Trento, 6 ottobre 2004 
            UN TERZO DEL TRENTINO A PARCO: 
            BOMBARDA RISPONDE ALLE OBIEZIONI DI COMUNI, IMPRENDITORI E  ABITANTI LOCALI: “TRANQUILLI,  
            NON FRENERÀ LO SVILUPPO DEI PAESI” 
            Intervista a Roberto Bombarda  
            presentatore del disegno di  legge sui nuovi parchi  
            de l’Adige di mercoledì 6 ottobre 2004 
            Nuovi parchi ingessano il territorio e impediscono ogni  nuova costruzione? 
  «No, il progetto esclude dai nuovi parchi centri abitati di  rilevanti dimensioni. Sono inclusi solo piccoli nuclei abitati che rivestono un  ruolo significativo a livello paesaggistico e architettonico». 
             Che limitazioni subiranno i boschi della Magnifica comunità  o di altre realtà simili? 
  «Nei territori dei nuovi parchi non sono ricompresi i boschi  della Magnifica comunità o di altre realtà che adottano già sistemi di gestione  certificata. I confini dei parchi sono stati limitati poi a quote relativamente  elevate, fatti salvi alcuni casi dove lo spostamento del confine in basso è  motivato da rilevanti questioni naturalistiche (il versante ovest  dell´Altissimo, il versante est della Rocchetta, il burrone di Ravina, ecc.)». 
             I parchi bloccheranno l´attività degli impianti di sci? 
  «No, sono state evitate dall´area dei parchi le zone adibite  a piste di sci e ad impianti di risalita». 
             I parchi però costano, ed è tutto a spese dell´ente  pubblico. 
  «Occorre aumentare le capacità di autofinanziamento dei  parchi. Bisogna spingere perché vi sia maggiore gestione manageriale e di  marketing, territoriale e aziendale. I maggiori problemi dei parchi sono però  legati all´eccesso di burocrazia, che pregiudica in parte efficacia ed  efficienza degli interventi. Più un parco è inefficiente, maggiori sono i  vincoli che crea e minori sono le ricadute che offre». 
             I parchi sono gestiti come enti pubblici: questo sovietizza  il territorio. 
  «L´amministrazione di questi parchi dovrà essere avvicinata  sempre di più all´amministrazione di una vera e propria azienda, introducendo  pure le norme Iso 9000 ed Iso 14000 per la gestione aziendale e ambientale.  Occorre introdurre nei parchi trentini il rapporto costi-benefici e il principio  del "tempo". Insomma ci vuole un´organizzazione simile a quella di  un´azienda privata, con competenze e responsabilità precise, che possa operare  senza eccessivi vincoli burocratici, raggiungendo così con rapidità gli  obiettivi strategici e gestionali del parco». 
             Il parco è un freno all´attività socio-economica del  territorio. 
  «No, è dimostrato che i parchi promuovono lo sviluppo  socio-economico, in modo ecocompatibile e sostenibile e in maniera duratura.  Fanno nascere nuove professionalità, aziende legate al territorio che non  fuggono via se cambia il ciclo economico. Si rafforzano le attività  tradizionali. Si crea un rapporto più consapevole nei confronti dell´uso delle  risorse». 
             Vengono penalizzate le attività economiche di chi già è  presente sul territorio. 
  «È il contrario. A beneficiarne sono soprattutto le attività  più legate alle caratteristiche di uno specifico territorio, quali  l´allevamento, l´agricoltura, la selvicoltura, l´artigianato e il turismo». 
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            Sono sei i parchi naturali fluviali previsti dal progetto di  Roberto Bombarda: Adige, Avisio, Brenta, Chiese, Noce e Sarca.  
            Adige - È la madre di tutti i fiumi trentini, ponte fra Alpi  e Adriatico. I tratti interessati dalla gestione "a parco" saranno  quelli già inseriti nella variante 2000 al Pup con vincolo a parco fluviale.  Vale a dire le aree alla confluenza con i fiumi Noce e Avisio, la forra del  Fersina, i tratti tra Mattarello e Nomi, tra Ala ed Avio. Si tratta in  particolare di biotopi presenti lungo l´alveo. 
            Avisio - Il parco gestirà i tratti di fiume da Predazzo a  Moena (comprendendo anche l´affluente Rio Travignolo dal lago omonimo fino  all´ingresso a Predazzo), da Ronchi a Castello di Fiemme, dal lago di  Stramentizzo all´innesto dull´Adige, dopo aver attraversato la val di Cembra. 
            Brenta - Il parco tutelerà le aree del lago di Caldonazzo a  Borgo Valsugana, da Castelnuovo al confine veneto. Inoltre il torrente Vanoi ed  il torrente Cismon nel tratto trentino e nelle aree già inserite nella variante  al Pup 2000. 
            Chiese - L´oasi fluviale valorizzerà in particolare il  tratto da Condino al biotopo del lago d´Idro, al confine lombardo. 
            Noce - Dal tetto del Trentino, attraverso Val di Sole e  Anaunia. Saranno compresi nel Parco fluviale i tratti da Ossana a Mezzana, da  Caldes al Lago di Santa Giustina, tutta la forra di Santa Giustina (SIC) e  quella della Rocchetta, fino alla Piana Rotaliana ed all’innesto con l’Adige.  
            Sarca - Saranno compresi nel parco fluviale i tratti da  Caderzone a Vigo Rendena, da Tione alle Sarche (attraverso le forre di Ponte  Pià e del Limarò), da Pietramurata ad Arco attraverso il biotopo delle Marocche  di Dro. 
            «I nuovi parchi porteranno decine di nuovi posti di lavoro  permanente, per personale giovane, in gran numero diplomato e laureato»,  afferma Roberto Bombarda. «E centinaia di nuovi posti di lavoro si creeranno  nell´indotto e nel turismo». 
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