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Rovereto, 15 gennaio 2005
RIFLESSIONI SULLO TSUNAMI
di Rosario Frisinghelli

Davanti al grande scenario mediatico che ci viene propinato dai vari organi di informazione, ha perforato, nel magma di notizie che possono venire evidenziate, la tragedia del terremoto e conseguente maremoto del 26 dicembre 2004. Comunque i tagli della censura sono stati pesanti anche questa volta. Vorrei offrire uno spunto pér una riflessione partendo da dati oggettivi.

Le popolazioni civili non sono state avvisate dell’arrivo dello tsunami, per le coste più lontane si parla di 6 ore di viaggio delle onde dall’epicentro.

Ci sono decine, centinaia di satelliti che controllano la terra dall’alto, se vi attaccate ad internet potete vedere in tempo reale le nuvole dell’Australia o di ogni zona che volete, ma non solo le nuvole, anche lo stato del mare. Un solo centro alle Hawaii si è mosso senza riuscire a comunicare. Eppure la zona è presidiata dagli eserciti di mezzo mondo, c’è una base, Diego Garçia in mezzo all’oceano Indiano, navi in navigazione, altre basi sparse, eppure non è stato dato nessun allarme. Giusto che si sappia, sulle navi militari l’organizzazione gerarchica permette in 3 livelli di arrivare ai vertici e le comunicazioni vengono fatte tramite satelliti riservati. Quante navi sono state sollevate da questa onda senza segnalarla? Qualcuno ha deciso di tenere segreta la notizia per motivi strategico-militari? CENSURA. Un buco nel sistema difensivo per cui un ordigno nucleare avrebbe potuto sorvolare tutta la zona senza:che nessuno se ne accorgesse, ed arrivare quasi in ogni dove? CENSURA. Qualcuno ha scritto che il panico alla notizia avrebbe fatto più danni... ma quella è un’area dove i tifoni sono conosciuti e i tempi di reazione proporzionali alla notizia del loro arrivo anche improvviso. Per me la verità è che mezz’ora dopo l’inizio del maremoto la notizia sarebbe potuta essere pubblica ed in tempo reale raggiungere attraverso radio e televisione almeno chi era collegato e le autorità, giusto sarebbe che i responsabili paghino.

Unica nota positiva, mi sembra di aver capito che la nascente rete di allarme Tsunami nell’oceano Indiano non sarà in mani militari.

In Borneo c’è stato un maremoto all’inizio del 2004, manca il ricordo storico di quello che succede? Ma quanti maremoti hanno sconvolto ogni parte del globo in epoche diverse!

Si è persa la capacità di riconoscere i fenomeni del mondo in cui viviamo? Perché si costruiscono villaggi turistici o centri abitati sulle foci di fiumi che periodicamente ingrossati dalle piogge travolgono tutto quello che trovano sul loro corso? Perché si tagliano boschi preziosi per fermare le valanghe in luoghi che storicamente sono soggetti a valanghe?

Forse è anche nelle risposte a queste ed altre domande il nostro impegno verde.

Rosario Frisinghelli

 

      
   

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