verdi del trentino
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Rovereto, 23 febbraio 2017
ROVERETO: «Basta tagliare alberi, ci avveleniamo»
I Verdi, al governo, attaccano il sindaco
da l’Adige di giovedì 23 febbraio 2017

«Non toccate gli alberi!». Non è una minaccia e nemmeno un ricatto ma i Verdi, una delle costole dell'amministrazione Valduga, hanno perso la pazienza. I lavori pubblici ordinati dalla giunta hanno infatti preso di mira oltre cinquanta piante che rallegrano - anche da un punto di vista della salute - la città. E che, a detta del portavoce degli ambientalisti al governo dell'urbe Pino Finocchiaro , sono un vero e proprio toccasana visto che depurano l'aria che tutti respiriamo. Insomma, il Comune rischia di passare alla storia come l'Attila di turno che priva Rovereto dei polmoni e lo condanna al cemento. 

I mal di pancia in maggioranza non li scopriamo certo oggi ma il sindaco Francesco Valduga rischia davvero l'implosione dell'armata civica alla guida di palazzo Pretorio. «Per carità, - precisa Finocchiaro - la nostra presa di posizione non è né una minaccia né un ultimatum ma certo è che come Verdi non possiamo soprassedere quando si tratta di tutelare l'ambiente».

E gli alberi sono decisamente ambiente. L'elenco dei grandi vegetali immolati sull'altare del riordino urbano è però lungo: 40 olmi in via Benacense - per altro difesi a gran voce dalla minigiunta del Carnevale (gli scolari della quarta elementare proprio di Lizzanella) che ha posto la loro tutela in cima all'ordine del giorno - 8 cedri alla Baldresca, 10 ippocastani in viale Trento, 4 ai giardini di via Dante. Un boscaiolo infoiato, in altre parole, sarebbe meno dirompente.

Ogni taglio, però, fa storia a sé. E la priorità, adesso, è via Benacense. «Quei 40 olmi, anche se la giunta parla di 15 ma il progetto è chiaro, vanno salvati senza se e senza ma. - tuona il portavoce dei Verdi - Anche perché abbiamo chiesto al sindaco, prima di Natale, di rivedere il progetto e i tecnici comunali ci hanno assicurato sulla possibilità di alternative. Una su tutte: la pista ciclabile può essere realizzata dall'altra parte della strada salvando gli alberi. Ma quello che dà fastidio è che Francesco Valduga ci ha detto che si poteva apportare una variante e che ne avrebbe parlato con i tecnici incaricati del cantiere, cosa che non è avvenuta. Per carità, crediamo alla sua buona fede e probabilmente si è solo dimenticato ma adesso insistiamo per cambiare quei lavori».

Che ci sia maretta a Palazzo, tra l'altro, lo si capisce anche da chi parla pubblicamente delle scelte dell'amministrazione. «Perché alla serata della circoscrizione è andato l'assessore Carlo Plotegher e non quello ai lavori pubblici Beppino Graziola? Strano, no?», si chiede il portavoce del «Sole che ride».

Ma torniamo agli alberi. «Eliminare gli olmi di via Benacense è un male imperdonabile. E butto lì numeri pesanti: quelle piante ad alto fusto raccolgono ed eliminano ogni anno una tonnellata di anidride carbonica e d'inverno smaltiscono 250 grammi di polveri sottili al giorno».

Tradotto in soldoni, salute pubblica insomma, gli olmi di Lizzanella sputano quotidianamente 20 litri di ossigeno a testa. «Vorrei chiarire che un uomo consuma ogni giorno 300 litri di ossigeno e questi olmi, solo loro, fanno sopravvivere due persone. Non credo sia una cosa da poco».

I Verdi stanno per staccare il cordone ombelicale con l'amministrazione comunale? «No, non siamo ancora a questo passo. Vogliamo però stimolare la coscienza ambientale del sindaco Valduga che, se non ce l'avesse, non ci avrebbe accolto nella sua coalizione. Insistiamo su questo punto perché siamo convinti che il progetto di via Benacense si può ancora cambiare. Gli olmi vanno salvati anche per non snaturare il paesaggio della zona. Non si può sacrificare sempre la Natura. In nome di cosa poi? Ai ragazzi, agli scolari della città che sono la cosiddetta classe dirigente del futuro, insegniamo che gli alberi sani vanno tutelati. È questa la risposta?».

 

      

Il movimento

I VERDI sono il partito
più longevo della città. Apparsi in consiglio
comunale per la
prima volta nel 1983
con Umberto Savoia,
da allora sono presenti
con lo stesso simbolo. Dal 2015 siedono in giunta nella coalizione civica del sindaco Francesco Valduga
e il portavoce è
Pino Finocchiaro, già consigliere comunale
e assessore a fine anni Novanta. Ambientalista della prima ora,
difende a spada
tratta il verde urbano.

   

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