«Si dovrebbe avere la pazienza  intergenerazionale di lasciare qualcosa di integro anche ai nostri figli,  invece che sfruttare tutto per il bene dei fatturati di alcune aziende»: il  richiamo al futuro arriva dal consigliere provinciale dei Verdi, Roberto  Bombarda, che prende posizione sui nuovi impianti di risalita tra Buffaure e  Ciampac, lungo la Val Jumela, sdoganati dalla sentenza del Consiglio di Stato. 
             Secondo Bombarda, assodato che alla fine della battaglia i  vincitori saranno solo pochi (quelli appunto che, grazie ai nuovi impianti,  rimpolperanno i loro bilanci), osserva che la situazione economica della Valle  di Fassa non era così drammatica da rendere necessaria un´opera della quale il  Trentino poteva fare a meno, «al limite dando alla stessa valle il doppio dei  contributi, previsti per i nuovi impianti, per migliorare ulteriormente  l´offerta sciistica attuale, purché fossero salvaguardate le ultime aree  naturali. Dimostrando così che non si vuole limitare lo sviluppo della valle  ladina, bensì la si invita a seguire anche nuove strade che, nei prossimi  decenni, potrebbero dimostrarsi vincenti». 
                          Non si tratta, per Bombarda, di essere contrari a priori  alle infrastrutture, alle strade, agli impianti: «Tutto questo serve per  migliorare il nostro benessere, la cosiddetta qualità della vita dei residenti  e degli ospiti: ma ci sono opere di cui si sente grande necessità e magari  vanno a vantaggio di tutti, ed altre che sono superflue e vanno a vantaggio di  pochi». 
                          Il consigliere chiama in causa anche il presidente della  giunta Lorenzo Dellai, sponsor convinto degli impianti dal 1998: «Quando ha  presentato alla coalizione il suo programma e, più di recente, gli obiettivi di  metodo e di merito nel breve periodo, ha parlato di "modernizzazione sostenibile"  del Trentino. Un concetto tanto bello e ambizioso, quanto difficile da tradurre  in linee politiche chiare». Per Bombarda, modernizzazione sostenibile significa  far tesoro delle «migliori esperienze internazionali» anche per quanto riguarda  le attività economiche e turistiche, «cercando di elaborare iniziative che si  adattino alle caratteristiche del territorio e del tessuto produttivo e sociale  del Trentino. Modernizzazione dovrebbe derivare infatti da innovazione,  capacità di elaborare, di usare bene l´autonomia per creare qualcosa di  originale; sostenibile, lo sappiamo bene, vuol dire durevole nel tempo».  
            «Ma in Trentino si fa fatica ad inventare qualcosa di nuovo  e, una volta che lo si fa, viene decuplicata la fatica per trasformare questa  idea in innovazione e per far sì che questa innovazione si traduca in attività  concrete che creano occupazione, ricchezza e tutta una serie di vantaggi che  potremmo ricondurre sotto il titolo di "qualità della vita"». Qualità  della vita che si misura anche nella capacità di far diventare i giovani  cittadini consapevoli, trasferendo loro un territorio il più possibile integro  e incontaminato: «Perché non cominciare da qui - dall´ambiente e dai giovani -  una via nuova per lo sviluppo del Trentino, anziché da un milionario piano  delle strade? Questo sì che sarebbe un bell´esempio di modernizzazione  sostenibile!». 
                      La chiusura è riservata alla Valdastico, che porterà  ulteriore traffico e inquinamento in val d´Adige: «Qualcuno mi spieghi se  modernizzare in modo sostenibile il Trentino significa seguire logiche da anni  Sessanta, in un territorio che però non ha più gli spazi e le necessità di  quegli anni. Se modernizzare significa invece essere lungimiranti, mi sembra  che le opere citate siano quanto di meno innovativo e meno originale tra le  varie possibilità di scelta. Anche per la Valdastico, come per la Jumela, se la  costruiremo saremo dunque tutti sconfitti. Ma sono certo che nonostante ciò,  come alla fine di tutte le battaglie, qualcuno ci guadagnerà!».  |