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Trento, 20 dicembre 2004
MONITO DI BOATO: «DELLAI, NON FARE COSE DI DESTRA»
«La Valdastico e i caroselli sciistici sono scelte da anni ’70.
Appoggeremo Pacher, ha ammesso i suoi errori.
E’ brutto che il mio collega Olivieri abbia sparato a zero contro Bombarda: il suo sì è integralismo.
E certo non fa gioco di squadra»
Intervista al leader dei Verdi, Marco Boato, del Trentino di lunedì 20 dicembre 2004

Monito di fine anno di Marco Boato: «Il centrosinistra si trova d’accordo sul 90 per cento dei temi. Ma sul rimanente 10 per cento, sviluppo sostenibile e infrastrutturazione del Trentino, la coalizione può implodere. Dellai rifugga scelte di destra». Boato considera ad esempio la Valdastico una scelta «culturalmente di destra». Anche sulla Pinzolo-Campiglio il leader dei Verdi lamenta la mancata accettazione del contributo ambientalista: «Aver snobbato il documento di Bombarda, con soluzioni alternative, è stato un errore». Confermato l’appoggio a Pacher: «Ha ammesso due errori: non averci inseriti nella giunta e, unico sindaco in Europa, non aver previsto un assessorato all’ambiente».

Onorevole Boato qual è lo stato di salute della coalizione provinciale ad un anno dalla sua partenza?
«Occorrono, e se ne vede sempre più la necessità, dei correttivi. Realisticamente da attuare entro la metà della legislatura. Dellai lo deve fare come un atto di saggezza: ora le competenze, così come sono state attribuite, sono sbilanciate. Su tantissimi aspetti del programma, il 90 per cento c’è piena condivisione e serve invece accelerare per attuarli, ma su altri come rapporto tra ambiente e territorio sono emerse forzature unilaterali e scelte molto discutibili.

Difficoltà ce ne sono anche per quanto riguarda le riforme, quella della ricerca e quella istituzionale.
«Ma sono superabili con un supplemento di confronto e di discussione. Sarebbe, invece deflagrante ed implosivo per la coalizione, con il rischio di spezzarla, se si facessero scelte culturalmente di destra come quella della Valdastico. Se posso dare un consiglio fraterno a Dellai, dico di concentrarsi sulla stragrande maggioranza di programma su cui siamo in sintonia e lasci perdere scelte sciagurate in stile anni ‘70. Ma c’è dell’altro in quel dieci per cento di sofferenza che mina il centrosinistra».

Ovvero onorevole?
«Si è sottovalutato nella coalizione il contributo dei Verdi, in particolare del consigliere Roberto Bombarda, nella vicenda Pinzolo-Campiglo. Non era un tentativo per mettersi di traverso, ma di proporre in modo equilibrato idee alternative per risolvere gli stessi problemi. Noi non siamo fondamentalisti, e per questo abbiamo perso settori di consenso, ma abbiamo una cultura ecologista di governo. Aver snobbato il documento di Bombarda, con soluzioni alternative è stato un errore. Ho apprezzato, viceversa, l’apertura di Dellai per discutere le soluzioni sul come fare l’inceneritore. Anche perché so quanto è costato a suo tempo all’assessore Berasi assumere un atteggiamento responsabile sul tema, mentre in Consiglio comunale, un allora esponente della Margherita, tale Merler, faceva il fondamentalista contro l’impianto».

A proposito di Comune, a Trento, voi Verdi siete rimasti fuori dalla giunta.
«Ho parlato di recente di quest’aspetto con Pacher. Noi lo appoggeremo, con lealtà, anche l’anno prossimo pur avendo tutte le ragioni per uno spirito di ritorsione. Pacher, primo sindaco Ds di Trento, ha ammesso due errori nei nostri confronti: quello di non averci inseriti nella giunta (dopo essere stati per 10 anni al governo) e quello, unico sindaco in Europa, di non aver previsto un assessorato all’ambiente. Gli ho anche detto che i due errori sono stati gravissimi e che mi dispiace che li riconosca dopo cinque anni. Il nostro atteggiamento è costruttivo».

Come valuta la Gad, grande alleanza democratica, in Trentino?
«Ci siamo trovati a parlare di alleanze politiche solo sabato ed io avevo chiesto a Dellai, dopo la brutta figura del centrosinistra alle comunali di maggio, un incontro di tutte le forze già ai primi di settembre. Bisogna costruire ora questa coalizione più ampia in vista del 2006, che coinvolga Rifondazione Comunista, i dipietristi e, se ci sarà in Trentino, l’espressione locale dell’Udeur. Auspicando, ma non è scontato, come nel 2001, anche il coinvolgimento della Svp».

Ci sono prima le comunali.
«Appunto. Attenzione a non ripetere gli errori di maggio. In quell’occasione la coalizione non fece neppure una riunione prima e non se ne fece una dopo, per valutare l’accaduto. Ci si è trovati adesso, sabato scorso. E, pur in un clima positivo, ci si è resi conto che si dovrà confrontarsi almeno sui Comuni al di sopra dei 3000 abitanti. Se non ci sarà un vero coordinamento provinciale, sistematico da qua a maggio, si potranno avere delle amare sorprese anche in centri significativi. Tutti, mi pare, se ne sono resi conto».

 

  Marco Boato

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