Due realtà molto lontane geograficamente, ma legate dal desiderio comune di raccontare e proteggere la complessa biodiversità della foresta amazzonica. È questo il filo che lega il professor Ennio Candotti, direttore del museo brasiliano Musa «Museo dell'Amazzonia», al professor Rolando Pizzini, docente del liceo Prati di Trento e cofondatore di «Trentino Insieme», associazione impegnata nell'avvio di progetti di sviluppo sostenibile e conservazione ambientale, in particolare nelle zone del Sud America e del continente africano.
«Ogni albero - esordisce Candotti - è un libro aperto e sta a noi comprendere in che linguaggio è stato scritto. L'Amazzonia ci permette di raggiungere la comunicazione di una memoria millenaria, un laboratorio vivo che dobbiamo decifrare: è importante quindi raccontare la foresta, dalla piccola formica fino ai processi della fotosintesi clorofilliana, per capire insieme il grande libro della natura».
Nato a Roma nel 1942, Candotti è una delle personalità scientifiche più in vista del Brasile. Docente universitario di fisica attualmente in pensione, presidente della Società brasiliana per il progresso della scienza (la maggior associazione scientifica del Paese) ed editore della rivista «Ciência Hoje» («Scienza oggi»), ha ricevuto nel 1999 il premio «Kalinga Prize» conferitogli dall'Unesco.«È un percorso interdisciplinare quello che mi ha portato, nel 2008, alla guida del Musa: grazie alla mia esperienza ho conosciuto ricercatori in ambito geologico, scientifico e biologico e questo mi ha permesso di acquisire familiarità con diverse realtà scientifiche». Già, perché la cooperazione tra esperti e la condivisione del sapere costituiscono i pilastri su cui si fonda la realtà Musa, che ha come motto «viver juntos»: vivere insieme. La divulgazione scientifica è infatti fondamentale per Candotti, perché costituisce l'unico modo per provocare un cambio di mentalità nelle generazioni future. Più nello specifico, ad avviso del docente, è essenziale riflettere sul fatto che si «perderà il patrimonio della foresta amazzonica se non riusciremo a dimostrare che un ettaro di terra nuda vale meno di un ettaro di foresta primaria. Mi trovo in Europa per cercare alleati che mi supportino: un albero è più importante del legno che contiene».
Nell'ottica di «aiutare per essere aiutati» e di promuovere la conoscenza, si delinea quindi come percorso naturale quello di una stretta collaborazione futura tra il Brasile ed il Trentino. «Ho visitato il Muse in questi giorni - afferma Candotti - e spero di tornare per progetti comuni. L'ho trovato bellissimo ed è interessante la presenza di laboratori in cui i bambini possono avere in prima persona la percezione delle ricchezze e delle incognite della natura».
Molti sono infatti i misteri che avvolgono la foresta amazzonica e la collaborazione internazionale, ivi inclusa quella che vede coinvolto proprio il Trentino, è l'unico modo per conservarla. «I ricercatori sono sempre i benvenuti al Musa perché ricerca significa sviluppo ma non si può lavorare in Amazzonia pensando di depauperare il territorio ed andarsene». Nel complesso contesto politico del Brasile (peraltro infiammato proprio in questi giorni per le accuse di corruzione rivolte al presidente Temer), trovare fondi per la ricerca è infatti sempre più arduo. «Sono 25-30mila le specie presenti nella foresta amazzonica, ma solo poche migliaia sono conosciute».
Di tale avviso anche il professor Rolando Pizzini. «L'Amazzonia - spiega il docente - contiene la più alta biodiversità del pianeta e "Trentino Insieme" ha contribuito attivamente alla conservazione di 180mila ettari di foresta primordiale nella regione di Xixuaù». Ambizioso infatti il progetto condotto dal professore del Prati, che è volto anche a fermare l'esodo dei nativi del luogo, i Caboclo, verso le grandi città moderne, attraverso un ecoturismo ad impatto zero. «È fondamentale - conclude il docente - riportare i nativi nella loro foresta, attivando un ecoturismo basico e percorsi educativi specifici».
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MUSA : È aperto dal 2009
nella cittÅ di Manaus
COS' È
Il Musa, «Museo dell'Amazzonia», sorge nella città brasiliana di Manaus, capitale dello Stato dell'Amazzonia situata sulla sponda del Rio Negro, che confluisce poi nel Rio delle Amazzoni. È proprio nel cuore pulsante della foresta amazzonica che nel 2009 nasce questo museo a cielo aperto, simbolo di un importante progetto educativo e di solidarietà. Attraverso i cento ettari di foresta primaria della «Riserva Adolpho Ducke» che costituiscono l'area, il visitatore entra in contatto in prima persona con la biodiversità amazzonica, immerso nella riserva ecologica più grande del mondo. Il museo presenta una torre di osservazione alta 42 metri per poter scrutare dall'alto la foresta, mentre il giardino botanico, le esposizioni e i laboratori sperimentali accompagnano il visitatore nel mondo della flora e della fauna. Serpenti, uccelli, ragni, formiche e rare specie di vegetali rappresentano solo una minima parte della sconfinata biodiversità custodita.
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