Trento, 6 luglio 2003 
          BERASI: «INCENERITORE,   ORA RITIRATE IL REFERENDUM»  
        L’assessore:   l’impianto da 150 mila tonnellate è plausibile. Spero che metta d’accordo   tutti. 
      Intervista a Iva Berasi del Trentino di domenica 6 luglio   2003 
      «L’inceneritore da 140-170 mila tonnellate? Si può   fare». Iva Berasi sottoscrive il parere del tavolo di lavoro insediato dalla   Provincia e promuove il bioessicatore, aggiungendo un appello: «Spero che questa   soluzione metta tutti d’accordo – dice l’assessore provinciale all’ambiente -.   Penso che anche il referendum diventi inutile e mi auguro che sia ritirato.   Adesso c’è bisogno di decidere e intervenire sullo smaltimento dei rifiuti. Non   possiamo perdere altro tempo». 
      Assessore Berasi, la soluzione indicata dal tavolo   di lavoro sul bioessicatore è la soluzione finale   sull’inceneritore? 
      Il parere degli esperti sarà senz’altro tenuto in   considerazione. Intanto sarà depositato alla Valutazione di impatto ambientale.   Credo che, tolti i fanghi di depurazione e il progresso delle rotoballe,   dimezzati gli scarti entro il 2007 in virtù dell’obiettivo del 50 per cento di   raccolta differenziata, inserita una fase di bioessicazione che ridurrà il peso   dei rifiuti di un altro 30 per cento, credo che l’obiettivo di uno smaltimento   finale di 140-170 mila tonnellate di rifiuto sia plausibile. 
      Il bioessicatore è una retromarcia per la giunta   provinciale? 
      No, lo prova il fatto che era già citato nella delibera   della giunta provinciale del 9 agosto 2002, in occasione dell’approvazione del   Piano rifiuti. 
      Il bioessicatore sarà costruito vicino   all’inceneritore, ad Ischia Podetti? 
      Penso proprio di sì. 
      Controindicazioni? 
      L’interrogativo che   nemmeno gli esperti hanno chiarito sono i costi. Potrebbero aumentare   notevolmente. 
      L’importante è la salute. Però gli esperti   dell’università avevano detto che le dimensioni dell’impianto non avrebbero   inciso granché sulle emissioni. 
  Se si può fare un impianto più   piccolo, meglio. Purtroppo all’inizio c’era stato l’errore di un tecnico che   aveva buttato lì una cifra (le 330 mila tonnellate, ndr) in occasione di una   delibera del Comune. 
      Sta in piedi l’idea di esportare fuori provincia il   “cdr” prodotto dal bioessicatore, senza fare l’inceneritore? 
      Sarebbe   disonesto. Infatti non lo propone più nessuno, a parte Taverna, se capisco bene   i suoi spot. Anche ad An dico di insistere di più, visto che hanno il ministro   dell’Ambiente, perché il governo si preoccupi non solo di far bruciare i rifiuti   per produrre energia ma anche di obbligare le industrie che bruciano rifiuti a   dotarsi delle migliori tecnologie. Ho più paura di tanti piccoli inceneritori   senza filtri che di pochi impianti centralizzati dotati di tutte le   sicurezze. 
      Il fattore-tempo: quando sarà pronta la valutazione   di impatto ambientale sull’inceneritore? 
      Proprio venerdì scorso   abbiamo accordato una proroga di un mese al Comune per esprimere il suo parere   sullo studio sulla salute. Credo che avremo la VIA a fine settembre-primi di   ottobre. 
      Ultimamente va di moda la soluzione sperimentata   dalla Pirelli in Piemonte: bruciare il “cdr” insieme ai   pneumatici. 
      Io ci andrei piano prima di entusiasmarmi ad una simile   soluzione. Sulla carta,bruciando pezzi di copertone, mi pare più rischiosa. 
      Siete in linea con gli obiettivi di riduzione dei   rifiuti del Piano provinciale? 
      Viaggiamo sul 25 per cento di   raccolta differenziata, ma il Comune di Trento assicura di poter fare di più.   Dunque, dovremmo centrare l’obiettivo del 35 per cento a fine anno. 
        
      
        
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