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    Iva Berasi - articoli, lettere e interviste dalla stampa
          
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Trento, 28 dicembre 2002
BERASI: LA BIOESSICAZIONE NON CI DA’ SICUREZZA
E sulle dimensioni finali dell’inceneritore: sarà sotto le duecentomila tonnellate
«Merler e Sit si prendano le loro responsabilità:
hanno rifiutato il centro di compostaggio perché non creava business»
Intervista a Iva Berasi, del Trentino di sabato 28 dicembre 2002

«Vent’anni fa Micheli mi sussurrava: sei una bella sognatrice. Io facevo la campagna raccolta lattine, lui aveva messo in Finanziaria un alto forno e Rigo era il suo consulente. Quando ho cominciato a fare l’assessore nel 1999 eravamo solo al 6% di differenziata. Alla fine del 2002 abbiamo già raggiunto il 23%. Oggi potremmo essere a livelli più alti se qualcuno avesse agito diversamente». L’assessore all’Ambiente Iva Berasi parla per la prima volta dopo la consegna del progetto inceneritore alla Via.

Assessore, qual è il suo giudizio sullo studio consegnato dall’Università?
Non sono ancora entrata nello specifico: vorrei studiarlo prima di esprimere giudizi puntuali nel merito. Di certo però non mi sento di metterlo in discussione, come ha già fatto qualcuno, prima ancora di averlo letto con attenzione solo perché va in una direzione piuttosto che in un’altra.

Una delle critiche è il dimensionamento di partenza di 240 mila tonnellate.
Precisiamo. L’inceneritore nel piano urbanistico provinciale ce l’ha messo Micheli e Ischia Podetti è la localizzazione che ho trovato. La cosa di cui mi sono preoccupata è la bonifica del sito. Per il resto non c’era traccia di differenziata. Nel piano della Provincia di Como nel 1993 erano già al 10%, ed oggi sono al 33%. Noi siamo dieci punti percentuali in meno, ma io ho trovato una situazione povera, appena al 6%. Quando parlavo di differenziata a Micheli, all’epoca, lui mi diceva che ero una sognatrice.

Merler però la ritiene responsabile della mancanza dei centri di compostaggio che, secondo lui, hanno fatto lievitare le tariffe.
Sit e Merler in testa si prendano le loro responsabilità. A Trento era stato votato un ordine del giorno per un centro di compostaggio di 30 mila tonnellate ad Ischia Podetti. Lì però ce ne stava solo uno da 10 mila che però era sufficiente per tutta la provincia. Ma non creava business. La Sit aveva fatto altri conti: 10 mila tonnellate per il Trentino, le altre 20 mila vendute a 150 lire il kg all’esterno. Allora spieghi Merler che era il delegato ai rifiuti del Comune perché la Sit non ha accettato le 10 mila tonnellate. Non solo: si faccia un giro in città a guardare dentro ai bidoni. C’è dentro di tutto, altro che differenziata. Il Comune di Trento costringa Sit a fare il modello Bolghera su tutta Trento: sono dieci anni che stanno sperimentando.

Più differenziata non vorrebbe dire un inceneritore più piccolo? Perché è uscita dall’Aula quando è passato l’odg di Passerini e Chiodi che chiedeva una conferenza di sindaci per sensibilizzarli sull’argomento?
Sarebbe inutile, non si possono mettere intorno ad un tavolo 223 sindaci. Io l’ho già fatto, quaranta alla volta, nella costruzione del piano dei rifiuti. Tutti sono consapevoli di quello che bisogna fare. L’obiettivo è il 35% per il 2004. Con chi non lo raggiungerà la giunta sarà spietata.

Quale sarà il dimensionamento finale dell’inceneritore?
Sono 268 mila le tonnellate di rifiuti prodotti, l’obiettivo è il 50% di differenziata e scendiamo a 134 mila. Aggiungiamo 15 mila tonnellate di rifiuti speciali, 5 mila di fanghi da depurazione, 4 mila ospedalieri. Restiamo pure larghi. L’inceneritore resterà sotto le 200 mila tonnellate.

Il mondo ambientalista è in fibrillazione anche sulla scelta del tipo di impianto. L’Università sostiene che il bioessicatore non sia la scelta giusta. Cosa pensa?
Condivido. Non abbiamo al momento dati che ci diano sicurezza. Mentre ci sono fior di studi rassicuranti sul termovalorizzatore, non ci sono altrettante certezze sul bioessicatore. La giunta sceglierà la miglior tecnologia col minore impatto ambientale e la maggiore sicurezza sulla salute. Se arriveranno dati confortanti opterà per il bioessicatore: al momento però mancano. Chi continua a sostenerlo porti dei dati scientifici per contestare l’inceneritore. I Verdi sono stati accusati per anni di dire solo di no. Noi ci siamo abituati a cercare alternative. Sostenibilità significa valutare tutte le soluzioni possibili e trovare quella giusta. Ma qualcuno la pensa in modo diverso.

Cosa ne pensa del referendum di An?
Fanno gli ambientalisti dell’ultima ore. Ma non hanno alternative valide da proporre.

Giorgio Rigo non perde occasione di attaccarla. Lei, assessore Verde, è diventata bersaglio del mondo ambientalista. Perché questa veemenza?
Noi come Verdi non abbiamo mai avuto la pretesa di essere gli unici interlocutori politici di tutto l’ambientalismo. Ma è incredibile che siamo attaccati da coloro che non hanno altri interlocutori. Quanto a Rigo, devono spiegarmi se Italia Nostra è un’associazione o è diventata un partito politico. Per fortuna che Italia Nostra non è solo Rigo. Ci sono altre persone con cui si ragiona e che condividono la mia politica.

Ci sono però 40 associazioni ambientaliste sul punto di fare una marcia contro l’inceneritore.
Mi sono presa la briga di fare cinque telefonate ad altrettanti rappresentanti della lista. Non ne sapevano nulla. Questi sono i metodi usati.

Costruire comunità non è convinta dello studio dell’Università?
Una forza politica che vuole emergere oggi come oggi non può che costruirsi sulle tematiche ambientali.

Perché è Dellai e non lei assessore all’ambiente il referente per l’inceneritore?
Si tratta della decisione più importante che prenderà questa giunta ed è trasversale a più settori: lavori pubblici, urbanistica, ambiente, opere igienico-sanitarie. È giusto così.

 

 

  Iva Berasi

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