verdi del trentino
    assemblea congressuale del 14 aprile 2007
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La scuola di formazione politica ‘Langer’.
Un primo bilancio
Intervento di Alessandro Franceschini

Buonasera a tutti i presenti. Vi ringrazio tutti, e ringrazio gli organizzatori per questo invito e i relatori che mi hanno preceduto per gli interessanti stimoli che ci hanno fornito questo pomeriggio. Parlando della scuola Langer cercherò di essere molto sintetico per lasciare più spazio al dibattito che seguirà questa tornata di interventi.

Siamo oramai giunti alla fine del secondo anno della Scuola di Formazione Culturale e Politica A. Langer, e alla fine del terzo ciclo semestrale di seminari. Come molti di voi sapranno nei primi due cicli sono state analizzate, da competenti, relatori eterogenee tematiche. Si è parlato di politica internazionale (con Jens Woelh, Riccardo Scartezzini, Sergio Fabbrini, Khaled Fouad Allam, Mario Raffaelli), di questioni politico-giuridiche (con Roberto Toniatti, Gianfranco Postal, Francesco Palermo) e di questioni ambientali (con Corrado Diamantini, Sandro Boato). Il denominatore comune era la stringente attualità degli argomenti e delle problematiche oggetto delle nostre riflessioni. Nell’ultimo ciclo di seminari – anche per accogliere ragionevoli istanze degli iscritti (per inciso, il numero delle persone che ha partecipato alle lezioni è di 170, con una presenza media di 60 persone ad incontro, il sito web, dove sono contenute anche le sbobinature dei contributi, ha avuto circo 700 contatti), – gli argomenti trattati sono stati più affini a quella che è la natura intrinseca del Movimento dei Verdi: “I cambiamenti climatici” con la parlamentare Grazia Francescano, “La mobilità sostenibile” con un’altra parlamentare Anna Donati, solo per citare gli ultimi due.

Non voglio soffermarmi, in questa sede, sulle risposte positive che la Scuola sta fornendo rispetto a quella esigenza di approfondimento di argomenti di natura sociale, culturale e più squisitamente politica che da tempo si respirava nella società e che tuttavia è stata da tempo largamente disattesa. Non voglio nemmeno elogiare troppo questa iniziativa che vive con pochissime risorse e con molta voglia di fare e che rimane a tutt’oggi – nonostante i numerosi annunci di avvio di scuole di partito, da parte di altre formazioni, sempre poi disattesi nei fatti, l’unica esperienza di formazione politica non effimera sul territorio provinciale.

Vorrei piuttosto guardare avanti, nel futuro della Scuola Langer, pensando, ipotizzando possibili miglioramenti, sia per incrementare il numero dei partecipanti, rendendo maggiormente condivisa questa esperienza e occasione di formazione culturale, ma anche per riflettere insieme sulla possibilità di trasformare progressivamente la natura della Scuola da luogo di incontro seminariale a un luogo culturale più strutturato, più radicato sul territorio, con un’identità ancora più forte e non confondibile con altre latenti che con il tempo emergeranno.

Auspico in una riflessione condivisa sul futuro e sulle potenzialità della Scuola di Formazione Politica Culturale, di cui mi è stato affidato il gradito compito - in questa sua fase di nascita – di farne da Responsabile, da portavoce, ruolo che posso svolgere sempre e solo con il significativo apporto e sostegno di Marco Boato, i cui contatti personali con i relatori sono stati l’elemento fondamentale che ha fatto sciogliere la diffidenza verso una neonata scuola in un sincero entusiasmo, e con l’imprescindibile impegno della segreteria organizzativa: Emma di Girolamo e Rose Marie Callà.

Una proposta potrà essere quella di costituire un Laboratorio di riflessione sul futuro della scuola, per un suo maggior radicamento all’interno del movimento dei Verdi e per una più allargata condivisione di indirizzi strategici e culturali.

Per concludere, vorrei focalizzare l’attenzione su uno degli aspetti di arricchimento che la Scuola di formazione politica dona sia alla nostra comunità di Verdi, e sia - vista la sua natura apolitica e apartitica della scuola - alla comunità allargata del Trentino: la possibilità, cioè, che viene offerta ai partecipanti di conoscersi, di parlarsi, di interagire. Come diceva Alex Langer «più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci comprendiamo», riconoscendo anche nelle occasioni di informazioni condivise, nei momenti di apprendimento comune, la possibilità di emanciparsi dal rischio che le visioni etnocentriche diventino la regola comune, un qualcosa di scontato, di accettato e quindi anche di affrancato. 

Allargando questo concetto dell’uomo a cui è stata dedicata la scuola – Alex, appunto – possiamo affermare che la Scuola Langer, come luogo di incontro, di scambio umano e culturale, fornisce un piccolo grande contributo per allontanare il pericolo di divenire una comunità etnocentrica, composta da uomini e donne chiusi nel loro miope individualismo.

Grazie a tutti per l’attenzione.

 

Assemblea congressuale
dei Verdi
del Trentino

Trento, sabato
14 aprile 2007
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