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Rovereto, 3 gennaio 2006
«DI CESARE IN CESARE FINIREMO A DESTRA DI BERLUSCONI»
Donata Loss dei Verdi-Con Rovereto, attacca la “pax dellaiana”
da l’Adige di martedì 3 gennaio 2006

Donata Loss, consigliere dei verdi, dà la sua interpretazione della situazione politica; offre la sua analisi del duro momento che la Rovereto della politica ha affrontato nei scorsi giorni. Parte dall’Ici per arrivare a quella che lei chiama la “pax dellaiana” e al “cesarismo” del sindaco. Un “cesarismo”, dice, che chissà dove finirà per portarci. Del resto lei lo ha detto nelle ore scorse: la battaglia dei verdi contro il sindaco è una battaglia in difesa del diritto al dissenso. «Continuo a sostenere – afferma Donata Loss – che qualsiasi aumento di tasse e tariffe mette in difficoltà le famiglie che hanno già una ridotta capacità di spesa. Un’amministrazione può ridurre le spese e scegliere in quali campi fare investimenti anche senza aumentare tariffe che penalizzano i cittadini.

Su queste scelte, che sono difficili per qualsiasi amministrazione, non si doveva, non si deve, fare alcun “gioco politico”: di fronte alla sostanziale anomalia delle normali modalità di discussione quale è l’ostruzionismo, perché An non è stata richiamata direttamente dal sindaco alle sue responsabilità? Un dialogo tra le due parti non dovrebbe essere così difficile, tenendo conto che una parte di An, così come una parte di Rovereto Insieme, ha votato l’attuale sindaco.

Spetta proprio al Sindaco un compito difficilissimo, quello di “comporre gli opposti”, come dice l’etimologia greca della parola. D’altra parte, Freud diceva che “governare ed insegnare sono due mestieri impossibili”. Forse una risposta è che tra poco si vota, ed il governatore Dellai ha chiamato a rapporto i politici roveretani di centro-sinistra, imponendo la “pax” a scanso di altre sorprese simili a quella del giugno 2005. Ma, di Cesare in Cesare, dove andremo a finire? Alla destra o alla sinistra di Silvio?

Avevo chiesto di non collegare la disponibilità a rivedere le tariffe ICI alla conclusione dell’ostruzionismo; e di non collegare un eventuale rifiuto di sospendere l’ostruzionismo alle dimissioni della Giunta. Pensavo si potesse cercare un altro modo di uscire dal caos. Quante volte ancora si gareggerà a “braccio di ferro”? Non voglio pensare che ci sia solo questo modo, quasi “muscolare”, di fare politica. Vedremo».

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