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Fiuggi, 11 novembre 2006
INTERVENTO ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE DEI VERDI
MAURO PAISSAN, Componente del Garante Privacy

Consentitemi di indicare rapidamente alcuni temi alla vostra riflessione. Sono spunti che derivano da una passione politica non sopita ma che non può esprimersi appieno vista la carica istituzionale di garanzia che ricopro.

1) Nuovi diritti e sviluppo tecnologico
Come sapete, il mio lavoro e il mio impegno istituzionale come Garante privacy si svolge soprattutto sul tema dei nuovi diritti e dei nuovi problemi posti dallo sviluppo tecnologico. Vi chiederete, che centra questo con l’ambientalismo?

Vengo ora da Londra, dove ho partecipato alla Conferenza mondiale sulla privacy. Ecco un passo della mozione conclusiva, che vi dà il senso del legame tra ambiente e nuovi diritti:
“In materia ambientale, non si possono commettere abusi. Allo stesso modo, qualunque innovazione tecnologica deve accompagnarsi a una chiara percezione dei rischi in gioco. Correremmo altrimenti il pericolo che il nostro “capitale” in termini di libertà e di identità sia ridotto se non addirittura distrutto. La privacy (cioè la tutela della dignità della persona) è preziosa come l’aria che respiriamo. Entrambe sono invisibili, ma gli effetti di un’insufficiente tutela potrebbero essere ugualmente disastrosi una volta esaurita la loro disponibilità”.

Viviamo in quella che viene chiamata la società della sorveglianza, la società del controllo. Anche in Italia, non scherziamo: videosorveglianza, intercettazioni abusive o pubblicazione di quelle legali senza rispetto delle persone, accessi illegittimi alle banche dati (telefoniche, fiscali, di polizia), furto di dati sanitari o del Dna a fini di discriminazione sul lavoro e così via.
Ecco il terreno per costruire nuove garanzie di cittadinanza, che dovrebbe vedere i Verdi in prima linea in Italia e in Europa. C’è qui un rischio di inquinamento della nostra dignità

2) Rapporto con la cultura, la ricerca, la scienza.
Mi auguro poi che i Verdi sappiano costituire un rapporto solido con la cultura, la ricerca e la scienza. Una forza politica non può stare fuori dai circuiti delle idee e delle innovazioni. Ciò vale a maggior ragione per gli ambientalisti, che hanno bisogno di vedere le proprie proposte sostenute da studi e analisi scientificamente, economicamente, socialmente fondate. In questo senso i Verdi possono ricevere ma anche dare, perché spesso la ricerca è confinata in campi angusti, senza lo sguardo d’orizzonte che gli ecologisti possono offrire.

3) Isolamento e solitudine come questione sociale e politica.
Ho poi l’impressione – passo a un altro titolo - che il vocabolario della sinistra e della nostra coalizione riguardo alle questioni sociali sia datato. Usiamo parole gloriose, ma prive di potenzialità, di forza emotiva. Dovremmo assumere altre prospettive, tener conto anche di altre dimensioni. Penso, ad esempio, che la solitudine e l’isolamento degli individui nel vivere sociale attuale (bambini, ragazzi, adulti o anziani che siano) sia un grande tema, cui dare piena dignità politica. Non è un dato psicologico, anche se le ricadute psicologiche ovviamente ci sono, ma un dato sociale e politico a tutto tondo, che molto ha a che vedere con la qualità della vita e che contiene in sé tutti i temi e tutte le parole abituali (lavoro, precariato, consumismo, malabitare e così via).

E’ necessario entrare in relazione con le persone in modo diverso rispetto al passato, perché gli interessi e le preoccupazioni esistenziali sono oggi diverse.

4) Animali, tema da rivalutare.
Sempre su questa linea – cito un altro argomento - penso che vada rideclinato anche il tema del rapporto con gli animali. Temo che i Verdi sottovalutino e sottostimino il grande campo, anche ai fini di possibile raccolta di consenso, delle molte persone che vivono con animali, costruendo su questo rapporto relazioni sociali, amicizie, amori anche, atteggiamenti politici, forme di volontariato, iniziative sociali e così via. E’ un terreno citato ma in realtà poco praticato e poco sfruttato. E’ cosa un po’ diversa dal vecchio animalismo. E’ l’età matura dell’animalismo, assai meno minoritario e assai più coinvolgente. Mi auguro che i Verdi sappiano intercettarlo e valorizzarlo.

5) L’antipolitica come nemico.
Infine, una citazione di un fenomeno culturale e sociale regressivo, che mi fa paura. E’ molto forte nelle pieghe della società il sentimento dell’antipolitica, una sorta di presa di distanza, quando non di repulsione verso la politica, i politici, i partiti, il parlamento, il governo, le istituzioni. Un atteggiamento – inutile negarlo – che ha anche motivazioni e fondamento, ma pericoloso e da contrastare. Ma da contrastare in modo adeguato. Guardate, non c’è nulla di più penoso della condiscendenza populistica verso l’antipolitica dei politici che mischiano l’autoblù alla demagogia antistituzionale, l’utilizzo fino all’ultimo dei privilegi e dei fringe benefits della carica istituzionale con l’occhiolino a chi disprezza la politica e i politici. Non si possono recitare troppe parti in commedia.

Il buon politico, e anche il buon Verde, dovrebbe puntare alla credibilità, all’autorevolezza, all’approfondimento, all’analisi, alla proposta innovativa e a un modo di autorappresentarsi non omologato rispetto al solito teatrino del Tg delle otto di sera, che rende tutti grigi. Consiglio un’analisi storico-quantitativa sul rapporto, lungo questi 20 anni, tra quantità delle presenze televisive e quantità di voti ai Verdi. Avremmo delle sorprese.

Comunque, aldilà dei Verdi, il recupero della dignità della politica di fronte ai cittadini è condizione essenziale per la tutela e la rivitalizzazione della democrazia. E ciò vale soprattutto quando ci si rivolge a chi è più giovane di noi.


 

      

Dall'Assemblea
nazionale
dei Verdi
di Fiuggi
11 novembre
2006

 

   

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