verdi del trentino
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testata l'Adige

Trento, 7 novembre 2004
«BISOGNA FINIRLA
DI USARE I VERDI»

La Berasi fa la voce grossa
e Bombarda non è da meno.
Marco Boato ha ribadito il no alla Valdastico chiedendo più considerazione per il partito
sia in Provincia
che a livello di Comune di Trento

da l’Adige di domenica
7 novembre 2004

I Verdi rivendicano maggiori spazi. Soprattutto in Provincia, dove si sentono costantemente messi da parte.

Sul tema hanno insistito a lungo Iva Berasi, assessore provinciale allo sport e pari opportunità, e Roberto Bombarda, consigliere provinciale e regionale, intervenuti entrambi all´assemblea congressuale del partito, ieri pomeriggio al centro Santa Chiara: «Bisogna finirla di «usare» i Verdi - diceva Iva Berasi - bisogna vincere il timore di confrontarsi con noi sui grandi temi». Bombarda ha ribadito concetti simili partendo dalla propria esperienza di consigliere, iniziata un anno fa: «I Verdi - chiedeva - servono solo per portare quella percentuale di voti in più quando si tratta di vincere un´elezione e poi giù nello scantinato, perché arrivano gli ospiti e non devono vedere la servitù?».

La richiesta di un maggior peso è stata rivolta dal congresso anche al Comune: «Abbiamo dovuto aspettare un sindaco Ds, Alberto Pacher, nel 1999 - commentava Marco Boato, presidente dei Verdi del Trentino - per vederci estromessi dalla Giunta comunale e per vedere addirittura soppresso l´assessorato all´ambiente! Solo recentemente il sindaco Pacher ha ammesso di aver compiuto con noi due gravi errori! Meglio tardi che mai, e lo prendiamo letteralmente in parola per il prossimo futuro».

Secondo Boato (che nel corso dell´intervento ha ribadito anche il no alla Valdastico) il mancato dialogo coi Verdi ha avuto effetti negativi anche in occasione delle ultime elezioni comunali: «Abbiamo lamentato - ha detto il presidente - la mancanza di un benché minimo coordinamento politico sul piano provinciale; questo coordinamento avrebbe potuto evitare errori clamorosi, fratture politiche dolorose e soprattutto sconfitte evitabili, ma non evitate; a Nago-Torbole, Ala, Mori e Lavis si poteva vincere». Quella dell´assessorato all´ambiente è questione spinosa in Comune, ma anche in Provincia: «Mentre il Comune di Trento riconosce l´errore che ha fatto, e la qualità della vita sta venendo meno - diceva Iva Berasi - la Provincia distrugge l´assessorato all´ambiente che eravamo riusciti a costruire. Credo sia stata una questione di timore, perché i Verdi erano diventati interlocutori di categorie economiche e di molte amministrazioni comunali per la creazione di percorsi di qualità ambientale». Bombarda ha insistito sulla difficile situazione del partito, e la sua in particolare, negli organi del governo locale: «Nel corso di un anno - spiegava - abbiamo fatto molte proposte: spesso sono state considerate rotture di scatole.

Evidentemente c´è già qualcuno che pensa: «In Provincia è sufficiente alzare la manina e incassare l´indennità di carica a fine mese». Mi stanno dipingendo come il rompiscatole della maggioranza. Sinceramente non pensavo di dover svolgere un mandato a responsabilità limitata, che il consigliere regionale dovesse solo scaldare la sedia. Se paragonassimo la coalizione a una famiglia farei, insomma, la figura del figlio ribelle. Ebbene, posto che non sono un figlio ribelle, preferisco comunque fare la figura del figlio ribelle piuttosto che quella del figlio idiota».

Nella seconda parte dell´assemblea sono state prese in esame alcune realtà locali emblematiche. Aldo Pompermaier, consigliere comunale, ha sottolineato la necessità di disincentivare l´uso dell´auto a Trento, proponendo l´introduzione di nuovi mezzi pubblici (come la metropolitana), ma non solo: «Perché non ipotizzare linee dirette che dalla collina arrivano alle torri della Provincia o ai centri commerciali? Perché non sperimentare corse gratuite del bus al mattino dalle 7 alle 9? Perché non sperimentare il car pooling su qualche via della città su cui possano circolare autovetture con più di un passeggero a bordo?». Pompermaier ha anche invitato il partito ad una maggiore unità, per affrontare con forza questioni cruciali come quella dei rifiuti.

TESTO ARTICOLI

testata Trentino

Trento, 7 novembre 2004
«NON CI FAREMO
IMPORRE LA PIRUBI»

Boato avvisa Dellai e annuncia: nel 2005 torniamo in giunta a Trento. Il Sole che ride respinge lo “statuto della coalizione”. Berasi chiede l’assessorato all’ambiente.
da il Trentino di
domenica 7 novembre 2004

«Leali all’Intesa di Dellai, ma né subalterni né ciechi»: si condensa in questa frase di Marco Boato, riconfermatissimo alla presidenza, la posizione dei Verdi, un anno dopo le Provinciali e sei mesi prima delle Comunali. Verdi che avvertono la Margherita: «Nemmeno con qualche regola statutaria ci faremo imporre la Valdastico». Lo dice Boato e Mauro Betta, presente in sala, prende nota: «Dò atto ai Verdi di aver chiarito dall’inizio le loro riserve sulla Valdastico».

Il dibattito. Ieri pomeriggio al Centro Santa Chiara (sala video) i Verdi hanno tenuto il loro congresso, conclusosi con il rinnovo delle cariche. La parola d’ordine resta «cultura ecologista di governo»: stare dentro le giunte di centrosinistra ma con un ruolo di «stopper» (calcisticamente parlando) sui temi ambientali. Il 2005 segnerà il ritorno in giunta a Trento. L’anticipa lo stesso Boato, riferendo del suo incontro (29 ottobre) con Pacher che avrebbe ammesso di aver compiuto «due gravi errori»: escludere Pompermaier dalla giunta, rinunciare a un assessorato specifico all’ambiente. Oggi Pacher ha mandato un messaggio in cui, oltre ad omaggiare Pompermaier, ne anticipa il richiamo in giunta: «Sono certo che il futuro vedrà ribadita con sempre maggiore determinazione e sistematicità questa convergenza di intenti». Per i partiti sono presenti Betta e Lunelli della Margherita, Barbacovi (Ds), Carlini (Pdci), Malossini e Viola di Forza Italia. Il congresso è aperto da un filmato su Alex Langer. Dopo il saluto degli ospiti, parlano i due rappresentanti in Provincia. L’assessore Iva Berasi chiede a Dellai, a maggior ragione dopo le parole di Pacher, un ripensamento sulla delega all’ambiente. Applauditissimo il consigliere Roberto Bombarda che parla con il cuore: «La politica mi ha già fatto un regalo: la gastrite. La curo ingoiando rospi». Ricorda i «no» detti in questi mesi: al condono, al calendario venatorio, alla Valdastico, alla Jumela, al Pinzolo-Campiglio, al Folgaria - Lastebasse. E si sfoga: «So che per le mie iniziative qualcuno molto in alto mi considera un rompiscatole. Meglio essere un figlio ribelle che un figlio idiota». Il dibattito conta 24 interventi.

Gli eletti. Iva Berasi diventa vicepresidente affiancando Pino Finocchiaro. L’esecutivo comprende anche Elio D’Annunzio, Emma Di Girolamo, Fulvio Forrer, Luigi Marino, Maurizio Migliarini, Fabrizio Miori, Giorgio Pedrotti, Flora Silvestri, Roberto Valcanover più Aldo Pompermaier (di diritto come consigliere federale nazionale) e Bombarda, Donata Loss, Elena Berti, Enzo Marcon, Giuseppe Facchini come invitati. In 41 nel consiglio federale: Marina Bernardi, Giulia Boato, Sandro Boato, Maddalena Bonat, Paolo Borroi, Sareeda Cali, Roberto Calzà, Anita Cescatti, Mara Dalbosco, Roberto De Bernardis, Carla Decarli, Guido Donati, Giuseppe Facchini, Franz Franceschini, Roberto Franceschini, Andrea Frapporti, Rosario Frisinghelli, Morena Galas, Morena Girardelli, Gabriella Groff, Maria Luisa Inama, Maria Ipavic, Giovanni Leonardi, Andrea Ludovico, Mariarosa Mariech, Luciano Martinello, Daniela Menin, Antje Messerschmidt, Caterina Miorelli, Vincenzo Moavero, Alceo Pellegrini, Imelda Petrilli, Ruggero Pozzer, Cristina Prandi, Orianna Prezzi, Maria Teresa Roncoli, Luigi Santini, Antony Sartori, Furio Sembianti, Carlo Tamanini, Pierino Vergot.


testata Corriere del Trentino

Trento, 7 novembre 2004
LO SFOGO
DI BOMBARDA
«NESSUNO
PUO' ZITTIRCI»

dal Corriere del Trentino
del 7 novembre 2004

Forse non è la risposta che si attendeva Dellai. Ma i Verdi, coerenti con le posizioni sostenute in questi anni, confermano nell’assemblea provinciale tutti i paletti fissati nel dibattito politico e nel programma elettorale. A partire dalla Valdastico dove il movimento guidato da Marco Boato ha riconfermato l’indisponibilità a qualsiasi mediazione. E con la stessa intransigenza i Verdi hanno ribadito di non voler recitare il ruolo di cenerentola della coalizione. Il tutto in un pomeriggio che ha visto al centro la figura di Alex Langer (splendido il filmato che ha inaugurato il congresso) a cui è stata dedicata una scuola di formazione politica.

COERENTI — Se la lealtà allo schieramento non è in discussione, certi passaggi in questo primo anno di legislatura non sono piaciuti all’anima ecologista del centrosinistra. E Bombarda ha provato a farsene interprete con un intervento accorato rotto in alcuni passaggi dall’emozione. Uno sfogo amaro di fronte al cortocircuito dialettico della coalizione. Coerenti, costruttivi, corretti e coraggiosi gli aggettivi utilizzati per descrivere una posizione che non è quella dei Bastian contrari. «Nel corso di un anno abbiamo fatto molte proposte: spesso sono state considerate rotture di scatole. Di questo passo mi immagino un cartello all’ingresso della Provincia: “Prima di entrare in aula depositare il cervello in portineria”» attacca Bombarda. Quindi l’invito a non fare affidamento sui Verdi solo per necessità elettorali per poi relegarli «nello scantinato perché arrivano gli ospiti e non devono vedere la servitù». Bombarda rifiuta anche l’etichetta di consigliere rompiscatole: «Mi sono sentito dire che mi comporto peggio di un consigliere dell’opposizione. Sinceramente non pensavo di dover svolgere un mandato a responsabilità limitata». E ancora: «Nella maggioranza sono stati così felici del mio disegno di legge sui parchi che volevano farmi un regalo. Un orso grizzly vero». E sullo statuto di Betta risponde: «I rapporti fra gentiluomini non hanno bisogno di regole scritte».

SVILUPPO SOSTENIBILE — Nell’intervento che ha aperto i lavori Boato è stato netto nel ribadire il no alla Valdastico: «Di ideologico in questa disputa c’è solo la volontà di rincorrere penosamente le forze politiche del centrodestra e i settori economici meno consapevoli, sul loro stesso terreno magari con l’illusione di raccattare populisticamente qualche voto. Basta leggersi l’intervista di Galan (al nostro giornale, ndr) per capire quale mediocre concezione politica e quale devastante modello di sviluppo si vorrebbe imporre al Trentino». Ma il deputato verde ha anche sottolineato l’esigenza «di un profondo ripensamento dentro la coalizione sul piano politico e programmatico, i conflitti non possono essere esorcizzati con inutili diktat né soffocanti imposizioni egemoniche» e invitato, in vista delle prossime amministrative, a non commettere gli stessi errori delle recenti suppletive. Il coordinatore della Margherita Betta (presenti anche i consiglieri Lunelli, Barbacovi, Malossini, Viola; i verdi altotesini Kury e Dello Sbarba e gli esponenti del Patt e Pdci Rossi e Carlini) ha riconosciuto «la coerenza dei Verdi» e «la divergenza di vedute». Dal canto suo l’assessore Berasi ha puntato il dito contro «la distruzione dell’assessorato all’ambiente. Eppure abbiamo avviato progetti importanti come il Piano rifiuti. Forse a qualcuno dava fastidio che la nostra forza politica fosse diventata interlocutore delle categorie economiche e di molte amministrazioni comunali». E con il sindaco di Trento Pacher la frattura sembra in via di ricomposizione («Ci siamo incontrati e ha ammesso l’errore di non aver istituito un assessorato all’ambiente. Questa volta chiederemo un accordo scritto» osserva Boato). Lo stesso sindaco ha inviato un messaggio d’auguri al congresso in cui tende la mano al consigliere Aldo Pompermaier. «Non me l’aspettavo, ma mi fa piacere. Il rapporto può ripartire ma sull’inceneritore la partita non è chiusa» commenta il diretto interessato. Boato è stato confermato presidente dei Verdi del Trentino, i vice sono Iva Berasi e Pino Finocchiaro. Eletto anche l’esecutivo (10 componenti più 5 di diritto fra cui Bombarda e Loss) e il consiglio federale (41).


testata l'Adige

Trento, venerdì 5 novembre 2004
BOATO: LA GIUNTA
NON CAMBIA,
MA BASTA DIKTAT

L’Assemblea dei Verdi.
Berasi sarà eletta vice.
Boato verrà confermato
alla guida del partito.

da l’Adige di
venerdì 5 novembre 2004

Verdi del Trentino in assemblea domani (Centro Santa Chiara, dalle 14.30 alle 19.30). Appuntamento importante perché verranno lanciati messaggi a Dellai e alla coalizione, ma anche in vista delle elezioni amministrative dell´anno prossimo.

LE CARICHE. Prima di tutto il rinnovo degli incarichi. Confermatissimo il presidente Marco Boato. Il vice resterà Pino Finocchiaro, che verrà affiancato dall´assessore provinciale Iva Berasi. Due vicepresidenti, quindi, all´insegna delle pari opportunità. Dopo la tornata dei congressi in giunta siederanno quindi il segretario dei Ds (Remo Andreolli) e la vicepresidente dei Verdi. Due nuovi ingressi nell´esecutivo provinciale: si tratta di Fulvio Forrer, architetto e urbanista, ed Elio D´annunzio, medico. Aldo Pompermaier, consigliere comunale a Trento, è stato invece nominato nel consiglio federale nazionale. È prevista poi la figura degli «invitati» permanenti nell´esecutivo, come Roberto Bombarda e Donata Loss: questi ultimi non sono iscritti ai Verdi.

LA PROVINCIA. Nella relazione che aprirà i lavori, Marco Boato conferma che «in nessun momento abbiamo messo in discussione la leadership di Lorenzo Dellai». Ma questo «non significa né subalternità né cecità». Non poteva mancare il riferimento all´ultimo motivo di discussione in maggioranza: la Valdastico. A questo proposito, Boato spiega: «Quando emergono i conflitti, questi non possono essere né esorcizzati con inutili diktat, né soffocati con imposizioni egemoniche». Il riferimento è a Silvano Grisenti, l´assessore che lo stesso Boato aveva già criticato dopo la sua minaccia sul «ritorno alle urne» nel caso di mancato accordo sulla Pirubi. Chi è favorevole alla Valdastico non parli inoltre «a vanvera di scelte ideologiche». Perché «di ideologico c´è solo la volontà di rincorrere penosamente le forze politiche del centro-destra, e i settori economici meno consapevoli, sul loro stesso terreno, magari con l´illusione di raccattare populisticamente qualche voto».

COMUNALI. Boato non può dimenticare l´importanza dell´anno prossimo, quando molti dei comuni trentini andranno al voto. Si parte da Trento e dall´esclusione dalla giunta («Abbiamo dovuto aspettare un sindaco Ds, Alberto Pacher, nel 1999 per vederci estromessi dalla giunta comunale e per vedere addirittura soppresso l´assessorato all´ambiente»). Il parlamentare si augura che la «vicenda possa sanata con le prossime elezioni». Del resto, lo stesso Boato la scorsa settimana ha incontrato il sindaco: «Ha ammesso di aver compiuto due errori: averci escluso dalla giunta e non aver creato l´assessorato all´ambiente. Noi lo prendiamo in parola per il futuro».

L´OPPOSIZIONE. Boato ritorna sui possibili «ribaltoni», chiesti soprattutto dalle opposizioni. I Verdi vengono visti spesso come uno degli ostacoli sulla strada delle decisioni. In questo caso il commento del presidente dei Verdi è caustico: «Non temiamo che si stiano delineando possibili cambi di schieramento o addirittura veri e propri ribaltoni. Solo qualche patetico esponente del centrodestra evoca nuovi schieramenti fanta-politici, naturalmente con la paranoica esclusione dei Verdi e della sinistra. È davvero incredibile questo livello di spensieratezza istituzionale e di libidine politica».

I TEMI. Nel dibattito, ci sarà spazio per ribadire l´«attualità» dei principi ispiratori dei Verdi. Nelle prossime settimane verrà avviata una Scuola di formazione politica, dedicata ad Alexander Langer e prevista a Trento. Sul fondatore dei Verdi italiani - come lo definisce Boato nella sua relazione - verrà proiettato un filmato, che aprirà il congresso.


testata Trentino

Trento, venerdì 5 novembre 2004
BOATO: «BASTA DIKTAT SULL’AMBIENTE»
Domani assemblea dei Verdi.
Con ancora la Valdastico.

da il Trentino di
venerdì 5 novembre 2004

Domani a Trento è in programma l’assemblea congressuale dei Verdi. Ecco alcuni passaggi della relazione che terrà l’onorevole Marco Boato: «Pur sapendo che siamo stati talora considerati il “partito dei no”, rispetto a scelte che non potevano e non potremo mai condividere.

Ma tutto questo si è sempre accompagnato all’impegno di essere corrispettivamente anche e soprattutto il “partito dei si”. Ma la nostra lealtà, che confermiamo senza esitazioni, non significa né subalternità né cecità.

Sul piano provinciale, noi non temiamo - come qualcuno sembra temere - che si stiano delineando possibili cambi di schieramento o addirittura veri e propri “ribaltoni”.

Solo qualche patetico esponente del centro-destra, di fronte al palese fallimento nazionale e locale della “Casa delle libertà”, evoca di tanto in tanto nuovi schieramenti fanta-politici, naturalmente con la paranoica esclusione dei Verdi e della sinistra.

Quando emergono, i conflitti non possono essere né esorcizzati con inutili diktat». Boato ribadisce infine il suo deciso, quello dei verdi, no alla Valdastico e appare critico sul fatto che si insista per volerla riproporre con preoccupante puntualità da ben 33 anni.


testata Corriere del Trentino

Trento, 5 novembre 2004
VERDI, LA LINEA
DI BOATO
«AL FIANCO DI DELLAI
MA NON VOGLIAMO
DIKTAT»

dal Corriere del Trentino di
venerdì 5 novembre 2004

Conferma la leadership di Lorenzo Dellai e la lealtà dei Verdi all’Intesa, «anche se questo non significa subalternità né cecità». Invita la coalizione di governo ad un «profondo ripensamento sul piano politico e programmatico», evitando «inutili diktat» o «imposizioni egemoniche» di fronte ai conflitti interni. E bacchetta duramente il primo cittadino di Trento Alberto Pacher per le scelte nella formazione della sua squadra nel 1999: «abbiamo dovuto aspettare un sindaco Ds per vederci estromessi dalla giunta comunale e per vedere addirittura soppresso l’assessorato all’ambiente».

È contenuta in un documento di 15 pagine la riflessione sul ruolo dei Verdi e sulla situazione politica provinciale che Marco Boato esporrà domani pomeriggio nell’assemblea congressuale del partito. Al Centro Santa Chiara, subito dopo il filmato dedicato ad Alex Langer (che aprirà l’appuntamento), il deputato porrà l’attenzione sulla «cultura ecologica di governo», senza dimenticare un accenno alla questione-Valdastico e alle tensioni interne alla maggioranza. «Non siamo affatto dei fondamentalisti e nemmeno dei catastrofisti», scrive il presidente del partito, che ricorda il «ruolo decisivo» dei Verdi in Parlamento per la riforma dello statuto.

Ma l’analisi di Boato si concentra in particolare sulla politica trentina. «In modo ricorrente — si legge nel documento — abbiamo subito tentativi di emarginazione, logiche egemoniche, prevaricazioni inaccettabili. Oltre a Trento, vorrei ricordare l’ostracismo subito nella formazione della giunta di Rovereto, i nostri moniti inascoltati nella vicenda di Nago-Torbole e le iniziali difficoltà ad entrare nella coalizione di Mori. Per non parlare, a livello provinciale, della nostra estromissione dall’assessorato all’ambiente e degli insulti pre e post elettorali di qualche esponente sedicente riformista». Di qui, la partecipazione all’Intesa dellaiana. «Siamo convinti che la scelta sia stata giusta». E sulle tensioni degli ultimi tempi: «Non temiamo improvvisi cambi di schieramento. Ma serve un ripensamento interno», avverte Boato, che riporta il discorso sul tema della Valdastico: «Ci stupisce che l’arretratezza culturale e politica, evidente nel centrodestra, compaia in modo ricorrente anche in qualche settore del centrosinistra».

     

 

Assemblea congressuale
dei Verdi del Trentino

"Sviluppo sostenibile:
quale modello
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Trento, sabato
6 novembre 2004
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