Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Il ministro Cingolani ha pubblicato il Piano per le aree idonee da trivellare alla ricerca del petrolio, che dà di fatto il via libera alla ripresa delle trivellazioni. Sì, lo stesso ministro che pochi mesi fa, alla conferenza sul clima di Glasgow, ha firmato l'accordo per fermare le estrazioni di idrocarburi, il Boga. Il nostro ministro, invece di pensare ad attuare il Pnrr, sostenendo le fonti rinnovabili e sollecitando tutte le autorizzazioni legate a questo settore, approva un Piano che sospende la moratoria sulle estrazioni di idrocarburi nel nostro Paese. Nel decreto Sostegni invece di tassare gli extra profitti delle aziende energetiche che hanno guadagnato miliardi di euro grazie alla speculazione del gas, sono tassate le energie rinnovabili. Solo nel 2021 gli extraprofitti dall’aumento del prezzo del gas hanno raggiunto quota 4 miliardi di euro e per il 2022 si prevede che supererà i 10 miliardi di euro. Il piano di Cingolani per diminuire il costo delle bollette è quello di portare la produzione nazionale del gas da 3,5 miliardi di mc anno a 7 su 70 miliardi di mc di fabbisogno annuo. Ma il fatto gravissimo è che l’aumento delle estrazioni non avrà alcun effetto sulle bollette poiché il gas è comunque poco ed in virtù della liberalizzazione del mercato energetico il prezzo lo fa il mercato internazionale e quindi non ci sarebbe alcun scostamento di prezzo da quello attuale. Il governo ora rilancia le nuove trivellazioni di idrocarburi che sono i killer del clima, mentre i 18 miliardi di euro di sussidi pubblici annui alle fonti fossili non si toccano. In Italia si fa la guerra alle energie rinnovabili perché sono economicamente competitive. Il nucleare da fissione tanto sponsorizzato dal ministro ha un costo elevatissimo, infatti vive e prospera solo grazie ai soldi pubblici. Poi c’è il problema delle scorie, della sicurezza e degli incidenti nucleari. Inoltre il governo ha rimosso dai suoi piani temi come gli “ecoreati”, prevedendo nella riforma Cartabia la prescrizione, il consumo di suolo, ha rifinanziato la progettazione del ponte sullo stretto di Messina, ha demolito il referendum sull’acqua pubblica dando il via alla privatizzazione, la parola clima scompare dai piani del ministero della Transizione Ecologica. Le dichiarazioni rilasciate dal ministro Cingolani: “La transizione ecologica? Sarà un bagno di sangue”, “L’auto elettrica? Non conviene ed ha un impatto ambientale”, “Il piano verde Ue? Così l’Italia salta in aria” mettono paura. Ora abbiamo la certezza che dietro tante promesse di facciata si nasconde la delegittimazione delle politiche sul clima, mettendo di fatto un freno alla transizione ecologica.
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LUCIA COPPOLA |
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