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Trento, 7 gennaio 2014
Giovani e vecchi sulla stessa strada
di Antonio Zecca
da l’Adige di martedì 7 gennaio 2014

È sui giornali la notizia di un anziano (86 anni) che alla guida di un Suv ha sfondato la vetrina di una banca uccidendo una persona. È troppo facile commentare che non si può dare un Suv in mano a uno di 86 anni né a uno di 20 anni: leggi e regolamenti dovrebbero impedire questi errori – se il diretto interessato non ha il buonsenso.

Ma non è di questo che vi voglio parlare, ma delle immediate reazioni e proposte che abbiamo letto su come evitare fatti simili in futuro. Le reazioni ricordano molto quelle di qualche anno fa a proposito delle «stragi del sabato sera»; ma allora non erano in causa gli anziani. La conclusione allora era che alcol, droghe e velocità sono le prime cause di incidenti stradali.

Oggi le proposte ruotano intorno a restringere per gli anziani la possibilità di guidare (per esempio con  visite mediche più frequenti per il rinnovo della patente). Una analisi accurata mostra che le cause ultime degli incidenti sono le stesse per le due categorie, giovani e anziani e che le proposte di restrizione non sono sufficienti per ottenere risultati significativi (per ridurre il numero di morti in incidenti stradali).

Semplificando, i fattori limitanti per gli anziani sono una ridotta velocità di risposta (riflessi rallentati) e una carenza nella capacità di attenzione. Come contropartita, gli anziani hanno in media maggiore esperienza di guida e maggiore prudenza. I giovani hanno in media riflessi più veloci, ma minore esperienza e maggiore aggressività.

Qui entrano in gioco alcol, droghe e velocità. Gli effetti dell’alcol dovrebbero essere noti a tutti. Il primo comincia a presentarsi anche per quantità moderate: i riflessi vengono rallentati così che un ventenne che ha bevuto un paio di birre ha i riflessi di un settantenne sobrio. I riflessi peggiorano molto con l’aumentare dell’alcol ingerito, ma in parallelo si presentano altri guai: la capacità di concentrazione e l’attenzione si deteriorano, cominciano difficoltà di visione specie di notte. Di più: la persona tende a sopravvalutare le proprie possibilità e a sottovalutare i pericoli. Si può dire indicativamente che un ventenne con un tasso di alcol superiore a 0,5 grammi per litro di sangue (il limite di legge) si è «proiettato» verso gli ottanta anni.

Ma per l’alcol esiste teoricamente la possibilità di un controllo da parte delle forze di polizia: il famoso test del palloncino permette di dare subito il quadro della situazione. Invece non esiste niente di simile per le numerose droghe in giro per l’Italia e quindi è impossibile controllare le persone che sono un rischio per se stesse e per gli altri. Gli effetti sono diversi per i diversi tipi di droga ma in riassunto tutte alterano il funzionamento del nostro cervello e deteriorano le capacità di guida. Di nuovo un giovane sotto l’effetto di droghe è altrettanto pericoloso di un anziano.

È utile sottolineare che il numero di giovani che usano droghe è confrontabile con il numero di persone sopra i settanta anni.

Le medicine sono una incognita per giovani e anziani. Un gran numero di farmaci che abbiamo nelle nostre case influiscono sul nostro cervello, alterando i riflessi, le capacità percettive, le sensazioni soggettive. E questo costituisce un problema per i giovani come per gli anziani. È comune tra i giovani sportivi di usare antidolorifici, antinfiammatori e miorilassanti; un numero crescente usa ansiolitici – spesso come auto-medicazione.

Per ragioni differenti anche gli anziani usano farmaci in queste categorie. Il guaio è che gli effetti sul sistema nervoso centrale sono poco studiati e conosciuti. D’altra parte ciascuno di noi non è in grado di accorgersi che qualcosa non funziona perfettamente: non abbiamo uno «specchio» che ci permetta di valutare i nostri riflessi. L’ unico specchio è il guard-rail contro cui rischiamo di schiantarci.

Siamo arrivati a parlare della velocità. Nessuno se ne rende conto, ma è facile da capire che se per andare a 100 km/ora servono riflessi a 0,4 secondi, per viaggiare a 150 servono riflessi a 0,2 secondi (fidatevi: il conto è giusto!). Ma è più chiaro se lo dico al contrario: se i miei riflessi passano da 0,2 a 0,4 secondi non potrò tenere i 150; dovrò scendere a 100 km/ora. Se continuassi a viaggiare a 150, diventerei un pericolo. Ecco dunque che abbiamo una prima ricetta valida per giovani e anziani: ridurre la velocità.

Secondo la Comunità Europea se riducessimo la velocità media di una piccola quantità, riusciremmo a ridurre il numero di morti di 500 o 600 unità all’anno (solo in Italia); il numero di incidenti di una decina di migliaia e i costi associati di un paio di miliardi di euro.

Ridurre la velocità: in autostrada dove i 150 km/ora sono una utopia – se non per brevi tratti fino alla prossima fila di camion e dove già ora la velocità media per tutte le auto è sui 120. Ridurre nei centri urbani dove la mortalità dei pedoni è fortemente legata alla velocità delle auto.

Questo evidentemente non basta: bisogna che l’importanza dei tempi di reazione venga conosciuta dai guidatori e dalle autorità: per quanto ne so, alle visite per il rinnovo della patente non viene fatto nessun test sulla prontezza dei riflessi e nessun test sull’assunzione di droghe (alcune lasciano tracce per molti giorni). I controlli sulla strada dovrebbero includere un test dei riflessi: è semplice, veloce e si può fare con qualsiasi computer - compresi i telefoni cellulari in dotazione alle forze di polizia.

Si tratta - come sempre nella nostra storia - di restringere le possibilità di guidare per tutti, anziani e giovani. È inevitabile: le restrizioni sono l’effetto collaterale di qualsiasi azione benefica per ridurre i morti, i feriti e i danni.

Una nota infine: la popolazione Italiana sta invecchiando. Quindi anche la popolazione sulle strade. Giovani e vecchi devono condividere le stesse strade; per evitare che questo comporti danni bisogna adeguare leggi e regole alla nuova situazione: dato che è impossibile alzare la velocità degli anziani, la soluzione è abbassare i limiti di velocità per tutti.

 

      
   

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