella brace! E con tanto di euforismo popolare.

2.       L’abbandono del progetto inceneritore apre un enorme buco gestionale della partita rifiuti; infatti, non esiste un piano di gestione moderno e al passo dei tempi e la patata bollente sarà sicuramente lasciata in eredità ai governanti prossimi; saranno in grado di predisporre un piano operativo moderno, eco-sostenibile e, soprattutto, condiviso con i vari attori politico-culturali-economici? Date le premesse politiche su questo avvio di campagna elettorale (perché è già partita) che, come sempre, privilegia i nomi dei candidati alla presidenza invece dei programmi , penso proprio che questo tema della gestione dei rifiuti, sarà davvero gestito nella solita maniera pressapochistica, come è stato in questi quindici anni.

3.       Manca, indubbiamente, una capacità di coinvolgere  le varie componenti della società (economica, sociale, ambientalista) per migliorare e approfondire un percorso virtuoso di gestione della risorsa “rifiuto”; non più bruciare, sotto qualsiasi forma, bensì ridurre alla fonte, oppure riciclare e riutilizzare. Anche qui la politica ha toppato, in questi anni e si rischia di ripetere gli errori del passato; non vi è presa di coscienza, sia politica, sia sociale, del problema della gestione rifiuti.
Alcune tracce, non certo esaustive, però da sviluppare, a mio avviso:

-   Predisposizione di un tavolo tecnico, con coinvolgimento della associazioni delle categorie, economiche,  associazioni ambientaliste, rappresentanti degli amministratori condominiali , classe politica, dove discutere delle linee guida generali  relative alla gestione dei rifiuti a livello provinciale, uniformando per tutto il territorio il modus operandi.

-   Predisposizione dei progetti di realizzazione del sistema generale del trattamento del residuo indifferenziato

-   Realizzazione del progetto migliore, scelto in base alle linee guida dettate dal tavolo tecnico.

Abbiamo atteso quindici anni di tira-molla, con una classe politica letteralmente allo sbando su questo tema; in un anno o poco più, si potrebbe definire tutta la questione seriamente, con analisi tecnica seria e con il coinvolgimento di tutti gli attori, come da sani principi di democrazia partecipativa; chi avrà il coraggio di prendere questa proposta nel proprio programma politico? Non credo gli attuali politici, poiché hanno dato prova di totale incapacità in ben quindici anni di governo, non sapendo ascoltare chi sosteneva da sempre la totale inutilità del progetto inceneritore.

Permettetemi, infine, un ringraziamento a Nimby Trentino e a Coordinamento Trentino Pulito, di cui faccio parte, per l’impegno profuso in questi anni, nel fare informazione seria, con supporti tecnici e medici; in realtà è grazie a queste associazioni se il percorso è ancora aperto a soluzioni più moderne e sostenibili, nell’interesse del bene collettivo e non certo grazie ai vari politici che stanno facendo a gara nel mettersi in mostra per segnalare la loro contrarietà all’inceneritore. Dov’erano questi signori al referendum che avrebbe potuto fermare il progetto già dieci anni fa? E saranno in grado di proporre una strada diversa, nei prossimi programmi per le imminenti elezioni provinciali, magari prima di parlare di candidati vari?

 Marco Ianes, Trento

      

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