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Levico, 20 febbraio 2001
TUTTI I COLORI DEL CEMENTO: LO "SVILUPPO" DI VETRIOLO
Lettera aperta di Loredana Fontana (Levico-Progressista)

Ho letto circa dieci giorni fa, sui quotidiani locali, che l’assessore "tecnico" al turismo del comune di Levico Terme ha reso note, in una riunione con operatori, "immobiliaristi" e Giunta comunale, le direttive che si intendono perseguire per lo sviluppo di Vetriolo.

Ho aspettato qualche giorno ad intervenire per vedere se su tali posizioni vi sarebbero state smentite o precisazioni; dato che non vi è stato alcun dissenso, posso arguire, a questo punto, che la posizione sia autentica e sia condivisa da tutta la compagine che governa il comune di Levico.

Le dichiarazioni, virgolettate, dell’assessore Casagranda ( "A questo punto ci si deve porre il problema del vincolo di destinazione degli alberghi…Va modificato per fare spazio ad altre forme di ospitalità: residences, residenze turistico-alberghiere, multiproprietà, condomini, ecc. Altrimenti, senza la massa critica di una diversa ricettività, Vetriolo non decolla.") paiono decisamente inquietanti e fanno sorgere una serie di interrogativi su quali siano gli indirizzi che la Giunta Comunale di Levico vuole perseguire, sia in riferimento alla tematica turistica che per quanto riguarda la tutela dell'ambiente.

Pur fra contrasti e accese discussioni, grazie ad una pianificazione lungimirante adottata già negli anni settanta, il territorio levicense è ancora abbastanza intatto, senza quei massicci interventi edificatori che hanno deturpato alcune zone turistiche della nostra provincia. Di tale opera di "salvaguardia" ambientale hanno beneficiato, in primo luogo, i cittadini levicensi, ma anche le migliaia di turisti che scelgono ogni anno di soggiornare a Levico proprio anche grazie alle risorse ambientali non ancora deturpate.

Per quanto riguarda Vetriolo, la località da anni vive un’indubbia situazione di degrado e di abbandono, aggravata da grossi problemi di ordine geologico e dall’assenza di reti fognarie. Negli anni scorsi si è cercato di invertire tale tendenza, progettando la costruzione di un collettore fognario intercomunale, mentre da parte della PAT vi era il rifacimento dello stabilimento termale; infine vi è stata una variante urbanistica, con cui si permetteva la trasformazione in "residence" dell’Albergo Milano (chiuso da più di trent’anni) e del Miramonti, centro di soggiorno di una congregazione di suore, all’altro capo della località. Si cercava in tal modo di risolvere la situazione più disastrosa (quella dell’Albergo Milano) recuperando la notevole volumetria esistente e imponendo che al suo interno si trovassero quegli spazi pubblici e quei servizi di cui un centro può avere bisogno (sale pubbliche, ecc); vi era inoltre un accordo con degli operatori turistici che da parte loro vi sarebbe stata la ristrutturazione di alberghi esistenti e chiusi da tempo. Da parte della maggior parte dei consiglieri comunali di Levico (sia di maggioranza che di opposizione) vi era la consapevolezza che solo per l’Albergo Milano di Vetriolo poteva essere giustificata la modifica di destinazione, da alberghiera a residenziale, proprio tenendo conto del fatto che un albergo di tali dimensioni a Vetriolo non fosse più giustificabile e sostenibile, avendo ben presente che lo sviluppo turistico di tale località potrà essere soltanto "di nicchia", rivolto ad un determinato settore di turisti particolarmente sensibili alle tematiche ambientali, non certo di massa, proprio tenendo conto anche della situazione geologica della zona.

Quando l’Amministrazione presieduta dalla sottoscritta propose tale variante urbanistica, fu attaccata in modo deciso da alcuni esponenti locali: uno di tali esponenti poteva essere definibile di centro ( e riveste attualmente una carica istituzionale all’interno del Comune); l’attacco più duro fu comunque portato avanti da parte di coloro che facevano riferimento, a livello provinciale, a "Solidarietà" ( tanto che poi, in previsione della campagna elettorale,quelle stesse persone attaccarono l’Amministrazione uscente proprio attraverso il giornalino di tale forza politica): ci accusarono di essere "cementificatori", di non operare per la tutela ambientale.

Ora il nuovo assessore comunale al turismo Casagranda (che, essendo un tecnico esterno, opera in un rapporto di fiducia personale con il Sindaco) annuncia che per gli alberghi di Vetriolo, secondo gli obiettivi dell’Amministrazione, ci dovrà essere una trasformazione in residences, condomini, ecc. A parte la scelta di prospettiva "turistica" sbagliata che, secondo me, sta alla base di tale proposta, mi meraviglia che su tale posizione non vi sia stato nemmeno un accenno di dissenso, e non solo a livello locale.

Dove sono gli esponenti che per la trasformazione dell’Albergo Milano gridavano allo scempio ambientale e, ora, davanti all’ipotesi della trasformazione di tutti gli alberghi stanno in rispettoso silenzio? Quegli stessi esponenti hanno candidato a sostegno e sono una componente organica della compagine che governa attualmente il Comune di Levico; come fanno ad avvalere un simile obiettivo?

Se veramente crediamo che lo sviluppo del territorio vada pianificato anche salvaguardando l’ambiente, non possiamo cambiare posizione a seconda se il Sindaco è simpatico o meno e soprattutto non possiamo rifugiarci in un comodo silenzio quando ci fa comodo o si preferisce non criticare qualcuno. Credo che su questioni di tali portata (anche per la gravità che certe scelte potrebbero avere per tutto il territorio provinciale) le forze della sinistra non possano trincerarsi dietro il silenzio (e se gli esponenti locali non hanno il coraggio di distinguersi, lo facciano gli esponenti provinciali!)

 

      
   

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