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Trento, 12 gennaio 2003
LA MARGHERITA VOLEVA BRUCIARE TUTTO
“Grazie a noi differenziata al 50%”
Intervista a Giorgio Pedrotti de l ’Adige di domenica 12 gennaio 2003

I Verdi non ci stanno a passare per coloro che per rimanere al governo hanno svenduto la loro fede e la salute pubblica avallando il progetto inceneritore. Né intendono restare a guardare Alleanza nazionale che – affiancata da Forza Italia ma anche da Rifondazione comunista, Costruire comunità e molte associazioni ambientaliste – si erge, con il referendum, come paladina dei cittadini contro il “mostro” di Ischia Podetti. Giorgio Pedrotti, voce autorevole dei Verdi provinciali, difende l’assessore Berasi e la scelta dell’inceneritore rispetto al bioessicatore, accusa il fronte referendario e attacca anche il sindaco di Trento.

“Non si vuol capire – esordisce Giorgio Pedrotti – che è solo grazie ai Verdi e al lavoro di Iva Berasi in giunta se siamo riusciti ad ottenere un Piano provinciale dei rifiuti che si pone come obiettivo ambizioso il 50% di raccolta differenziata e siamo riusciti inoltre a ridurre le dimensioni del progettato inceneritore da 330 mila tonnellate l’anno alle attuali 240 mila. Dirò di più. Come Verdi presenteremo le nostre osservazioni nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale chiedendo una ulteriore riduzione delle dimensioni dell’inceneritore, che è ancora troppo grande. Considerate le scelte sulla raccolta differenziata, riteniamo, infatti, che si debba arrivare a prevedere un inceneritore da 140-150 mila tonnellate e se alla raccolta differenziata venisse affiancata una politica di riduzione dei rifiuti si potrebbe scendere anche sulle 110-120 mila tonnellate come pensa di fare Bolzano”.

Pedrotti ammette dunque che nemmeno i Verdi sono soddisfatti del progetto presentato dalla Provincia al Via, ma che è ciò che di meglio non riusciti ad ottenere con la loro opera di mediazione “lottando, da soli, in una giunta provinciale dove la maggioranza era partita con l’idea di incenerire tutto”.

“Va detto che le giunta Dc degli anni ’80-’90 e poi la stessa Margherita di Dellai – sostiene Pedrotti – insieme alla Sit e ai dirigenti provinciali, come Bortolotti, erano partiti con l’idea di un inceneritore che ci liberasse di tutti i rifiuti, senza porsi troppo il problema della raccolta differenziata. Di fronte a questa impostazione abbiamo assistito per anni al silenzio dei Ds, delle altre forze socialiste, delle opposizioni e anche di quel Merler che mi chiedo dove fosse nel ’98, quando venne approvato l’ordine del giorno del consiglio comunale di Trento sulla localizzazione a Ischia Podetti”.

Giorgio Pedrotti se la prende poi con il sindaco di Trento, Alberto Pacher. “I Verdi hanno continuato a sostenere questa maggioranza – osserva l’esponente del Sole che ride – anche quando Pacher ha deciso di cancellare l’assessorato per l’ambiente. Ritengo però che il sindaco di Trento abbia delle grosse responsabilità politiche per lo stato miserevole in cui si trova la raccolta differenziata nella città di Trento. Si sono fatte tante sperimentazioni, ma siamo da dieci anni sempre a livello di sperimentazioni. La Sit, controllata dal Comune, ha fatto poco o nulla per potenziare la raccolta differenziata. Se non fossimo così indietro oggi sarebbe più facile far passare l’idea di un inceneritore piccolo, di 110 mila tonnellate per smaltire quello che non si può differenziare”.

Pedrotti respinge al mittente le accuse: “Noi cerchiamo una soluzione al problema. Ricordo che Walter Micheli, ora contrario all’inceneritore, aveva inserito a bilancio la realizzazione di un inceneritore quando era lui assessore provinciale. Non accetto poi lezioni da Rigo (Italia Nostra) che non è mai stato ambientalista ma viene dall’area socialista, o da Catalano (Rifondazione). Credo che questo fronte di forze di sinistra e associazioni ambientaliste a fianco di An sia indice di uno stato confusionale che non porterà da nessuna parte e non aiuta l’ambiente. Noi siamo in linea anche con Greenpeace, l’associazione più rigida in tema di inceneritori, perché li mette al bando dal 2020, non prima”.

I Verdi, infine, ripetono, come ha già più volte sostenuto l’assessore provinciale Berasi, che non credono nella soluzione bioessicatore più piccolo inceneritore. “Siamo convinti – dice Pedrotti – che a parità di rischi per la salute è meno conveniente dal punto di vista economico”. E Pedrotti cita a sostegno di questa affermazione uno studio di Federambiente, l’associazione delle aziende che gestiscono questi impianti, tra cui Asm Brescia.

 

      
   

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