Trento, 18 novembre 2011 
        BOATO: «UNO SBERLEFFO ALLA STORIA» 
        L’esponente dei Verdi ricorda Mattei: «Un uomo di grandissima umanità» 
      dal Corriere del Trentino di venerdì 18 novembre 2011 
      «Questa ipotesi è scandalosa. Una provocazione sul piano  storico, politico e culturale». Marco Boato non ci sta. Nel pieno delle  polemiche per l’intitolazione di una via dell’ex Michelin a Gastone Del  Piccolo, l’ex parlamentare e membro della segreteria nazionale dei Verdi mete  in chiaro senza giri di parole di non accettare la proposta. «È uno sberleffo  alla storia, un’idiozia sul piano storico e culturale» tuona Boato, “testimone”  delle vicende trentine degli anni Sessanta e Settanta: «Giuseppe Mattei  rappresenta la figura più importante del sindacalismo trentino del dopoguerra». 
       Boato, la dedica di una strada al sindacalista della Cisnal  ha sollevato reazioni indignate. 
        «Del resto, non c’è nessun elemento nella storia di Del Piccolo che gli dia i  meriti per farlo ricordare in una via, soprattutto nella zona dove un tempo c’era  la principale fabbrica trentina. Era dichiaratamente fascista ed era a capo di  un sindacato con scarsissimo peso nelle fabbriche. È una figura che non ha  lasciato traccia, se non per la vicenda del 1970: la marcia dalla Ignis a  Trento. Un episodio che oggi lascia sconcertati, ma che si spiega considerando  il clima di allora». 
       Diversa la vicenda di Beppino Mattei. 
        «L’ho conosciuto quando era ancora iscritto alla Dc. Fu un  uomo di grandissima umanità e dedizione alla causa dei lavoratori. Con Schmid e  Del Buono riuscì a creare un’unità sindacale sul versante metalmeccanico, con  la Flm. Un’esperienza che si tentò di esportare anche a livello nazionale,  senza risultati positivi a causa delle resistenze interne. Resistenze che  ebbero effetti anche su Mattei». 
       In che senso? 
        «Mattei, che aveva posto in cima alle priorità l’unità  sindacale, divenne quasi un problema. E chiusa la vertenza della Michelin,  venne trasferito in Lombardia. In ogni caso, dalla metà degli anni Cinquanta  fino agli anni Settanta, fu senza dubbio la figura preminente del sindacalismo  trentino. Promosse anche il rapporto tra movimenti operaio e studentesco». 
       Si ricorda qualche episodio? 
        «Sì. Nel giugno 1968 organizzammo al cinema Italia un’assemblea  di studenti e operai al quale partecipammo tra gli altri io, Mattei, Schmid,  Rostagno e un sindacalista afroamericano, James Boggs. La prima esperienza di  saldatura tra i due movimenti era stata a maggio, durante uno sciopero alla  Michelin. In quell’occasione era intervenuta anche la polizia e Mattei venne  manganellato. Qualche settimana dopo vi fu una mobilitazione in piazza  Battisti: la più grande manifestazione promossa da studenti e operai. Dal  palco, Mattei disse: “In 20 giorni, grazie a questo rapporto tra studenti e  operai, abbiamo fatto più progressi che negli ultimi 20 anni”. Era un uomo di  grande lucidità e passione democratica. Merita un ricordo nel quartiere  Michelin».  
        
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