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Trento, 24 giugno 2016
MASCHILISMO, RETAGGIO CULTURALE DURO A MORIRE
di Sandro Boato
dal Trentino di venerdì 24 giugno 2016
pubblicato anche su Alto Adige di venerdì 24 giugno 2016

“Femminicidi, la politica deve intervenire subito” titolava la bella intervista a Lucia Coppola di Sandra Mattei (Trentino, 13 giugno). La presidente del consiglio comunale di Trento, che ha profonde radici nel contesto sociale e nella scuola dell’obbligo in particolare, richiede un serio impegno a sostegno della ancora inattuata parità della donna, sul lavoro e nelle rappresentanze elettive, e per avviare una educazione sessuale pressoché inesistente oggi nell’insegnamento.

Nel mare magnum delle chiacchere e del giustificazionismo che contrassegna la mancanza di concretezza e di volontà in quest’ambito, riporto la chiusura di un poemetto in versi di Oscar Wilde – Ballata del carcere di Reading (1898) – in cui alla condanna capitale di un uomo colpevole della morte della sua compagna, il poeta irlandese, rivolto alla ipocrisia e al maschilismo della società anglo-vittoriana, afferma: “Tutti gli uomini uccidono la cosa che amano/che tutti lo sappiano”, ovvero non fingano di non saperlo.

Oggi però l’evento non è più lo stesso – e ci vorrebbe un nuovo Wilde per interpretarlo –- ma è forse ancora più sconvolgente, poiché in numerosi casi recenti sembra prescindere da un rapporto d’amore, successivamente distrutto, ed esprime semmai un vuoto d’amore, una regressione culturale-antropologica, una affermazione di pura potenza, una esaltazione del maschio e del bullismo.

Infatti molti maschi italiani in particolare non si rendono conto (non ci rendiamo conto) che dalla casistica omicida ribattezzata ‘femminicidio’, nessuno può ritenersi del tutto estraneo.

Siamo davvero fuori dall’età della pietra? Non sempre, pare. C’è un retaggio vetero-cattolico di superiorità come diritto acquisito sulla donna? Siamo ipersensibili alla critica diretta di una donna che decide da sola: ma come si permette, in casa mia! C’è anche una eredità clericale pesante, che veniva dal parroco, dal clero in genere, dal suo controllo secolare della donna, tutto a favore dell’autorità maschile.

Da ultimo però si avverte che una parte rilevante delle donne sta cambiando sul serio, legge molto più dell’uomo, riesce meglio culturalmente e nonostante venga assediata da riviste piene di vuoto, dall’abuso della pubblicità, sente l’accrescersi di una forza nuova che fa paura a molti e che volteggia come un incubo sui sogni illusori di un imperio che si sgretola, ma che tuttavia vende cara la propria pelle.

Oltreché sollecitare il risveglio di un ceto politico a tutt’oggi senza vergogna, servirebbe una capacità autonoma di anticipare lo eventuale ricatto del disamore, prima che sfoci nell’assassinio: la forza di un movimento, a partire dalla scuola e dal volontariato più aperto e disponibile. Che, nel breve termine, sappia generalizzare anche forme efficaci di autodifesa disarmata e un rapporto paritario con “l’altra metà del cielo”.

Sandro Boato

 

      

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