Trento, 30 aprile 2010 
              Bombarda chiede che la gestione  
  della fauna selvatica sia  provinciale 
            Il consigliere ha presentato il disegno di legge per  limitare i giorni  
            di calendario e tutelare alcune specie 
            dal Trentino di venerdì 30 aprile 2010 
                          Lo scorso 22 aprile “Giornata mondiale della terra”, il  consigliere Roberto Bombarda ha presentato il disegno di legge 118 sulle  “Modificazioni della legge provinciale sulla caccia”. Purtroppo i media hanno  disertato l’incontro, cosa che non è passata inosservata ai protezionisti  presenti, secondo i quali le iniziative in favore degli animali e della natura  non sollevano molto clamore, nonostante rappresentino la volontà della grande  maggioranza della popolazione. Per tutti, le parole di Sergio Merz della Lipu  che in un comunicato ribadisce l’importanza dell’iniziativa di Bombarda, per  contrastare l’erosione della legge 24/1991 sulle “Norme per la protezione della  fauna selvatica e l’esercizio della caccia” attuata da parte degli attivi  rappresentanti politici dei cacciatori. Gli ambientalisti la giudicano una  meritoria proposta di cambiamento nella gestione faunistica, che finalmente  tutela l’interesse della comunità.  
            Così risponde Bombarda sui motivi che lo  hanno spinto a presentare un ddl sulla caccia: «Questo disegno di legge si  propone di arginare l’azione di pressing da parte delle associazioni venatorie  per ottenere una maggiore liberalizzazione della caccia che nell’ultimo anno si  è intensificata sia a livello parlamentare che locale. Obiettivo primario è  quello di riportare totalmente in ambito pubblico il controllo sull’attività  venatoria. Pur riconoscendo grandi competenze e serietà ai guardiacaccia della  Federcaccia, è importante ristabilire il principio secondo il quale il  controllo di un bene collettivo, quale è la fauna selvatica, ritorni sotto  controllo dell’ente pubblico, facendo diventare i guardiacaccia dipendenti  provinciali con il profilo di ufficiali di polizia giudiziaria».  
            Si tenta di  eliminare l’attività di caccia? «No, è un tentativo di ricondurla entro  modalità di esercizio più tollerabili per la maggioranza dei cittadini.  L’attività venatoria lede o limita arbitrariamente altri diritti: si può  ignorare che molti cittadini non si recano nei boschi durante la stagione  venatoria per paura di venir impallinati? E si può continuare a ignorare il  fastidio di molti proprietari di veder i propri fondi invasi dai cacciatori?». 
             Aggiunge Bombarda: «Per molti anni la fauna è stata considerata “res  nullius”, cosa di nessuno (e quindi cosa di cui chiunque poteva appropriarsi),  e ciò ha permesso prelievi di animali - e immissione di animali non autoctoni -  tali da mettere in pericolo molte specie. Il 2010 è stato dichiarato dalla  Nazioni Unite l’anno della biodiversità, oggi dunque appare necessario tutelare  con rigore, vietandone la caccia, alcune specie a rischio di estinzione quali  ad esempio pernice bianca e gallo forcello. Invece finora si è agito come se la  fauna esistesse in funzione della caccia, una abitudine che ormai ha perso la  funzione originaria di fornire alimentazione, sopravvivendo oggi solo come  “attività sportiva”. E’ evidente che chi chiede un’estensione dei diritti di  caccia rivendica un privilegio a favore di una parte, oltretutto minoritaria,  della cittadinanza, mentre chi difende la fauna tutela un interesse generale, e  a rigor di logica un interesse prevalente». 
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Trento, 30 aprile 2010 
  Stop alle doppiette  
  la domenica 
            Tra le altre richieste la difesa di pernice,  
            gallo forcello e volpe 
            dal Trentino di venerdì 30 aprile 2010 
                          Ecco i punti principali proposti nel disegno di legge  presentato da Roberto Bombarda, consigliere dei Verdi, che prevede modifiche al  calendario venatorio e ai rappresentanti all’interno del comitato faunistico.  Quest’ultimo passerebbe da 21 a 12 membri. 
            Saranno 4 rappresentanti dei cacciatori e 4 dei protezionisti, mentre i  rappresentanti degli enti pubblici non potranno fare attività venatoria, non  nelle zone sottoposte alla propria vigilanza. Si riafferma il principio che la  caccia non deve compromettere specie a rischio di estinzione; viene vietata la  caccia alle femmine di ungulati e ai loro cuccioli nel periodo  dell’allattamento. Fra le specie non cacciabili vengono inserite la pernice  bianca e la volpe, quest’ultima soggetta ad un ingiustificato accanimento che  rischia di indebolirne la popolazione. Inoltre i giorni di caccia non saranno  più a discrezione dei cacciatori, ma fissati lunedì, mercoledì e sabato, sarà  esclusa la domenica, in cui boschi e sentieri saranno restituiti alla libera fruizione  dei cittadini; si amplia la fascia di protezione delle abitazioni per  l’installazione di postazioni fisse di caccia e si abbassano le altezze per le  recinzioni delle aree in cui non viene consentita la caccia. La caccia alla  selvaggina migratoria sarà limitata dal 1º ottobre al 15 gennaio.  |