Trento, 26 febbraio 2008 
            DISEGNO DI LEGGE 
            INTRODUZIONE DEI PRODOTTI BIOLOGICI, TIPICI, TRADIZIONALI,  PRIVI DI ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI (OGM)  
            E DEI PRODOTTI DI PROSSIMITÀ  NELLE MENSE E PROMOZIONE DI INIZIATIVE DI EDUCAZIONE ALIMENTARE 
RELAZIONE 
Dice un noto adagio che “noi siamo quello che mangiamo”.  Indubbiamente c’è un fondo di verità: la salute e la qualità della vita delle  persone, ma anche l’impatto di una parte rilevante delle attività umane  sull’ecosistema dipendono dall’alimentazione, dai metodi di coltivazione e di  allevamento, dalla tipologia dei prodotti coltivati e degli animali allevati,  dai processi di trasformazione delle materie prime agricole e zootecniche. Non  c’è dubbio che l’ente pubblico, che sostiene una parte considerevole della  ristorazione collettiva, possa indirizzare in maniera sensibile sia gli  orientamenti alimentari dei cittadini, sia le stesse politiche agricole tanto  sul versante dell’offerta – indirizzando l’agricoltura e l’allevamento verso  una maggiore sostenibilità ed un minore impiego di prodotti di origine chimica  – quanto sul versante della domanda, educando il consumatore a privilegiare un  certo stile di vita alimentare e determinati prodotti risultato di processi  produttivi più rispettosi dell’ecosistema. In particolare, l’ente pubblico può  rafforzare la richiesta di prodotti biologici, tipici, tradizionali, privi di  organismi geneticamente modificati (OGM) e di prodotti di prossimità – per  intenderci, quelli coltivati a breve distanza dal luogo del consumo finale o  della trasformazione, così da necessitare di un basso costo energetico di  trasporto con la relativa riduzione dell’emissione di gas serra ed inquinanti –  e conseguentemente rendere più solide e più competitive le aziende che operano  in questi comparti, valorizzando così l’imprenditoria locale più radicata sul  territorio e maggiormente impegnata in processi di sviluppo di lungo periodo. 
Nel corso della legislatura mi sono occupato in numerose  occasioni e con la presentazione di atti politici documentati  dell’alimentazione offerta nelle mense pubbliche ed in particolare in quelle  scolastiche, impegnando la Provincia ad accrescere il ricorso a prodotti  biologici, certificati, locali, privi di OGM ed in particolare quelli tipici e  tradizionali trentini. 
Tra gli atti politici approvati dal Consiglio provinciale  voglio ad esempio ricordare la mozione n. 19 approvata nella seduta del 17  febbraio 2005, la quale ha recepito il testo della proposta di mozione n. 58  del 6 luglio 2004 “Utilizzo nelle mense scolastiche di prodotti biologici”, con  la quale è stata impegnata la Giunta provinciale a: 
  1. rivedere, assieme alla Conferenza dei presidenti dei  comprensori, le linee guida per i bandi di gara per i servizi di ristorazione  scolastica, affinché al momento dei loro rinnovi il Trentino possa porsi ai  livelli più adeguati in Italia nella percentuale dei prodotti da agricoltura e  da allevamento biologici utilizzati nelle mense scolastiche, e comunque su  percentuali medie non inferiori all’80 per cento; 
  2. prevedere, laddove non fosse possibile per problemi  logistici reperire sul mercato locale tali produzioni a condizioni economiche  competitive, un’integrazione da parte della Provincia nei confronti dei  comprensori altrimenti più penalizzati. 
Quanto posto dal dispositivo di voto della mozione n. 19 è  un obiettivo di grandissimo valore, riconosciuto anche da molte altre regioni  italiane (sui siti di alcune regioni, come quello dell’Emilia-Romagna dedicato  alle mense bio è addirittura citata ad esempio!), ma purtroppo allo stato  attuale non è ancora pienamente raggiunto, a mio avviso più per l’inerzia  burocratica della Pubblica amministrazione che non per la reale impossibilità  di raggiungere l’obiettivo. Eclatante è ad esempio il caso del latte biologico  e dei prodotti derivati, un tema rispetto al quale il Trentino – il Trentino  delle malghe e dei pastori, degli alpeggi e dell’alta qualità – purtroppo  arranca inseguendo invece improbabili modelli industriali europei. 
Nei due anni successivi all’attuazione di questa mozione la  mia attenzione ai temi legati all’alimentazione è stata costante, con la  presentazione di lettere ed interrogazioni, in particolare per quanto riguarda  il già citato problema dell’utilizzo del latte biologico di origine trentina  nelle mense pubbliche. Mi sono pure preoccupato di presentare anche altri  disegni di legge in materie affini, come ad esempio quello per la “tutela  dell’agricoltura tradizionale e biologica” dalla contaminazione da OGM (DDL n.  99 dell’8 febbraio 2005), approvato in parte nella legge provinciale n. 18 del  19 ottobre 2007 (“Disposizioni transitorie in materia di utilizzo di OGM in  agricoltura”) e che ha portato al bando degli OGM dal territorio trentino  quantomeno fino al 31 dicembre 2013; quindi della “promozione delle diete  alimentari vegetariane” (DDL n. 156 del 16 marzo 2006) per favorire questo tipo  di alimentazione sana e sostenibile, nonché la proposta di “interventi in  materia di allergie e intolleranze alimentari” (DDL n. 160 del 27 aprile 2006),  puntando anche ad educare tutti gli operatori delle mense pubbliche rispetto ad  un tema fortemente emergente. Il 3 novembre 2006 ho quindi presentato il  disegno di legge n. 200 relativo alla possibilità di coltivazione, lavorazione  e commercializzazione delle piante officinali, approvato il 27 marzo 2007  all’interno della Legge provinciale n. 9 del 3 aprile 2007, ed il 23 maggio  2007 il disegno di legge n. 240 “Promozione, tutela ed incentivi per  l’apicoltura”, già unificato con altri due disegni di legge ed approvato dalla  Seconda commissione legislativa (in calendario per l’aula nel corso della  primavera). Con il disegno di legge n. 239 – “Tutela dei diritti degli animali”  – ho quindi rilanciato il tema dell’alimentazione vegetariana, vista anche  nell’ottica del rispetto della vita degli animali tristemente denominati “da  reddito”, sui cui metodi di allevamento ci sarebbe credo molto da fare. Del  resto sappiamo bene da diversi studi che una dieta alimentare  latto-ovo-vegetariana o una dieta vegana possono avere un impatto  sull’ecosistema da 4 a 9 minore rispetto ad una dieta “carnivora”, e questo  senza considerare gli enormi risparmi sulla spesa sanitaria che si potrebbero  ottenere consumando meno proteine di origine animale. Ma l’impatto degli  allevamenti sull’ecosistema – risorse idriche, emissione di gas climalteranti,  intensificazione delle coltivazioni agricole, impoverimento ed inquinamento dei  terreni e delle falde - è stato in parte segnalato anche nel disegno di legge n.  257 “Contributo del Trentino alla lotta contro i cambiamenti climatici”  presentato il 2 agosto 2007. 
Con la proposta di mozione n. 506 del 3 ottobre 2007 ho  nuovamente rilanciato il tema della qualità dell’alimentazione e della  necessità di investire nell’educazione alimentare, impegnando la Giunta  provinciale a: 
– bloccare la vendita di merendine e dolci nei  distributori automatici presenti negli istituti scolastici; 
– prevedere, in loro sostituzione, la distribuzione di  prodotti vegetali, preferibilmente di stagione e di origine locale o  provenienti dai circuiti del commercio equo e solidale (peraltro sui prodotti  del commercio equo e solidale è stato approvato il 21 dicembre 2006 l’ordine  del giorno n. 133 che ha ripreso in toto la proposta di mozione n. 341 del 5  ottobre 2006 “campagna di sensibilizzazione al consumo di prodotti del  commercio equo e solidale”); 
– istituire a cadenza settimanale, ad iniziare dalle  scuole materne, momenti formativi rivolti al personale docente, al personale  ausiliario ed ai bambini per educare alla cultura della sana e corretta  alimentazione. 
Due giorni dopo, con la proposta di mozione n. 509 del 5  ottobre 2007, sono tornato a chiedere di: 
  1. dare piena attuazione nell’arco del triennio  2008-2010 alla mozione n. 19 “utilizzo nelle mense scolastiche di prodotti  biologici”; 
  2. sostenere la diffusione dei prodotti biologici  dell’agricoltura e dell’allevamento trentino in tutte le mense pubbliche; 
  3. promuovere l’istituzione di uno sportello  informativo, con relativo sito internet, per la promozione dei prodotti  biologici nelle mense pubbliche del Trentino, rivolto alle Amministrazioni  locali che gestiscono servizi di ristorazione, alle ditte che hanno in appalto  tali servizi ed ai cittadini. 
Con l’approvazione in aula dell’ordine del giorno 214 del 10  ottobre 2007 proposto sulla nuova legge che si occupa di asili, è stata  impegnata la Giunta provinciale “a prevedere che nelle attività di  programmazione a livello provinciale la Provincia promuova l'introduzione, a  cadenza periodica e ad iniziare dagli asili, di momenti formativi rivolti al  personale ed ai bambini per educare alla cultura della sana e corretta  alimentazione”. 
E con l’ordine del giorno n. 215 del 10 ottobre 2007, la  Giunta è stata inoltre impegnata a: 
1. prevedere, compatibilmente con le normative vigenti  e con i controlli di qualità dei prodotti, negli standard dei servizi per la  prima infanzia l'impiego di prodotti biologici trentini secondo quanto già  previsto nella mozione n. 19 approvata dal Consiglio provinciale; 
  2. promuovere l'istituzione di iniziative informative  per la promozione dei prodotti biologici dell'agricoltura e dell'allevamento  trentino nelle mense pubbliche del Trentino, con particolare attenzione verso  le mense scolastiche e quelle rivolte alla prima infanzia. 
Quindi, con l’ordine del giorno n. 218 dell’11 ottobre 2007,  il Consiglio ha impegnato la Giunta provinciale su tre questioni molto  importanti: 
a) a rappresentare in ogni sede tecnica e politica la  contrarietà dell’agricoltura trentina all’introduzione di colture OGM nel  territorio provinciale; 
  b) a promuovere una campagna straordinaria di  informazione sugli OGM basata principalmente su informazioni di centri di  ricerca indipendenti; 
  c) a predisporre, nel caso in cui i territori  confinanti acconsentissero tali colture, idonei strumenti di monitoraggio e  tutela del nostro territorio. 
Mentre con l’ordine del giorno n. 219 approvato lo stesso  giorno la Giunta è stata impegnata “ad escludere l’impiego di prodotti OGM  nelle mense scolastiche”. 
Infine, con l’ordine del giorno n. 247 del 13 dicembre 2007  si è impegnata la Giunta a: 
  1. predisporre la costituzione di un apposito gruppo di  studio per valutare l'incidenza sulla popolazione provinciale delle allergie ed  intolleranze alimentari, proporre misure di prevenzione e monitoraggio del  fenomeno, predisporre apposite linee guida per la gestione delle mense  pubbliche, in particolare quelle scolastiche, al fine di garantire la  somministrazione di alimenti e di diete che tengano conto delle esigenze di  utenti affetti da forme allergiche o da intolleranze alimentari; 
  2. valutare - anche in rapporto agli esiti  dell'indagine conoscitiva sul fenomeno delle allergie ed intolleranze  alimentari - con quali modalità e risorse possa eventualmente essere  costituito un centro ad alta specializzazione per la cura delle allergie e  delle intolleranze alimentari nell'ambito del sistema sanitario provinciale. 
Come si può in definitiva notare, si tratta di un complesso  di atti politici molto articolati che se pienamente attuati porrebbero il  Trentino in una posizione di indubbia avanguardia, con innegabili benefici  tanto per l’agricoltura trentina e l’ecosistema della nostra provincia, quanto  per la salute e la qualità della vita degli abitanti e dei consumatori, in  primis dei bambini.  
L’opzione politica di puntare ad un trasferimento degli  aiuti agricoli verso la ristorazione collettiva mediante un impegno di  approvvigionamento di prossimità e di qualità comporterebbe notevoli vantaggi,  ben illustrati nell’opera “Per un patto ecologico” da Nicolas Hulot (Aliberti  editore, 2008): “Aumento della richiesta di prodotti agricoli biologici e  certificati; rialzo dei prezzi pagati ai produttori che si vedrebbero così  ricompensati per il loro lavoro senza provocare per questo un rialzo del prezzo  dei pasti nella ristorazione collettiva; mantenimento o addirittura estensione  delle aziende agricole, specialmente di policoltura e orticola, alla totalità  del territorio allo scopo di soddisfare questa richiesta; sollecitazione della  creazione di posti di lavoro qualora questo tipo di agricoltura avesse bisogno  di ricorrere maggiormente al lavoro contadino; promozione di un’agricoltura che  non divori risorse naturali, in particolare acqua, moderata nell’uso di pesticidi  e concimi, rispettosa del suolo, della biodiversità e degli ecosistemi, che  ricorra a processi di produzione più diversificati e artigianali (prodotti di  fattoria), meno standardizzati e meccanizzati, che associno maggiormente  agricoltura e allevamento; valorizzazione diversificata dei terreni destinati  alla produzione agricola; sviluppo sociale, attraverso la creazione di impieghi  locali; organizzazione della distribuzione in circuiti brevi, economici in  termini di mezzi ed energia, che favorisca l’economia di prossimità, le  economie di energia e la lotta contro l’effetto serra; offerta di  un’alimentazione di qualità a consumatori che, spesso, non dispongono di  redditi sufficienti per accedervi; educazione al gusto per alunni delle  elementari, delle medie, delle scuole superiori, per gli universitari e i  giovani lavoratori.” 
Descrizione del disegno di legge 
  L’articolo 1 elenca le finalità della proposta, riassumibili  nella volontà della Provincia di impiegare nelle mense prodotti esclusivamente  OGM free e prevalentemente provenienti da produzioni biologiche, di cui siano  garantite tipicità e tradizionalità, oltre ad un’origine il più prossima  possibile al consumo. Ciò anche nell’ottica della riduzione dei consumi  energetici necessari al trasporto dei prodotti. L’educazione al consumo  consapevole, l’adozione di corretti comportamenti alimentari e nutrizionali e  la diffusione di una cultura corretta sui singoli prodotti sono elementi  fondamentali della presente proposta. Le finalità di questa legge sono  perseguite dalla Provincia nell'ambito dei servizi di mensa e di ristorazione  gestiti direttamente o mediante appalto dalla Provincia e da enti, aziende o  altri soggetti da essa dipendenti, compresi gli istituti scolastici. Per il  conseguimento delle finalità di questa legge la Provincia può erogare  contributi ai comuni e a soggetti privati gestori di asili nido, scuole  dell'infanzia e scuole del primo e del secondo ciclo d'istruzione. Di  particolare importanza appare l’attenzione rivolta alle allergie ed intolleranze  alimentari ed alla conseguente necessità di formare il personale alla loro  conoscenza. 
L’articolo 2 definisce le caratteristiche per la fornitura  dei prodotti alimentari e fissa nel 60% delle forniture medesime il limite  minimo di impiego di prodotti biologici, chiarendo in ogni caso che tutti i  prodotti dovranno essere OGM free. 
L’articolo 3 si occupa delle informazioni agli utenti sulle  caratteristiche dei prodotti impiegati. 
Con l’articolo 4 vengono fissati i limiti di contributo  della Provincia, nell’ordine del 30% per l’utilizzo dei prodotti elencati  all’articolo 1 e del 50% per le iniziative di educazione alimentare, che  risultano di rilevante importanza in particolare nei confronti dei bambini e  delle persone interessate da allergie ed intolleranze alimentari. 
Gli articoli 5 e 6 sono rispettivamente dedicati alla norma  finanziaria ed all’entrata in vigore della legge. 
Cons. prov. dott. Roberto Bombarda 
   | 
           
 
DISEGNO DI LEGGE 
            Art. 1 
            Finalità 
            1. La Provincia di Trento, nell'ambito delle iniziative  volte a tutelare la salute dei cittadini, promuove il consumo dei prodotti  agricoli e zootecnici biologici, tipici, tradizionali, privi di organismi  geneticamente modificati (OGM) e dei prodotti di prossimità, con particolare  attenzione con quelli trentini, e la diffusione di una corretta educazione  alimentare, compresa la prevenzione delle allergie e delle intolleranze di  origine alimentare. Per questo favorisce: 
            a) l'educazione al consumo consapevole, attraverso la  comprensione delle relazioni esistenti tra sistemi produttivi, consumi  alimentari e ambiente, nella prospettiva di uno sviluppo ecocompatibile e della  riduzione dei consumi energetici e di trasporto e della relativa produzione di  gas climalteranti; 
            b) l'adozione di corretti comportamenti alimentari e  nutrizionali, attraverso la conoscenza e il consumo di prodotti alimentari e  agroalimentari ottenuti nel rispetto della salute e dell'ambiente o legati alla  tradizione e alla cultura del territorio provinciale; 
            c) la diffusione d'informazioni sugli aspetti storici,  culturali, antropologici legati alle produzioni alimentari e al loro territorio  d'origine. 
            2. Le finalità di questa legge sono perseguite dalla  Provincia nell'ambito dei servizi di mensa e di ristorazione gestiti  direttamente o mediante appalto dalla Provincia e da enti, aziende o altri  soggetti da essa dipendenti, compresi gli istituti scolastici. 
            3. Per il conseguimento delle finalità di questa legge  la Provincia può erogare contributi ai comuni e a soggetti privati gestori di  asili nido, scuole dell'infanzia e scuole del primo e del secondo ciclo  d'istruzione. 
            Art. 2 
            Forniture di prodotti alimentari 
            1. Nell'ambito dei servizi di mensa di cui all'articolo  1, comma 2, si usano prodotti provenienti da coltivazioni e da trasformazioni  biologiche certificate ai sensi del regolamento (CEE) n. 2092/1991 del  Consiglio, del 24 giugno 1991, relativo al metodo di produzione biologico di  prodotti agricoli e alla indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e  sulle derrate alimentari, o tutelati da denominazioni di origine protetta o  indicazioni geografiche protette, o dichiarati tradizionali ai sensi del  decreto del Ministro per le politiche agricole 8 settembre 1999, n. 350  (Regolamento recante norme per l'individuazione dei prodotti tradizionali di  cui all'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173), o  adatti a essere somministrati a persone afflitte da allergie e intolleranze di  origine alimentare. Questi prodotti, nell'arco dell'anno, sono usati in una  misura superiore al 60 per cento del totale dei prodotti utilizzati per i  pasti. Tutti i prodotti utilizzati devono garantire di essere liberi da  organismi geneticamente modificati. 
            2. I bandi e i contratti relativi alla fornitura dei  prodotti destinati alle mense si adeguano a quanto previsto dal comma 1. 
            Art. 3 
            Informazioni agli utenti 
            1. All'inizio di ogni anno i soggetti indicati  nell'articolo 1, comma 2 e quelli indicati nell'articolo 1, comma 3 che hanno  ottenuto contributi ai sensi dell'articolo 4 forniscono agli utenti materiali  informativi di educazione alimentare e le seguenti informazioni sul servizio di  mensa: 
            a) le sue condizioni generali; 
            b) le tabelle dietetiche e i valori nutrizionali dei  menù; 
            c) la natura, la quantità e i risultati dei controlli  sanitari, merceologici e sulle strutture compiuti dai competenti soggetti pubblici  o eventualmente affidati a soggetti privati. 
            2. L'effettuazione e il contenuto delle iniziative  previste dal comma 1 è comunicata alla Provincia, contestualmente alla domanda  per accedere ai contributi di cui all'art. 1, comma 3. 
            Art. 4 
            Contributi 
            1. La Provincia eroga contributi ai soggetti indicati  nell'articolo 1, comma 3: 
            a) per l'utilizzo di prodotti provenienti da  coltivazioni e trasformazioni biologiche certificate ai sensi del regolamento  (CEE) n. 2092/1991, o tutelati da denominazioni di origine protetta o  indicazioni geografiche protette, o dichiarati tradizionali ai sensi del  decreto del Ministro per le politiche agricole 8 settembre 1999, n. 350, o  adatti a essere somministrati a persone afflitte da allergie e intolleranze di  origine alimentare. Il contributo è concesso nella misura massima del 30 per  cento, calcolato sull'importo totale della spesa sostenuta nell'anno  precedente, secondo criteri stabiliti dal regolamento di esecuzione di questa  legge, tenendo conto della percentuale di utilizzo di questi prodotti; 
            b) per iniziative di educazione alimentare degli  utenti, di aggiornamento professionale del personale scolastico e addetto ai  servizi, nella misura massima del 50 per cento della spesa ammessa. 
            2. Le iniziative di cui al comma 1, lettera b), hanno  come finalità prevalente la promozione del modello di alimentazione  mediterraneo mediante il consumo di prodotti biologici, tipici, tradizionali,  privi di organismi geneticamente modificati e di prodotti di prossimità, con  particolare attenzione a quelli trentini e la promozione della conoscenza delle  allergie e delle intolleranze alimentari, con le relative precauzioni da  adottare a livello di mense. 
            Art. 5 
            Disposizione finanziaria 
            1. Alla copertura degli oneri derivanti da questa legge  si provvede con legge successiva. 
            Art. 6 
            Entrata in vigore 
          1. Questa legge entra in vigore il giorno successivo  alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione. 
             |