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Trento, 18 giugno 2013
Con il «patto dei sindaci»
le amministrazioni possono dare vita alla democrazia energetica

di Marco Ianes, degli Ecologisti e reti civiche - Verdi Europei
dal Corriere del Trentino di martedì 18 giugno 2013

Uno strumento innovativo, per programmare un percorso di sviluppo sostenibile e, quindi, di tutela del territorio e di «democrazia energetica» è messo a disposizione dall'iniziativa europea definita come «Il patto dei sindaci» (Covenant of mayors).

Con il «patto dei sindaci» le città si assumono l'impegno di ridurre le proprie emissioni di oltre il 20% entro il 2020. Questo, attraverso la predisposizione e la messa in opera di un piano di azione energia sostenibile(Paes, in sigla), che metta in evidenza le potenzialità del territorio e le opportunità, anche di natura economico-finanziaria, che sono a disposizione. È un vero e proprio progetto generale di sviluppo territoriale che tocca vari aspetti della vita sociale ed economica di una comunità. Per tale piano, il Comune deve avviare un processo di reperimento dati, sulla situazione energetica dei propri stabili e della propria struttura cittadina; molte amministrazioni non conoscono appieno quanto spendono in consumi energetici e in manutenzioni varie e ciò mette a serio rischio una corretta gestione delle già scarse disponibilità economiche a disposizione. Avviare un monitoraggio della situazione del patrimonio immobiliare e tecnologico comunale permette di avere un corretto quadro della situazione e di orientare correttamente e senza sprechi le risorse a disposizione.

Quando i dati sono noti, il Comune è in grado di predisporre il piano di azione vero e proprio. Con queste analisi si possono programmare gli interventi strutturali per il risparmio energetico: isolazione degli edifici, manutenzione degli impianti elettrici e termici, sviluppo del corretto impiego delle fonti di energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico, microidroelettrico e biomassa), con l'uso degli strumenti finanziari messi a disposizione dall'Europa e anche dai recenti sgravi fiscali.

I problemi principali delle amministrazioni, nel gestire tali piani, sono due: uno di ordine tecnico e uno economico. Il più ostico è il problema tecnico: molte amministrazioni comunali, in Italia, hanno al loro interno una struttura con una preparazione non all'altezza delle conoscenze richieste oggi, sia in ambito energetico che nel contesto di sviluppo eco-sostenibile. I tecnici — purtroppo molto spesso — sono disinformati sulle novità tecnologiche ma anche sui percorsi virtuosi che si possono sviluppare con aiuti economici messi a disposizione sia dalla comunità europea, sia dalle agevolazioni fiscali, e questo a causa della mancanza di percorsi formativi adeguati.

Il problema economico è sicuramente il più visibile ma paradossalmente il più facile da risolvere. Consentendo ai Comuni di non intaccare più di tanto il proprio bilancio, vi sono finanziamenti diretti dalla comunità europea tramite il Feser (fondo europeo di sviluppo regionale), il fondo Elena (European local energy assistance)e altri fondi comunitari. Queste sono solo alcune iniziative europee per sostenere il «patto dei sindaci». Vi sono però altri percorsi che possono coprire molte componenti del Paes anche accedendo a finanziamenti non mirati direttamente, ma a singole parti dello stesso. In Italia, assieme ai fondi europei, c'è per esempio il nuovo conto termico che riserva una considerevole quota di finanziamenti, riservati esclusivamente alle amministrazioni pubbliche, in tema di interventi di ristrutturazione e sviluppo delle energie rinnovabili.

Questi sono solo alcuni esempi per mettere in evidenza che le strade da percorrere per lo sviluppo ecosostenibile delle nostre città è veramente possibile. La democrazia energetica è attivabile realmente, usando mezzi e conoscenze che sono disponibili, ma che molto spesso si ignorano. Non è vero che mancano le risorse, è vero che manca una capacità di conoscere le possibilità a disposizione. Molto spesso i fondi europei a disposizione degli Stati non vengono interamente sfruttati per mancanza di conoscenza o incapacità governativa degli enti locali e questo è gravissimo in un periodo di così grave crisi. Il Paes mette a disposizione la possibilità di creare lavori pubblici ecosostenibili per le imprese di costruzioni edili, che si troverebbero coinvolte nelle opere di riqualificazione degli edifici, unitamente alle ditte di impiantisti. Eppure, il sistema non riesce a decollare, proprio perché sono moltissime le amministrazioni comunali che non conoscono nemmeno l'esistenza di queste nuove vie di sviluppo.

Ogni municipalità, aderendo al «patto dei sindaci», potrebbe contribuire a far crescere un nuovo modo di conciliare politica e servizio per il bene collettivo, garantendo una democrazia energetica che possa essere motore dello sviluppo territoriale, riavviando anche la macchina produttiva ed economica, desolatamente ferma. Una nuova cultura di sviluppo territoriale, rispettosa dell'ecosistema in cui viviamo e all'insegna della corretta gestione delle risorse energetiche che abbiamo a disposizione è fondamentale per vincere le sfide sempre più difficili che ci troveremo ad affrontare. Lamentarsi di scarsità di risorse, non sfruttando appieno ciò che l'Europa ci mette a disposizione, non è più credibile. Bisogna avviare nuovi percorsi, già intrapresi da molte amministrazioni, con buoni risultati.

Marco Ianes
Ecologisti e reti civiche - Verdi Europei

      
   

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