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Trento, 8 febbraio 2004
CONDONO, ANCHE I VERDI PER IL «NO»
Bombarda: io sono contrario - Maggioranza: 4 voti in meno
da l'Adige di domenica 8 febbraio 2004

La maggioranza ha quattro voti in meno in «portafoglio» per quanto riguarda il disegno di legge sul condono. Per ora, la maggioranza non è rischio ma si tratta di un poker pesante: oltre a Roberto Pinter, Giuseppe Parolari e Paolo Barbacovi - i quali hanno presentato un disegno di legge per non recepire alcuna forma di condono edilizio - c´è il «no» di Roberto Bombarda. L´altra sera si è riunito il direttivo del movimento guidato da Marco Boato e nei giorni verrà reso noto un documento ufficiale. Ma già ora si può anticipare che i Verdi sono contrari al recepimento di qualsiasi forma di condono edilizio, come del resto lo sono gli ambientalisti dell´Alto Adige. Una posizione che mal si concilia rispetto alla linea tenuta da Iva Berasi, che in giunta non si è opposta al disegno di legge firmato da Gilmozzi e già depositato in commissione.

Spiega Roberto Bombarda: «Abbiamo sentito il parere dei Verdi dell´Alto Adige ma anche della Val d´Aosta. Io sono contrario al condono». Per quale motivo? «La parte penale (legata cioè alla depenalizzazione degli abusi sanati dal condono, ndr) non è di competenza della Provincia, ma dello Stato. Sull´ambiente, invece, la competenza primaria spetta alla Provincia e si doveva scegliere di non recepire il condono, prima di tutto per una questione educativa, perché in questo modo passa la linea che a vincere sono sempre i più furbi». Certo, Bombarda non ha difficoltà ad ammettere che «c´è un problema di applicazione della normativa urbanistica e che spesso vengono classificate come abusi anche cose minimali, come il cambio di vernice alle baracche di legno. La normativa, quindi, andrebbe semplificata, perché non deve valere il principio per cui un abuso si sana per legge». Ma non è solo questo il motivo dello stop al condono: «Si prevede di condonare fino a 300 metri cubi: il volume è molto alto», conclude Bombarda.

In giunta si è voluto accelerare i tempi, perché la scadenza prevista per le domande di condono è il 31 marzo. Questo ha finito per mettere in difficoltà qualche assessore, che si è trovato a dare il via libera al disegno di legge senza l´appoggio delle rispettive forze politiche. La cosa è stata lamentata prima di tutto da Pinter, che ha denunciato il fatto che la giunta ha approvato il disegno di legge prima di garantire un certo confronto in maggioranza. Nei Ds non è garantito nemmeno il voto di Mauro Bondi, mentre l´assessore della Sinistra Ottorino Bressanini spiega così la sua posizione: «L´approvazione del condono nazionale pone il problema del raccordo con la parte amministrativa. La legge va infatti applicata nell´aspetto penale, visto che una serie di norme vengono desanzionate».

Ecco quindi che, secondo l´assessore alle riforme, non si poteva fare altrimenti: impossibile non accogliere il condono. Bressanini chiude: «A livello nazionale è stato giusto che l´Ulivo abbia bocciato il condono della Casa delle libertà, e noi abbiamo trovato una posizione di equilibrio. Spero che in Consiglio non si arrivi ad alzare i limiti previsti dal disegno di legge della giunta. Per mantenere queste quote ci sono comunque sia i Ds che i Verdi». In casa del Patt, infine, da segnalare l´intervento di Carla Tomasoni, secondo la quale la posizione di Bezzi sul condono «è personale» e non di tutto il partito delle due Stelle alpine, «che nell´ultima giunta non ha preso decisioni».

     

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