Trento, 5 ottobre 2004 
  «SEI NUOVI PARCHI, VOLANO DI SVILUPPO» 
            La proposta di Bombarda dei Verdi. Cadria, Bondone, Lagorai,  Latemar 
            Conferenza stampa  
            di presentazione del DDL  
            da  l’Adige  
            di martedì 5 ottobre 2004 
            Sei nuovi parchi naturali e sei parchi fluviali per  arricchire l´offerta turistica del Trentino. L´istituzione di aree protette, da  affiancare ai parchi di Paneveggio, Adamello-Brenta e Stelvio, «come volano di  sviluppo economico autentico e duraturo per la gente di montagna». 
             È questa la proposta elaborata dal verde Roberto Bombarda,  che ha presentato un disegno di legge (il primo dopo la legge istitutiva dei  parchi del 1988, a parte un testo Boato che non andò neanche in discussione)  per realizzare sul territorio provinciale sei nuove aree protette e destinate a  parco. «Ne ho già parlato col presidente Dellai», afferma Bombarda. «Mi è  sembrato disponibile. Questa non è assolutamente una proposta contro, ma è a  favore di chi vive in montagna, perché i parchi saranno il volano di sviluppo  del Trentino per i prossimi decenni». I nuovi parchi naturali proposti sono  Cadria-Tenno, Lagorai-Cima d´ Asta, Latemar, Monte Baldo-Garda Trentino, Monte  Bondone, Pasubio- Piccole Dolomiti-Lessini. I parchi fluviali previsti sono il  parco dei fiumi Adige, Avisio, Brenta, Chiesa, Noce, Sarca. 
             Cadria-Tenno - Sarà il parco delle Alpi ledrensi, che  comprende siti archeologici, tracce della guerra, laghi, torbiere e luoghi  dell´orso. La parte di maggior prestigio ambientale è quella di Tremalzo-Tombea  per via dei preziosi endemismi che presenta, un´unicità in tutta Europa. Di  questa viene chiesta la trasformazione in area protetta ed eventualmente  l´ampliamento a parco successivamente, collegandola col Cadria. L´area è  interessata anche al transito di specie migratorie ed è quindi di richiamo  internazionale. Il vincolo a parco tutelerà il lago di Tenno da possibili  ulteriori antropizzazioni, determinate dalla vicina realizzazione del campo da  golf. 
                          Lagorai - Cima d´Asta - Andrà dalla valle del Vanoi ai  boschi di abete bianco, al sentiero etnografico, agli oltre duemila ettari  della val Campelle e val Calamento. Comprenderà anche le zone delle antiche  attività minerarie, per una superficie di 24.616 ettari, il più grande dei  parchi proposti. 
                          Latemar - Questo è pensato come il parco delle rocce e della  geomorfologia, dei minerali e dei fossili, della memoria della strage di Stava.  L´intera area protetta avrà un grande valore geologico e geomorfologico, nei  pressi di valli già fortemente antropizzate. Il nuovo parco comprenderà l´area  del passo di Pampeago al passo di Costalunga, con la vicina torbiera di Roncon,  coinvolgendo interamente anche la val Sorda. Volutamente escluse sono state le  infrastrutture del comprensorio sciistico. 
                          Monte Baldo-Garda trentino - La specificità del parco  saranno le specie endemiche e le rarità floristiche, lo spettacolare balcone  sul Garda da una parte e sulla valle dell´Adige dall´altra. Il parco si  estenderà su una superficie di 5.676 ettari e confinerà con le importanti  riserve naturali del Baldo veronese. 
              Monte Bondone - Comprenderà la torbiera delle Viote, la  vetta del Palon, il burrone di Ravina, ambienti selvaggi e quasi inaccessibili  che ospitano specie in via di estinzione. 
                          Pasubio - Piccole Dolomiti - Lessini - È previsto come il  parco della guerra e della pace, della memoria e degli incanti, dei boschi  impiegati dall´uomo per secoli, ai confini col parco della Lessinia. Comprende  anche la Vallarsa e la valle di Travignolo, con la possibilità di espansione al  monte Zugna e ai Lavini di Marco.  
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Trento, 5 ottobre 2004 
  «SEI PARCHI PER SALVARE L’AMBIENTE» 
            I Verdi presentano un disegno di legge per l’istituzioni di  sei nuovi parchi naturali e sei parchi fluviali. Conferenza stampa di   
            presentazione del DDL  
            dal Corriere del Trentino  
            di martedì 5 ottobre 2004 
            I Verdi hanno presentato un disegno di legge con  cui propongono di istituire sei nuovi parchi naturali e altrettanti parchi  fluviali. Una scommessa non facile da vincere sul piano politico. L’assessore  Berasi mette le mani avanti: «E ancora diffuso il timore che la creazione di un  parco naturale porti con sé regole rigide. Ma queste vanno comunque scritte e  condivise con le comunità». 
                          Mentre Sandro Boato invita Dellai «a fare dietro front sul  collegamento Pinzolo -Campiglio». Insomma il sasso è lanciato e adesso l’iter  della legge è affidato al confronto in maggioranza. Tanto più che l’eventuale  previsione dei parchi dovrà essere inserita nel nuovo Piano urbanistico  provinciale. Perplessità viene espressa da Forza Italia, (Viola: «L’ambiente va  tutelato, non ingessato»), Udc e Genziane. Critiche dalle categorie economiche.  Tosi (Artigiani): «Non servono parchi, ma una politica rigorosa». Briosi  (Metalsistem): «Serve più equilibrio». 
            Se la giunta provinciale prosegue nella politica di  completamento degli attuali caroselli sciistici – Pinzolo-Campiglio ne è  l’ultimo esempio – i Verdi rilanciano. Ma sul versante opposto. La sfida  contenuta nel disegno di legge depositato dal consigliere Roberto Bombarda è  prima di tutto culturale: istituire sei nuovi parchi naturali provinciali e  altrettanti parchi fluviali. Una scommessa non facile da vincere sul piano  politico. E l’assessore Berasi non a caso mette le mani avanti: «È ancora  diffuso il timore che la creazione di un parco naturale porti con se regole  rigide. Ma queste vanno comunque scritte e condivise con le comunità». Mentre  l’urbanista Sandro Boato invita Dellai «a fare dietrofront sul collegamento  Pinzolo-Campiglio». Insomma il sasso è lanciato e adesso l’iter della legge è  affidato al confronto in maggioranza. Tanto più che l’eventuale previsione dei  parchi dovrà essere inserita nel nuovo Piano urbanistico provinciale. 
            LA PROPOSTA – «Un terzo al futuro» lo slogan scelto per  sostenere l’iniziativa. Se fosse accolta infatti più del 30% del territorio  trentino sarebbe tutelato e sottoposto a vincolo ambientale. Le aree naturali  individuate sono sei (poco più di 60 mila ettari come il Parco  Adamello-Brenta): Lagorai- Cima d’Asta, Latemar, Pasubio- Piccole Dolomiti-Lessini,  Monte Baldo-Garda Trentino, Cadria- Tenno e Monte Bondone. Una strategia, quella  sottesa nel disegno di legge, che punta a invertire drasticamente il trend  degli ultimi anni attraverso l’individuazione di corridoi ambientali  transregionali senza perdere d’occhio i risvolti economici e sociali. «Al di là  dei caroselli sciistici – osserva Bombarda – c’è una domanda crescente di  caroselli ambientali. Il turismo sta imboccando strade diverse da quelle  tradizionali. Quello che chiediamo è uno sviluppo di qualità e non di  quantità». Il secondo aspetto è invece sociale. «L’ambiente è la nostra  industria con l’unica differenza che non è delocalizzabile. Un settore che  potrebbe offrire tante occasioni di lavoro». Le aree individuate ricomprendono  diversi siti di interesse comunitario (Sic). E altrettanti sono i parchi  fluviali di cui si propone l’istituzione: Adige, Avisio (da Fassa e Fiemme a  Lavis), Brenta (da Caldonazzo a Borgo Valsugana), Chiese (da Condino al lago  d’Idro), Noce, Sarca (Caderzone-Vigo Rendena, Tione Sarche, Pietramurata-Arco).  
            Con un secondo disegno di legge si chiede invece la  creazione di un fondo provinciale per il turismo sostenibile. «Uno strumento  per valorizzare le azioni e le figure tradizionali della montagna e evitare di  buttare altri soldi nei caroselli» spiega il consigliere verde. 
            I COMMENTI – Tutte presenti le sigle dell’ambientalismo  trentino all’illustrazione del testo. Borzaga (Wwf) e Mayr (Italia Nostra)  hanno riservato qualche frecciata alla Berasi condividendo però l’iniziativa  politica. «E questa la risposta che pretendiamo da una forza legata  all’ambiente» è stato il coro unanime. 
            LE CATEGORIE – Gli Artigiani sono critici. E gli Industriali  sembrano essere sulla stessa lunghezza d’onda. La salvaguardia del territorio  deve andare di pari passo allo sviluppo economico. Flavio Tosi è chiaro: «Serve  una minimo di flessibilità: non si può vivere di solo territorio, altrimenti si  rischia lo spopolamento della montagna». E aggiunge: «Non servono parchi, ma  una politica rigorosa, basata su Prg e Pup intelligenti, che combinino le due  esigenze e che non ripetano gli errori del passato». E simile il pensiero di  Antonello Briosi, presidente di Metalsistem: «Occorre una giusta proporzione.  Il territorio non va né violentato né tanto meno eccessivamente vincolato.  Spesso in Trentino si esagera, passando da un eccesso all’altro. Troppi  impianti o troppi parchi. Serve equilibrio». 
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Trento, martedì 5 ottobre 2004 
            LA SFIDA DEI VERDI:  
            UN TERZO DEL TRENTINO  
            A PARCO 
            Bondone, Lagorai, Monte Baldo, Latemar,  
            Val di Ledro,  Pasubio: 6 nuove “oasi”.  
            “Con questa proposta diventeremmo  
            i primi in Italia,  all’avanguardia a livello mondiale”. 
            Conferenza stampa di presentazione 
            del DDL 
            da il Trentino di martedì 5 ottobre 2004 
             La sfida dei Verdi: mettere sotto tutela ambientale  un terzo del Trentino. Roberto Bombarda ha presentato un disegno di legge per istituire  6 nuovi parchi naturali, accanto ai due già esistenti, e altri 6 parchi  fluviali. Sarebbero altri 67.500 ettari «verdi», una superficie superiore  all’attuale Parco Adamello-Brenta. «Così il Trentino diverrà la regione  italiana con la più alta percentuale di territorio protetto in Italia e tra le  prime al mondo», spiega il consigliere provinciale del Sole che ride. 
            La proposta di legge, illustrata ieri mattina alla stampa,  alla presenza delle associazioni ambientaliste, ha per titolo “Modificazioni  del la legge provinciale 6 maggio 1988, n. 18 (Ordinamento dei parchi  naturali). Istituzione di nuovi parchi naturali e dei parchi fluviali”. 
            I nuovi parchi naturali proposti sono Cadria-Tenno,  Lagorai-Cima d’Asta, Latemar, Monte Baldo-Garda Trentino, Monte Bondone,  Pasubio-Piccole Dolomiti-Lessini. 
            I parchi fluviali proposti sono il parco dei fiumi Adige,  Avisio, Brenta, Chiese, Noce, Sarca. 
            «E’ una proposta che nasce da lontano – spiega l’assessore  verde Iva Berasi, introducendo la conferenza stampa – e rappresenta la  costruzione di quel modello di sviluppo del Trentino di cui si parla tanto ma  senza veri fatti». 
            Non vincoli, ma opportunità di sviluppo economico: questa la  chiave di lettura offerta dai Verdi alla loro proposta. «La natura è l’unica impresa  che non è delocalizzabile», afferma Bombarda, riferendosi alla recente  decisione della Michelin di chiudere lo stabilimento di Trento per spostare la  produzione in Ungheria. «Ci sono studi – dice il consigliere dei Verdi –  secondo cui la semplice presenza di un “parco” aumenta l’attrattività e la  notorietà di una zona di almeno il 20 per cento». 
            Bombarda sottolinea anche la non casualità della data  odierna, 4 ottobre, Festa di S. Francesco, .ma anche vigilia del 5 ottobre  1948, quando nacque a Parigi l’Unione Internazionale per la Conservazione della  Natura, la cui delegazione italiana era guidata dal professore trentino Renzo  Videsott, pioniere del protezionismo. 
            Partendo dal concetto che in futuro saranno sempre più  numerose le persone che cercheranno angoli di natura incontaminata per sfuggire  ai guasti del progresso senza limiti, il firmatario del disegno di legge  sostiene che «il Trentino è ricco di giacimenti di natura». Secondo il  consigliere le aree proposte a parco costituiscono dei «corridoi ecologici che  ci collegano con quanto di naturale è rimasto al di qua e al di là delle Alpi:  non avrebbe senso costruire isole naturali solo in Trentino, sarebbero troppo  piccole». Questo disegno di legge, continua Bombarda, fissa finalmente «per  legge» alcuni parchi di cui anche a livello scientifico si parla da decenni e  che le associazioni ambientaliste come Wwf o Italia Nostra chiedono a gran  voce, come il parco del Baldo, quello di Ledro o quello del Bondone. Nei parchi  proposti vengono inglobati i numerosi Siti di interesse comunitario (Sic) di  cui il Trentino è ricco (ben 154). «Non si tratta di una proposta esagerata –  dice Bombarda – ma di una proposta di minima, con cui verrebbe ad essere  protetto il 30% del territorio trentino». “Un terzo al futuro!” è lo slogan  della campagna che accompagnerà il disegno di legge; Bombarda progetta anche un  sito internet e uno spettacolo teatrale. 
            Sui parchi fluviali, il presentatore della legge sottolinea  l’importanza mondiale dell’elemento acqua, da noi un po’ trascurato. «Più che  un disegno di legge, questo è un atto di amore verso il futuro», conclude  Bombarda, che oggi presenterà un secondo disegno di legge per la costituzione  di un fondo provinciale per il turismo sostenibile: l’ambiente è settore che  sta offrendo più occupazione, come ricorda Iva Berasi. 
            Alla presentazione ha partecipato anche Sandro Boato  (ideatore nel 1993 del Parco del Lagorai) che oggi, sul Parco del Bondone,  suggerisce di installare a Sant’Anna una foresteria, «la porta del parco» e non  il progettato ristorante. Prende la parola anche Aldo Pompermaier, consigliere  comunale di Trento. Ascoltano interessati il presidente della Sat, Fabio  Giacomoni, che approva dopo l’atto di accusa lanciato il giorno prima  dall’assemblea a Darè. C’è anche Michele Lanzinger, direttore del Museo di  scienze naturali. E ancora, fra gli altri: Merz della Lipu, Giusi Ferrari della  Lav, Sigfrido Calissoni, consigliere di Brentonico, sostenitore del parco del  Baldo. 
            L’IDENTIKIT 
              DELLE SEI AREE  
              In tutto  
              67.500 ettari: 
              piÙ dell’Adamello-Brenta 
            Le superfici 
              e le caratteristiche dei  
              6 nuovi parchi naturali proposti dai Verdi 
            Cadria - Tenno: 14.202,87 ettari. In val di Ledro, ruota  attorno alla selvaggia Val Concei, fino alle rupi del Garda. Comprende anche il  lago di Tenno. 
            Lagorai - Cima d’Asta: sarà il più grande dei nuovi parchi  (24.616,72 ettari). Include la catena del Lagorai, la valle del Vanoi, val  Campelle e val Calamento. 
            Latemar: in val di Fiemme, verso il confine con la provincia  di BOlzano (5.694,18 ettari). Comprenderà l’area dal passo di Pampeago al passo  di Costalunga. A sud-ovest sarà chiuso da Stava. 
            Monte Baldo - Garda gtrentino: 5.676,20 ettari. Si sviluppa  nelle zone di Brentonico ed Avio, con la riserva naturale Bes-Cornapiana.  Contiene il lago di Loppio, uno dei biotopi più significativi del Trentino. 
            Monte Bondone: il parco della città (5.025,55 ettari). Dalla  periferia del capoluogo alla vetta del Palon. Comprende le terme di Garniga. 
            Pasubio - Piccole Dolomiti - Lessini: al confine con il parco  della Lessinia, nel Veronese, per una superficie di 12.228,85 ettari, con la  Vallarsa e la valle del Travignolo. Comprende la riserva naturale di Campobrun. 
            
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