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Trento, 9 ottobre 2005
PADRE LIVIO, L’«INUTILITA’» DI CHI HA DATO TUTTO
di Sandro Boato
dal Trentino di domenica 9 ottobre 2005

“La mia speranza è diventare del tutto inutile”, con queste parole una delle personalità più utili alla crescita spirituale e civica del Trentino - padre Livio Passalacqua - ha concluso la messa celebrativa del suo ottantesimo compleanno (29 settembre), nella comunità di Villa Sant’Ignazio presso le Laste di Trento. Una messa così ricca di presenze, anche dalla città e da diversi paesi, e così partecipata, con riflessioni schiette e canti sommessi, appena guidata dal gesto misurato e dalla parola pacata e sorprendente di padre Livio, da trasmettere l’immagine di una comunità aperta, capace di accoglienza dei più deboli e in grado di autocondursi.

Ciò vale tanto nelle attività associazionistiche e culturali, quanto in quelle economico-cooperativistiche, che nelle espressioni esterne della fede: le quali tutte vantano un quarantennio di esperienza critica, con presenze significative anche da altre regioni, paesi europei e latino-americani. Una messa inoltre che riconcilia col sacrificio della croce, divenuto quasi ovunque rituale burocratico, e mostra la disponibilità del laicato (a partire dai bambini) e delle donne in particolare, quando non sia considerato una entità in subordine rispetto alla gerarchia ecclesiastica secondo la prassi della Cei.

Padre Livio è stato indispensabile per la sua dedizione, le sue conoscenze e capacità, il suo serenissimo equilibrio, che gli permette ora di passare le consegne gradualmente ad altri, ed in particolare ai laici che - “con l’invecchiamento e la riduzione del clero” - rappresentano il futuro. “Diventare inutili” in questo senso dunque significa l’opposto del restare attaccati a una sedia, a un trono, a un ruolo - perché ciò che conta è, non il prestigio acquisito, bensì il servizio compiuto, anzitutto la riuscita formazione di chi viene dopo.

Sandro Boato

      

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