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Trento, 20 ottobre 2001
LA POLITICA DEI VERDI E DELL'ULIVO IN TRENTINO, IN ITALIA
E NEL NUOVO CONTESTO INTERNAZIONALE

Traccia della relazione introduttiva di Marco Boato

1.
Questa Assemblea provinciale si tiene in una situazione assai complessa e difficile:
a) sul piano internazionale: dopo l’11 settembre è completamente cambiato lo scenario geo-politico a livello mondiale;
b) in Italia: nonostante cinque anni di buon governo del centro-sinistra, l’Ulivo è uscito sconfitto dalle elezioni politiche e ora governa il centro-destra;
c) in Trentino–Alto Adige/Südtirol: non si è ancora ricomposta la crisi che ha attraversato la coalizione regionale;
d) in Trentino: non si è ancora ricomposta la crisi strisciante della coalizione provinciale.

2.
Per quanto riguarda i Verdi italiani è necessario:
a) concludere la fase costituente che si è aperta, dopo le elezioni europee del 1999, con la presidenza di Grazia Francescato;
b) ripensare profondamente le ragioni politiche e sociali, ma anche cultuali ed etiche, dei Verdi per dare vita a un "nuovo inizio";
c) dare un forte impulso critico alla coalizione dell’Ulivo.

3.
Per quanto riguarda i Verdi del Trentino è necessario:
a) rafforzare la nostra presenza nella dimensione provinciale a livello territoriale;
b) continuare nelle nostre iniziative di elaborazione e proposta politico-culturale, sulla base di una autentica cultura di governo (come abbiamo fatto nel Convegno del 16 giugno 2001 sui due Parchi per Trento nel XXI secolo);
c) affermare la nostra identità etica e politico-culturale, sapendo farla vivere e convivere nella coalizione dell’Ulivo e del centro-sinistra autonomista;
d) prepararci alle prossime elezioni provinciali del 2003, con l’obiettivo di raddoppiare la nostra rappresentanza istituzionale nell’ambito dell’Ulivo e del centro-sinistra autonomista.

4.
Ripercorriamo ora in modo più approfondito le varie questioni e le diverse dimensioni politiche che richiedono la nostra analisi, le nostre proposte, il nostro impegno.

5.
La dimensione internazionale
a) dopo il crollo del muro di Berlino (1989) e la fine della guerra fredda (1990-91), non c’è stata la "fine della storia" (Fukujama), ma una nuova pagina di storia, difficile e complessa, ma con straordinarie potenzialità;
b) ritorna in primo piano la questione dello sviluppo sostenibile, dei nuovi rapporti Est-Ovest, del crescente divario Nord-Sud, dell’intreccio tra processi di globalizzazione e identità nazionali e locali;
c) negli anni ’90 si pongono con forza le questioni su cui più si è misurata la cultura dei Verdi (unica cultura politica che non sia espressione ancora delle vecchie ideologie ottocentesche – liberalismo, socialismo e solidarismo cattolico – che pur per molti aspetti conservano la loro attualità):
- rapporto ambiente-sviluppo
- centralità dei diritti umani fondamentali e universali
- promozione dei diritti civili
- questioni della bio-etica
- principio di precauzione
- cultura del limite
- cultura della convivenza e delle differenze
- cultura della pace nella giustizia e nella libertà;
d) queste dimensioni della cultura dei Verdi non comportano un "fondamentalismo ecologista", integralista e chiuso in se stesso, ma la capacità di dialogare e integrarsi con:
- la concezione liberal-democratica dei sistemi politici (che ha dato vita alla forma storicamente più avanzata di democrazia)
- l’intreccio tra giustizia e libertà nei conflitti sociali e politici, che è propria di un autentico socialismo liberale
- i valori e le istanze per la solidarietà e la convivenza che provengono dai settori più sensibili e aperti del solidarismo cattolico
- l’impegno per la costruzione e il mantenimento della pace che sappia misurarsi anche con i conflitti e con la questione dell’uso legittimo della forza sul piano internazionale;
e) gli anni ’90 hanno visto la terribile impotenza del sistema internazionale e dell’ONU:
- in Somalia
- nel Rwanda (genocidio degli Hutu contro i Tutsi)
- in Algeria e in altri paesi africani;
f) gli anni ’90 hanno anche visto il tardivo ma importante intervento internazionale
- in Bosnia (’95)
- nel Kossovo (’99) rispetto alla Serbia
- a Timor Est (2000)
- in Macedonia (2001)
con diverse modalità dell’iniziativa politica e diplomatica e dell’uso legittimo della forza a difesa dei diritti umani e per impedire veri e propri genocidi (la lezione di Alexander Langer e di Adriano Sofri);
g) una terribile svolta epocale si è determinata dopo i mostruosi attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 a New York e Washington negli USA;
h) la lotta internazionale contro il terrorismo comporta molte dimensioni:
- politica
- diplomatica
- umanitaria
- economica
- di "intelligence", giudiziaria e di polizia
- culturale (e religiosa)
- ma comporta anche l’uso legittimo della forza (ben sapendo la sua difficoltà, la sua complessità e anche i suoi possibili errori, rispetto a cui è necessario interrogarsi e discutere apertamente, senza rigidità ideologiche e preclusioni reciproche);
i) da questo punto di vista, non serve tanto un pacifismo ideologico (che si oppose anche agli interventi in Bosnia e in Kossovo), ma una cultura e una politica di costruzione e difesa della pace, della giustizia, della libertà e dei diritti umani;
l) questo dibattito e questo confronto attraversa tutte le forze politiche e tutte le coscienze: va affrontato in modo laico, senza integralismi, in modo problematico, senza scomuniche reciproche, in modo aperto all’ascolto reciproco, alla consapevolezza della enorme complessità dei problemi, che stanno cambiando la faccia del mondo: basti pensare al recente vertice di Shangai tra USA (Bush), Cina (Jang-Zemin) e Russia (Putin);
m) questi problemi si intrecciano anche con dimensioni culturali e religiose:
- no allo "scontro tra civiltà", ma consapevolezza dei valori della democrazia e della universalità dei diritti umani
- no alla "guerra di religione", ma consapevolezza dei pericoli di qualunque forma di integralismo e fondamentalismo religioso
- sì alla cultura delle differenze, del dialogo, della tolleranza, ma consapevolezza che vanno affrontati i problemi della sicurezza, senza la quale prevalgono la paura, le chiusure, il rifiuto dei diversi, il razzismo e la xenofobia;
n) questi problemi si intrecciano anche con la questione della globalizzazione:
- semplicistico e sbagliato il "no global", rifiutato anche dai Paesi del Terzo Mondo
- necessario un "new global", che sappia proporre anche una globalizzazione dei diritti umani e civili e che sappia porre al centro:
A) la lotta contro la povertà e la questione del debito estero dei Paesi sottosviluppati
B) la questione ambientale su scala planetaria (Protocollo di Kyoto, ma non solo)
C) lo sviluppo sostenibile (dopo Rio de Janeiro)
D) i diritti umani, la democrazia, i diritti di cittadinanza, la convivenza multi-etnica.

6.
La dimensione italiana a livello politico
a) è stato un errore "riesumare" la coalizione dell’Ulivo solo a pochi mesi dalle elezioni politiche;
b) dopo la sconfitta elettorale nazionale e il Governo di centro-destra, è necessario:
- una opposizione dura e rigorosa, ma sempre basata su una "cultura di governo"
- una profonda rigenerazione (e massima apertura) della coalizione dell’Ulivo:
A) sul piano programmatico
B) sul piano politico
C) sul piano della leadership
D) sul piano territoriale
- avere la consapevolezza che di fronte all’Ulivo c’è un lungo percorso per ricandidarsi a governare, senza possibili scorciatoie (basti pensare all’esempio della Gran Bretagna, della Germania e della Francia).

7.
La dimensione regionale trentina e alto-atesina/sudtirolese
a) risultati straordinari raggiunti – grazie al lavoro parlamentare – per la difesa e la valorizzazione dell’Autonomia:
- riforma dello Statuto e norma transitoria per le elezioni del 2003
- riforma "federalista" del Titolo V della 2^ Parte della Costituzione (confermata nel Referendum costituzionale del 7 ottobre 2001);
b) positiva alleanza tra Ulivo e SVP che può e deve continuare su un piano di parità e di lealtà reciproca:
- buon lavoro parlamentare Ulivo-SVP nella XIII Legislatura
- ottimi risultati elettorali (13 collegi uninominali su 14 nel Trentino-Alto Adige/Südtirol e 14 seggi complessivi su 17 disponibili)
- costituito l’Intergruppo parlamentare Ulivo-SVP (con la presidenza di Oskar Peterlini)
- ottimi risultati nel Referendum costituzionale del 7 ottobre;
c) necessario ora rilanciare l’alleanza sul piano regionale (dove le opposizioni bloccano il consiglio da oltre due anni) con una proposta per il futuro della Regione.

8.
La situazione politica trentina
a) l’Ulivo ha vinto le elezioni regionali/provinciali del 1998, ma non aveva la maggioranza assoluta;
b) necessario allargare la coalizione sul versante autonomista: abbiamo costruito un centro-sinistra autonomista, che ora si sta cercando di consolidare;
c) totale assenza di cultura di governo da parte delle opposizioni: unico irresponsabile obiettivo, "bloccare tutto" (rafforzato e ribadito ora anche da Forza Italia);
d) è un errore scaricare sulle forze di governo le gravissime responsabilità delle opposizioni nel bloccare le istituzioni autonomistiche e nel delegittimarle di fronte all’opinione pubblica;
e) i Verdi fanno parte dell’Ulivo e della coalizione di centro-sinistra autonomista con grande senso di responsabilità, ma non a qualunque condizione (saremo sempre contrari all’autostrada della Valdastico, non sulla base di pregiudizi ideologici, ma per sistematiche analisi ambientali, economico-sociali e sul sistema della mobilità);
f) il presidente Lorenzo Dellai – col quale abbiamo un proficuo rapporto di dialogo e collaborazione e che abbiamo aiutato in tutte le fasi critiche – deve riflettere criticamente (e anche auto-criticamente come ha giustamente fatto in recenti dichiarazioni):
- sul metodo della collegialità
- sul ruolo necessario, e da valorizzare, delle forze politiche
- sulla necessità di mantenere fede agli impegni programmatici, senza forzature unilaterali (fatte da chi vuole sfasciare la coalizione e non crede all’Ulivo e al centro-sinistra autonomista);
g) di fronte alle permanenti fibrillazioni politiche, tra i partiti e dentro i partiti, i Verdi hanno assunto un atteggiamento di grande responsabilità e corresponsabilità in ogni passaggio politico e istituzionale: ma questo non va confuso da nessuno con passività, arrendevolezza o subalternità, che sarebbero incompatibili con il nostro ruolo e i nostri compiti politici e culturali;
h) è necessario ora:
- chiudere rapidamente il quadro politico provinciale e rilanciare l’impegno programmatico
- verificare la tenuta della coalizione in Regione, basata sulla alleanza con la SVP, ma senza alcuna subalternità
- governare bene nei prossimi due anni per lo sviluppo sostenibile del Trentino
- cominciare per tempo a costruire la coalizione per il 2003 (con le nuove regole elettorali e istituzionali).

9.
I Verdi del Trentino
a) buon lavoro a livello provinciale (tenendo conto della limitatezza del nostro consenso e delle nostre forze): elogio di Iva Berasi e dei suoi collaboratori, ma necessario un più stretto rapporto anche con i Verdi nei Comuni;
b) buon lavoro nei Comuni (e nelle circoscrizioni) dove sono impegnati tutti gli iscritti e simpatizzanti verdi, in particolare:
- a Trento con Aldo Pompermaier e con i consiglieri circoscrizionali (ma "vulnus" ancora aperto con Ale Pacher)
- a Rovereto con Pino Finocchiaro e Ruggero Pozzer, ma anche con Mauro Previdi e col portavoce Maurizio Migliarini (e buona collaborazione con Donata Loss e col sindaco Roberto Maffei)
- a Pergine Valsugana con Giuseppe Facchini, Flora Silvestri e Roberto Calzà
- a Riva del Garda con Luigi Marino, Pietro Bertoldi e Rocco Frizzi
- a Arco con Fabrizio Miori
- e tutti gli amici Verdi impegnati nelle liste civiche di altri comuni (come Roberto Franceschini a Vezzano e Bernardo Penner a Pieve di Ledro);
c) buon risultato alle politiche
- riconquista del collegio di Rovereto con il 50,8 % dei voti (rispetto al 38% del 1996)
- riconoscimento a Cristina Kury, candidata nella lista proporzionale col sostegno quasi esclusivo dei Verdi regionali;
d) buon lavoro sul piano politico-culturale
- convegno/proposta del 16 giugno2001 sulla città di Trento nel XXI secolo (preparato da Sandro Boato e Furio Sembianti)
- referendum contro l’ampliamento dell’aeroporto di Mattarello (sostanzialmente vinto con circa 30.000 cittadini che hanno condiviso la nostra posizione)
- in preparazione: Convegno provinciale su globalizzazione, sicurezza alimentare, OGM, bio-agricoltura, qualità della vita (su cui stanno lavorando Flora Silvestri, Elio D’Annunzio, Morena Girardelli, Giovanni Leonardi e molti altri)
- necessario costituire altri forum e gruppi di lavoro di elaborazione culturale e proposta politico-programmatica, che rafforzino l’impegno propositivo dei Verdi;
e) necessario ora investire molte energie per prepararsi alle elezioni provinciali del 2003 con obiettivi ambiziosi (ma realistici):
- per contribuire a costruire una coalizione vincente dell’Ulivo e del centro-sinistra autonomista
- per raddoppiare la rappresentanza politica e istituzionale dei Verdi.

10.
I Verdi sul piano nazionale
a) conclusione del processo costituente, ma con risultati finora troppo limitati
b) necessario un "nuovo inizio" (l’esempio dei Grünen in Germania e il ruolo di Joschka Fischer e Daniel Cohn-Bendit)
c) giusto affermare l’identità e la cultura politica dei Verdi, ma necessario un buon rapporto (anche critico) con la coalizione dell’Ulivo, rigenerata, e un rinnovato rapporto con la società civile, "trasversalmente" alle identità sociali, culturali, politiche.

11.
Concludo ricordando a tutti che abbiamo un lungo lavoro davanti a noi e che possiamo e dobbiamo avere fiducia in noi stessi, avendo la capacità di dialogare con tutti, mantenendo fede agli impegni assunti:
a) in questi giorni, ritorna più forte che mai il ricordo di Alexander Langer e della sua straordinaria testimonianza (rivissuta a Roma l’11 ottobre 2001 con la Fondazione Langer - presenti Edi Rabini con Grazia Francescato e Valeria Malcontenti Langer - che ha incontrato pubblicamente il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, con i premiati del 2001: il palestinese-musulmano Sami Adwan e l’israeliano-ebreo Dan Bar-On, impegnati a costruire il dialogo e la convivenza anche nel pieno del conflitto che attraversa il Medio Oriente);
b) in questi giorni, leggiamo con angoscia e ammirazione i messaggi che dalla sua cella nel carcere di Pisa manda a tutti Adriano Sofri, che vogliamo possa tornare a parlare anche a Trento, come tante volte in passato, da uomo libero e giusto, quale egli è.

Marco Boato
presidente dei Verdi del Trentino

 

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Trento, sabato
20 ottobre 2001
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