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Trento, 16 novembre 2013
INTERVENTO DI LUCIA COPPOLA
all’Assemblea provinciale degli Ecologisti e civici - Verdi europei
del 16 novembre 2013

Vorrei iniziare il mio intervento che, contrariamente a quanto faccio di solito, ho preferito scrivere, con una citazione che mi è molto cara. E' il discorso pronunciato da Robert Kennedy il 18 marzo 1968 alla University of Kansas City.  Nello stesso anno venne assassinato.

“Non troveremo né un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine i beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Down Jones , né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo. Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgomberare le nostre autostrade dalla carneficina dei fine settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che  cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che celebrano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari. Si accresce con gli equipaggiamenti che  la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della loro gioia nei momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la devozione del paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.”

Sono parole importanti, di rigore e di visione, di verità che mi hanno fatto riflettere a conclusione di queste elezioni dall'esito per noi sofferto, perché siamo fuori dal consiglio provinciale. Ma sulla base di quelle verità e di quelle visioni, lontane nel tempo ben 45 anni, ma ancora così vive ed attuali, così vicine alla nostra sensibilità e alle nostre ragioni, credo che possiamo quanto meno rivendicare di esserci stati, convintamente, sul piano programmatico, valoriale, etico; di esserci confrontati con competenza e passione sui grandi temi che appartengono alla storia di questi tempi difficili, sulle tematiche ambientaliste ed ecologiste che riguardano la nostra provincia e regione e, ben oltre, l'intero pianeta.

Quanto sta accadendo nelle Filippine, una tragedia di proporzioni immense, e un dolore che non si può neppure descrivere né immaginare, con migliaia di morti, 9 milioni di persone colpite, tra cui 4 milioni di bambini, e 600 mila senza tetto, senza cibo  e senza acqua potabile, ci dà la misura degli esiti nefasti dei cambiamenti climatici, di quell'effetto serra al quale anche noi contribuiamo, come paesi e come singole persone.  Ci fa riflettere sulla necessità di correre velocemente ai ripari,  di adottare politiche e stili di vita tesi ad abbassare il livello di C02 in atmosfera, principale  responsabile del riscaldamento del pianeta. Che si fa sentire anche da noi, se pure in modo meno devastante.

Alcune riflessioni: la scelta di esserci, innanzitutto,  dentro la coalizione del centro sinistra autonomista, con tutti i limiti dovuti al fatto di essere quasi scomparsi a livello nazionale e dai media, di essere un piccolo partito che continua a pensare in grande. E' stata  un'impresa titanica, davvero difficile, non compresa dagli elettori che cercano, a quanto pare, conferme e tranquillità dentro partiti “di raccolta”, onnicomprensivi, massimamente inclusivi, buoni per tutti  e per tutte le stagioni a prescindere dai programmi.

E, per contro, abbiamo pure pagato lo scotto di essere in una coalizione guidata da un candidato presidente del Patt e con alleati che una parte del nostro potenziale elettorato, che invece i programmi li legge e le azioni politiche le interpreta per quello che sono, non si sentiva di sostenere. In mezzo c'eravamo noi, schiacciati dentro una logica di opposizione, minoritaria e di semplice testimonianza (comunque perdente, come testimoniano i risultati di Sel e di Rifondazione Comunista), o di governo purchessia. Dalla nostra, il tentativo di mostrare l'immagine di un partito che ha una storia importante ma che, non senza fatica, si sta da tempo profondamente rinnovando; che ha ancora la sua ragione di esistere qui come nel resto d'Italia. Che in Europa ha ripreso forza, vigore, consensi.

Credo che vada respinto con forza il continuo paragone, a nostro discapito, con i Verdi dell'Alto Adige /Sud Tirolo che, con un PD  ai minimi storici, l'assenza della sinistra radicale e il fatto di rivolgersi ad un elettorato per la gran parte di madre lingua tedesca, quindi già “educato” sui temi ambientalisti, occupa uno spazio largo e importante: sono diventati a loro volta un partito di raccolta che si antepone allo strapotere dell' SVP. Ma i Verdi, dicevo,  sono ancora una necessità per la democrazia e lo sviluppo sostenibile del nostro paese. In quasi cinquemila ci hanno comunque votato, mandandoci un chiaro messaggio: è  sempre più importante marcare questo nostro territorio in chiave ecologista, ma anche sociale, economica e culturale, dicendo a chiare lettere che ci siamo, che non siamo gli ambientalisti  del “no” a prescindere, quelli “dell'ecologismo catastrofista” che non propone e si limita a denunciare.

L' ambiente lo concepiamo come luogo fisico da difendere e tutelare, ma anche luogo sociale, come vita delle persone che lo abitano, degli animali, degli eco-sistemi. E' materia delicata, non c'è dubbio, che si presta a critiche e fraintendimenti sul piano mediatico, della comunicazione, della percezione da parte dei cittadini. Ma è sempre più una necessità concreta il rispetto della Terra che tutti ci ospita e del valore della persona. Non siamo stati premiati e le ragioni, naturalmente, sono  molteplici.  Oltre a quelle già citate, di certo la nostra presenza a macchia di leopardo, evidenziatasi già nella formazione della lista, scoperta in molte zone importanti; la presenza di partiti nuovi, come Sel o i Cinque Stelle che intercettavano, con le tematiche trattate, il nostro potenziale bacino di voti.

La mancanza di collegamento e comunicazione tra i Verdi e il nostro rappresentante in Provincia, che ha fatto sicuramente cose ottime ma non si è avvalso di uno degli assiomi imprescindibili per chi opera nelle istituzioni: fare, fare bene e farlo conoscere. A parte gli addetti ai lavori, poco o niente di tutto questo lavoro è arrivato alla gente. Inoltre, la mancanza di contatti, di scambi, di interlocuzione con la formazione politica di riferimento, ha dato all'esterno un'immagine di  dissociazione e quindi, in qualche misura, di scarsa affidabilità. Ora noi dobbiamo ancora più di prima essere presenti in modo critico ma anche costruttivo dentro le istituzioni in cui siamo rappresentati, cercando di seminare bene anche in vista delle prossime elezioni comunali, di prenderci tutte le volte che possiamo spazi di visibilità.

Ci spetta, per coerenza, anche il compito di vigilare perché le politiche provinciali vadano sempre più  nella direzione della salvaguardia del Trentino: dunque  ancora “no” al consumo di territorio, “no” alle grandi, costose e inutili “grandi opere” e molti convinti “sì”: ai beni comuni, come l'acqua, patrimonio di tutti, alla messa in sicurezza del territorio, all'investire sulle energie rinnovabili e su una mobilità integrata e sostenibile, competitiva con l'uso dell'auto privata. Sul riciclo, sul riutilizzo, sul recupero della materia prima/seconda, sulla non combustione del residuo, sulla ricerca di sistemi innovativi che esistono e, in modo meccanico, possono chiudere il ciclo dei rifiuti.  Dobbiamo denunciare con forza sprechi, abusivismo, lottizzazioni, uso disinvolto e dissennato delle risorse. Mancanza di programmazione e pianificazione, soprattutto in ambito comunale.

Un tema su tutti si presenta alla nostra attenzione in queste settimane: l' ennesimo sfregio che si vuole perpetrare ai danni della Val Nambino e della zona dei Cinque Laghi in Val Rendena per la possibile creazione di una nuova zona sciabile di Campiglio verso il monte Serondoli. Come sottolineato dall'Ente Parco Adamello Brenta, le caratteristiche orografiche della zona, movimentate e irregolari, non si prestano ad ospitare piste e impianti che richiederebbero notevolissimi scavi, un'opera oltremodo impattante e distruttiva, appoggiata dalla presidente della Comunità di Valle di area PD Patrizia Ballardini.

Ma, per tornare a noi: dobbiamo  ripartire non tanto dalle nostre legittime, in quanto partito, ambizioni frustrate, dall'amarezza comprensibile per una grande mole di lavoro fatto, per buone idee che non hanno avuto la giusta ricompensa, ma dalla consapevolezza di dover svolgere comunque un ruolo importante nella compagine di centro- sinistra, proprio a partire da quel programma di governo che abbiamo contribuito a costruire.

Dobbiamo richiedere incontri di coalizione allargati alle forze minori che sono rimaste fuori, che ci consentano di intervenire sul piano delle  proposte, di confrontarci  alla pari, con dignità sia personale che politica, con i nostri alleati che ora governano il Trentino. Il presidente Rossi può e deve trovare i  modi e le forme per garantire questo scambio anche in corso d'opera. A noi spetta, ancora, il compito di alzare il tiro sulla difesa delle risorse della nostra bellissima e preziosa terra, che non sono infinite, sulle nuove tipologie di lavoro sostenibile, che non vada in rotta di collisione con la salute, che non sia alternativo al manifatturiero di cui in Trentino c'è ancora bisogno, ma  che sia in sinergia con le sue vocazioni. Turismo, articolato secondo le differenti caratteristiche e necessità emergenti (più lento, più profondo, più soave, come diceva Langer), concepito per tutte le stagioni, agricoltura sempre più bio-logica e rispettosa dell'ambiente e della salute, paesaggio, come diritto alla bellezza per tutti, difesa e valorizzazione della montagna e della sua economia, nuovo lavoro nei parchi e nelle aree protette (che sono il 32% del nostro Trentino). Senza dimenticare la silvicoltura, l'artigianato, l'enogastronomia.

E, buona ultima, ma non per importanza, la cultura: scrigno di talenti e possibilità  per tanti ragazzi e ragazze, nel sistema integrato dei musei, in primis il Muse e il Mart, ma anche in quelli pre-esistenti, di grande valore artistico, antropologico, scientifico, identitario, storico. In una rete virtuosa con gli Eco-musei, i castelli, gli antichi palazzi, i Forti, i paesaggi antropizzati in piena armonia con l'intorno.

Con i nostri prestigiosi  istituti di ricerca e con l'università. Vigiliamo sulla scuola, ambito strategico per la formazione, l'istruzione, l'educazione di bambini e giovani. Perché, trilinguismo a parte, non vada perduta l'eccellenza della scuola pubblica, di chi ci opera, dei progetti, della pluralità, della laicità e dell'inclusione, di un' autonomia che non sia solo gestionale ma che diventi sempre più possibilità, opportunità di fare meglio con meno, che elimini la zona grigia del precariato. Per quanto ci riguarda, non dimentichiamo, anzi, coltiviamo i nuovi contatti territoriali che abbiamo avuto nel corso della campagna elettorale. Sono preziosi per allargare i nostri futuri consensi e, del resto, questa attenzione la dobbiamo a chiunque si sia speso per noi.

Coinvolgiamo il più possibile le persone che si sono  avvicinate a noi nelle nostre iniziative e seguiamo quello che avviene di significativo sui territori. Soprattutto, non perdiamo di vista i candidati e le candidate che ci hanno messo la faccia, il cuore, l'impegno, se pure, per la gran parte, restando nelle retrovie. Perciò ancora più ammirevoli. Ringrazio tutte e tutti di cuore. Teniamo alti i contenuti del nostro programma, implementiamolo, attualizziamolo a seconda delle necessità e dei cambiamenti in corso, che sono veloci. Approfondiamo le relazioni con le associazioni ambientaliste, da coltivare non in una logica di sudditanza, come se dovessimo sempre farci perdonare qualcosa, ma su un piano di reciprocità, di  parità e rispetto dei percorsi, dei ruoli e delle funzioni di ciascuno.  Iscriviamoci magari, e partecipiamo alla loro vita se vogliamo essere interlocutori più credibili. Abbiamo solo l'imbarazzo della scelta.

Un partito vive anche di contatti esterni, altrimenti rischia l'auto-referenzialità e la solitudine. Anche i movimenti, che via via si formano e si sciolgono, sono importanti, meritano attenzione e ascolto, ma non devono usarci come utili esecutori istituzionali e portavoce quando serve, e poi dimenticarsi alla prima occasione del nostro lavoro, in una logica “usa e getta”.  Sulla base di una presunta innocenza, la loro,  e nella convinzione che la politica, a prescindere da chi la fa e da come la si fa, sia comunque una cosa sporca. La politica ha bisogno della società civile ma anche la società civile ha bisogno della buona politica. Una levata d'orgoglio, in questo senso, mi sembra salutare e opportuna.

Personalmente non sono affatto pentita di questa esperienza,  che mi ha arricchito sul piano umano e politico; una cavalcata lunga un anno, faticosa ma anche avvincente, nella quale ho concentrato tutto il mio tempo, tutta la mia forza e la mia energia. Che, come avrete capito, è rinnovabile. Anche la nostra forza in politica deve avere a che fare con la terra, il cielo, l'acqua e il vento, con la materia e con l'anima del mondo, con menti lucide, pensieri puliti, coerenza, passione. Con la speranza, che è il vero motore di ogni nostro atto. I risultati sono importanti ma non sono tutto. Io non mi fermo davanti alle sconfitte, pure brucianti, e alle delusioni.

Niente del buono che facciamo va perduto. Penso, come scrive Pavel Florensky dal gulag staliniano alla moglie e ai figli, che “la vita se non è bella, sarà sicuramente eccellente”. Dice anche che ” i dispiaceri non si possono evitare; ma i dispiaceri, se affrontati consapevolmente e alla luce degli avvenimenti generali, ci educano e arricchiscono, e  in seguito portano i loro frutti positivi”. Ringrazio tutte/i voi che mi avete dato fiducia, motivazione, incoraggiamento  e sostegno in ogni momento. Lucia Coppola, capolista Ecologisti e Civici-Verdi Europei.

Lucia Coppola
capolista degli Ecologisti e Civici- Verdi Europei alle elezioni provinciali del 27 ottobre 2013

 

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Trento, sabato
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