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Tesero, sabato 21 luglio 2012 Dall’interno di una delle vallate più conservatrici delle Alpi era difficile attendersi l’emergere di uno spaccato tanto vitale del vivere e della innovazione, tecnologica e culturale. Il convegno di Fiemme, nel celebrare i 60 anni di vita di CIPRA Internazionale ed i 20 di CIPRA Italia, ha voluto aggiornare i contenuti ed i movimenti innovatori presenti nell’arco delle Dolomiti, lo ricordiamo, recentemente, 26 giugno 2009, dichiarate patrimonio naturale dell’umanità. Il Vicepresidente di CIPRA International, Helmuth Moroder, ha sottolineato come un convegno, con un titolo simile, solo 20 anni fa sarebbe stato impensabile nelle Alpi italiane, l’ambientalismo era confinato ad un ruolo di puro antagonismo e la controparte, istituzionale e produttiva, ideologicamente rifiutava ogni approccio, ogni confronto. CIPRA Italia, attraverso il suo Vicepresidente, Luigi Casanova, ha voluto far emergere i tanti aspetti positivi oggi chiaramente leggibili, una lunga ma significativa maturazione, che oggi, in piena crisi economica, costruisce nuove opportunità di speranza e fiducia rivolte ai giovani nel territorio delle Dolomiti. Il convegno ha dato voce ad esperienze diverse, sia produttive che conservazionistiche ed istituzionali. Alla presenza di numerosi amministratori locali e dell’Assessore provinciale all’urbanistica e agli enti locali Mauro Gilmozzi è stato presentato lo stato di conservazione dell’ambiente forestale e l’avvio della filiera del legno tutta centrata, oltre che sulla produzione di legname certificato di alta qualità, sulla riconversione energetica dalle fonti fossili. L’intera valle ha poi illustrato gli sforzi diffusi e diversificati tendenti a ridurre nel modo più significativo possibile la dipendenza dalle energie che emettono grandi quantità di gas alteranti il clima: il comune di Cavalese ad esempio nel 2013 arriverà vicino al traguardo dell’autarchia energetica giunta al 90% sia nella produzione di energia termica che elettrica (teleriscaldamento a biomasse, cogenerazione da gas, pannelli fotovoltaici diffusi, energia idroelettrica, bioenergia da deiezioni animali). Obiettivi che saranno seguiti da numerosi altri esempi, presenti sia nel Primiero (che ha costruito assieme a Fassa e Fiemme la rete culturale e programmatica) che in altri comuni come Predazzo e Carano. Dal punto di vista conservazionistico è stata particolarmente stimolante la relazione del dott. Cesare Lasen, che ha illustrato lo stato dei lavori di Dolomiti UNESCO e le straordinarie occasioni di governance partecipata che questo strumento apre non solo alle associazioni ambientalistiche e alpinistiche (già colte da CIPRA, CAI e Mountain Wilderness), ma a tutto il mondo imprenditoriale del turismo e del Vivere nelle Alpi. Un universo fatto di reti, di condivisione, di progettualità basata sulla conservazione e promozione del paesaggio, della geologia, delle tecniche di turismo alternativo e sostenibile, della formazione. Di straordinario interesse, vero motore di innovazione conservatrice attiva, è stata la relazione del dott. Claudio Ferrari (Provincia Autonoma di Trento) che ha illustrato le prospettive della rete delle aree naturali inserita in Rete Natura 2000, un progetto che unisce in una cornice unitaria parchi nazionali, regionali, locali, fluviali, agricoli e geologici che spontaneamente stanno maturando nella realtà del Trentino. Dalla conservazione alla produzione. Anche diverse aziende della valle stanno investendo in sostenibilità, in innovazione creativa, nel riuso dei materiali di scarto, come la Sportiva, azienda leader nella produzione di calzature di alta montagna e sportive. Per arrivare alla mobilità. Accanto alla proposta sostenuta da un movimento spontaneo come Transdolomites che è arrivata a progettare una nuova ferrovia che collega le Dolomiti di Fassa a Trento, si è associata la voce di Confindustria di Belluno che ci presenta il sogno di un circuito tutto in ferrovia, moderna e veloce, che circumnavighi le Dolomiti intere, da Cortina a Brunico, da Bolzano a Trento, attraverso la Valsugana per arrivare a Feltre e Belluno. Ai contenuti del convegno, già di per sé ricchi, vanno aggiunti altri passaggi innovativi, comunque presenti nel territorio dolomitico. La richiesta di autonomia per tutti i territori delle montagne italiane, il progetto avanzato e condiviso da Mountain Wilderness con la Società Funivie Marmolada per la riqualificazione turistica del gruppo della Marmolada, primo esempio in Italia e forse europeo di collaborazione attiva fra ambientalismo e imprenditoria, l’adesione delle Comunità di Fiemme e Primiero ad Alleanza nelle Alpi, le ormai sempre più diffuse esperienze che legano l’agricoltura di montagna al turismo di qualità. Il Convegno è stato un inno di speranza inserito in una crisi economica di dimensioni epocali: non si tratta di una crisi finanziaria, ma di una crisi di risorse, di una crisi climatica che presenta a noi tutti il dovere di una riconversione. Riconversione che non può che avvenire in senso ambientalista e grazie al recepimento dei territori alpini, tutti, delle linee di indirizzo presenti nella Convenzione delle Alpi attraverso una governance partecipata. Luigi Casanova
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