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Trento, 19 gennaio 2003
REFERENDUM SULL'INCENERITORE DELETERIO.
AGLI AMBIENTALISTI DICO: “DIALOGHIAMO MA SENZA PREGIUDIZI”

Intervista a Iva Berasi de l ’Adige di domenica 19 gennaio 2003

L’assessore dei Verdi a tutto campo: “Sono una persona seria, offro soluzioni. Non gioco allo sfascio” – “Sulla bioessiccazione sarei stata più prudente. Pronta a valutare i nuovi dati. Le ecoballe andranno via tutte”

“Gli ambientalisti sono pronti a riaprire il dialogo? Bene, io farò la mia parte. Ma ci dovrà essere collaborazione. Sino ad oggi, invece, nei miei confronti ci sono state solo accuse. A prescindere. A questa forma di dialogo dico no”. Iva Berasi, assessore provinciale verde all’ambiente, tende la mano a chi oggi, sulla questione rifiuti e inceneritore, si trova dall’altra parte della barricata. Ma non si ferma qui. Qualcosa vuole dirla anche in merito alla raccolta differenziata, al ruolo dei Verdi, al dimensionamento del futuro impianto di termodistruzione, al futuro delle ecoballe accatastate a Ischia Podetti, al ruolo della Via e dell’Università. Una Berasi, insomma, a tutto campo. Che gioca in attacco e si sfoga: “Perché sono una persona seria. Sbaglio anch’io, sia chiaro. Non ho verità in tasca. Ma, alla fine, i problemi si devono risolvere e le scelte vanno fatte”.

Non c’è dubbio. Ma se fossero maggiormente condivise non sarebbe meglio?
Il dialogo io l’ho sempre ricercato.

Anche con gli ambientalisti?
Anche con loro, certo. Ma sino ad oggi la collaborazione è stata difficile. Peccato.

Qualcosa però sembra essere cambiato negli ultimi giorni…
Ho letto. Fa onore agli ambientalisti per aver capito di essere strumentalizzati.

Si riferisce al referendum promosso da Alleanza nazionale?
Certo. Una scelta irresponsabile e deleteria. Perché il problema dello smaltimento dei rifiuti va affrontato. Troppo facile lavarsene le mani. Questo referendum è solo distruttivo. Non propone alternative.

Accanto all’inceneritore, da mesi, si parla anche di sistema integrato (bioessiccatore con accanto un piccolo combustore). La Provincia non ne ha mai voluto sapere. Si chiedeva e si chiede solo una comparazione tra le due opzioni. Perché questa chiusura?
La giunta ha fatto una scelta ma ciò non vuol dire nascondere la testa. Sino ad oggi, però, non c’erano dati certi. Non potevamo, insomma, muoverci al buio. L’unica cosa che conta è l’affidabilità tecnica dell’impianto e la tutela della salute pubblica.

Vuol dire che lo studio dell’Istituto Mario Negri di Milano, che dalle prime indiscrezioni considera affidabile anche il sistema integrato, potrà essere preso in considerazione?
Perché no. Il Comune di Trento ha chiesto questi dati. Valutiamoli. C’è tutta una fase dibattimentale da aprire. Io non ho verità in tasca. Mi interessa solo risolvere il problema.

Che effetto le fa vedere Alleanza Nazionale alla guida di un cartello ambientalista?
È sorprendente, non c’è dubbio. Io sono e morirò ambientalista. Faccio le mie battaglie. Vorrei chiedere invece ad An, che si dice forza di governo, cosa propone in alternativa. Stessa domanda faccio a Forza Italia. A livello nazionale, soprattutto An, sta attuando una politica anti-ambientalista.

C’è una cosa che in questi giorni lascia perplessi ed è il contenuto della relazione non tecnica allegata allo studio d’impatto ambientale sull’inceneritore. In queste pagine si “massacra” il sistema della bioessiccazione (inquinerebbe quattro volte di più è scritto). Cosa che invece non si riscontra nello studio e nelle affermazioni dei professori del Dipartimento d’Ingegneria Ambientale dell’Università. Una discrasia che ha suscitato imbarazzo e polemiche. Che ne pensa?
Devo dire che sulle prime sono rimasta stupita. Sul sistema della bioessiccazione sarei stata più prudente. Perché non ci sono dati certi. Comunque sia, il Dipartimento d’Ingegneria ha lavorato in piana autonomia.

L’opzione inceneritore è stata la prima scelta?
Devo dire che all’inizio si è approfondito il sistema della pirolisi. Un sistema che non inquina. Si ipotizzavano cinque impianti sparsi sul territorio.

E poi cosa è successo?
È successo che non esistono impianti guida.

Non poteva essere il Trentino a fare una sperimentazione?
Non c’erano i tempi.

Dicono che l’assessore Berasi è succube del presidente Dellai. Cosa risponde?
Chi dice ciò mi offende. La mia non è debolezza. Se abbiamo imposto una raccolta differenziata al 50% questo è merito mio. Rivendico, quindi il mio ruolo.

Ma sull’inceneritore?
Si tratta di un’opra che coinvolge più assessorati. Giusto che sia il presidente ad occuparsene.

Come si è sentita quando in consiglio provinciale è stato approvato un ordine del giorno del consigliere Passerini che chiedeva una conferenza dei sindaci; conferenza che lei non ha mai visto di buon occhio?
Intanto, non sono stata spiazzata. Il presidente mi aveva informata. Ritenevo inutile convocare i sindaci semplicemente perché con gli amministratori il dialogo non è mai mancato. Avrei invece radunato i gestori che sul territorio si occupano dei rifiuti. A loro avrei fatto pressione. Anche in maniera decisa.

Ma la differenziata al 50% è solo un numero inserito nel piano per placare le polemiche?
No. È un preciso obiettivo. So che qualcuno non ci crede. Lo smentiremo con i fatti.

Impensabile andare oltre?
Mai dire mai. Al momento, però, accontentiamoci di questo dato che è un buon obiettivo. Oggi siamo, come media, al 23% di raccolta differenziata.

C’è stato un momento in cui sul dimensionamento del futuro impianto si è assistito ad una sorta di tombola. Numero sparati a raffica. Ognuno diceva la sua. Come mai?
Anche su questo punto occorre fare chiarezza. L’errore madornale è stato fatto all’inizio, quando si è parlato di un impianto da 330 mila tonnellate. Una cifra gettata nella mischia a casaccio e che ha ingenerato confusione. Poi le cose sono mutate…

E siamo arrivati alle 240 mila tonnellate attuali che comunque sembrano eccessive o no?
Con una differenziata al 40% e con le ecoballe tutte via è chiaro che questa indicazione perché tale è, va rivista. Mi pare una cosa logica. Ma attenzione: ciò che conta è la qualità dell’impianto.

A Bolzano stanno pensando ad un impianto da 115 mila tonnellate. Può essere un’indicazione anche per Trento?
Non possiamo fare paragoni. Perché Bolzano, ad esempio, produce il 20% in meno di rifiuti. La differenziata, poi, è oggi al 32%. I fanghi, inoltre, non vanno nell’impianto. Ripeto, le nostre 240 mila tonnellate sono solo indicative. Per intervenire ci sono le osservazioni.

A proposito di osservazioni, attorno alla Valutazione d’Impatto Ambientale, che dovrà esaminare lo studio sull’inceneritore, c’è poca fiducia. Qual’è la sua posizione?
Ho massima fiducia nel comitato e non potrebbe che essere così. La Via valuta i progetti, indica come devono essere fatti, guarda se rispettano le norme. Non diamo a questo organismo compiti che spettano alla pianificazione urbanistica.

Quando verranno tolte le “balle” di Ischia Podetti?
L’ordinanza è stata firmata. Si stanno valutando i costi e i luoghi dove convogliarle.

Il dubbio è che solo una parte sarà portata via.
A Ischia Podetti sarà fatta una bonifica integrale dell’area.

La campagna pubblicitaria è servita per sensibilizzare i cittadini?
Certo. Un pugno salutare. Abbiamo aperto gli occhi della gente che adesso si sta quantomeno interrogando sul problema dei rifiuti.

Mai pensato, in questi mesi, di dimettersi?
Non scherziamo. Ho messo in campo un programma per risolvere il problema rifiuti. Ho dato risposte concrete. Se ne vadano coloro che c’erano prima di me. Se il Trentino è in ritardo è colpa loro, non certo della Berasi. Si facciano un serio esame di coscienza anziché demolire le idee degli altri. Vogliono giocare allo sfascio? Facciamo pure. Se ne assumeranno le responsabilità.

 

 

  Iva Berasi

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