Trento, 1 marzo 2007 
        BOATO, RICHIAMO PER DELLAI:«DELLAI PENSI ALLA COALIZIONE» 
        Civica, il leader dei Verdi critica il codice etico: «Si  rischia l'ipocrisia» 
      dal Corriere dell’Alto Adige di giovedì 1 marzo 2007 
      «Il codice? Tutto condivisibile, ma non affronta il vero  problema: la quasi totale egemonia della Margherita nel potere in rapporto al  territorio». Marco Boato, che sollevò il caso «magnadora», analizza così il documento  con cui la Civica si propone di dotarsi di un codice di responsabilità  politica. Da stasera parte il confronto nelle riunioni sui territori, a cui  anche Dellai è invitato. 
       Boato lo richiama: «Il presidente dovrebbe occuparsi delle  questioni interne alla Civica il meno possibile e valorizzare al massimo il  pluralismo di coalizione». 
      Ha letto i principi del codice di responsabilità politica? 
«Sì, ma faccio una premessa: ho il massimo rispetto per le  vicende della Margherita e sono contrario a qualunque ingerenza. Ragiono sul  tema perché non riguarda solo la Civica».  
      Condivide i contenuti? 
  «Piena condivisione di tutti i valori e principi indicati.  In questo documento si riconosce l'alta qualità politica e culturale di Paolo  Piccoli. Però credo che ci sia un grande equivoco di fondo». 
      Cioè?  
  «Il problema non è tanto quello di un codice etico che,  scritto o meno, dovrebbe sempre guidare chi fa politica. Il punto è che non  viene affrontato il nodo vero, esploso nell'ultimo periodo, ovvero l'eccesso di  coincidenza tra un partito politico e la gestione del potere istituzionale in  rapporto al territorio. Fino a quando non si affronta il problema di questo  "quasi monopolio", il resto rischia di essere una sorta di predica  morale, un flatus voci che non incide». 
      Come si fa a incidere? 
  «Non è immaginabile che il tema del conflitto d'interessi  sia demandato a un codice di responsabilità. Rischia di essere ipocrita. Se i  conflitti di interesse ci sono, vanno risolti con regole istituzionali e scelte  politiche. Se un partito attribuisce incarichi a persone potenzialmente in  conflitto d'interessi, il problema non riguarda queste persone: il partito  eviti di dare questi incarichi. Ma ci sono anche altri esempi». 
      Quali? 
  «Nel documento si parla di perseguimento dell'interesse  pubblico, rifiuto delle pressioni, cumulo di cariche. Tutti principi  condivisibili, ma se ci sono questi problemi è perché c'è un eccesso di  concentrazione di potere. Questo è il punto, non l'etica. Così abbiamo solo un  appello moralistico che rischia di essere un po' ipocrita». 
      Perché? 
  «Dellai, mesi fa, ipotizzò lo scenario, di persone che si  avvicinano alla Margherita per interessi propri. Per me il problema è che c'è  un'eccessiva sovrapposizione tra un partito e le istituzioni, e questo induce  meccanismi tipici da regime, che vanno stroncati. È un problema enorme, che la  coalizione dovrà affrontare per le prossime elezioni». 
      Nel codice si parla anche di ambiente. Su questo almeno sarà  d'accordo.  
  «Il rispetto dell'ambiente non ha nulla a che fare con il  codice di responsabilità politica. Il tema è tutto nelle scelte di governo. Lo  stesso vale per l'uguaglianza di genere. Sono d'accordo sul principio, ma  servono regole elettorali e scelte politiche. C'è una totale inadempienza di  norme dello Statuto e della Costituzione su questo tema: va modificata la legge  elettorale. Insomma, del documento sottoscrivo tutto. Ma si gira attorno, si  rischia di evitare con cura il vero problema: la quasi totale egemonia di un  solo partito nel rapporto tra il potere e il territorio. Questo assetto è stato  scelto nel 2003 e ha portato a questi problemi. Che non derivano, ripeto, dal  fatto che quelli della Margherita sono "cattivi"». 
      Ora il codice sarà sottoposto all'attenzione della base. 
  «A questo proposito ho un auspicio. So che anche Dellai è  stato invitato agli incontri sul territorio. Da qui alla fine della legislatura  preferirei che esercitasse il suo ruolo in riferimento alla coalizione,  dovrebbe essere coinvolto il meno possibile nelle vicende interne alla  Margherita. Dovrebbe valorizzare al massimo il pluralismo per preparare la  coalizione al 2008. Per me è lui il candidato». 
        
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