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Trento, 3 settembre 2015
STIAMO TAGLIANO IL RAMO SU CUI SIAMO SEDUTI.
Salvaguardare la biodiversitÀ del pianeta per salvare noi stessi

di Rolando Pizzini ***
dal l’Adige di giovedì 3 settembre 2015

Il problema orsi, nel prossimo futuro, verrà facilmente risolto in quanto verranno eliminati tutti (o quasi) e così, il Trentino, ritornerà ad essere un'oasi di pace. Certo vi sarà da sopportare qualche mese di protesta degli ambientalisti ma poi tutto sarà dimenticato e, soprattutto, risolto. Credo che così sarà il Trentino (che amo in modo profondo) fra non molto: ruscelli, prati, sentieri, ma niente orsi. La cosiddetta "natura-Disneyland" del resto è ciò che, da sempre, vuole la maggioranza di noi e che abbiamo già creato in gran parte del pianeta.

E' quindi sufficiente osservare la storia per rendersi conto di come l'Homo Sapiens sia stato e sia un divoratore ed abbia ridisegnato a sua immagine il Creato. Questo processo, ci dicono alcune ricerche, è iniziato addirittura 40.000 anni fa in Australia e da lì in poi è stato un continuo ed inarrestabile rimodellamento di ambienti e specie viventi. E' quindi nel nostro DNA eliminare o modificare ciò che ci ostacola, che ci crea pericolo o semplice fastidio al fine di creare ambienti maggiormente vivibili.

Accettare di condividere gli spazi con altre creature, specie se pericolose, non è perciò "normale". Il nostro istinto è infatti quello di trovare soluzioni per civilizzare tutti gli angoli del pianeta, ed un domani angoli di altri pianeti. A tal punto che oggi, rispetto al passato, vi è chi si è innamorato della natura... credendo che questa sia quella del "mulino bianco" nella quale è cresciuto e non quella originaria, vera nella quale gli umani la vivevano priva di rifugi, alberghi, cellulari, sentieri, strade, funivie, abbigliamenti tecnici, rassicuranti previsioni meteo, soccorsi alpini, prodotti anti zanzare, ecc., ecc.

Ma oggi qualcosa sta rovinando la festa. Cos'è? Rispetto al passato, ora è apparso in scena un "piccolo inconveniente" che guasta tutto. Grazie al nostro cervello, che è capace di prevedere il futuro, da alcuni anni sappiamo infatti che non possiamo continuare ad eliminare ogni forma vivente a noi sgradita.

Siamo giunti alla linea rossa: se proseguiamo a causare ulteriori estinzioni di forme viventi e di sfruttamento incontrollato del pianeta ne va della nostra stessa sopravvivenza. Stiamo segando il ramo dell'albero sul quale siamo seduti! Piaccia o meno, ci siamo improvvisamente accorti che per esistere abbiamo bisogno della bio-diversità: sì del diverso!

Non ci bastano quindi, seppur utili al nostro benessere, i mondi moplen, la natura giardino e gli animali addomesticati e modificati per le nostre esigenze alimentari e di compagnia. Abbiamo ancora e sempre bisogno del selvaggio!

E' quindi miope dividersi fra pro o contro l'orso, poiché si tratta innanzitutto di una questione di sopravvivenza. Da anni sono impegnato nel proteggere la foresta vergine amazzonica, che amo quanto il Trentino e trovo sempre, in Italia, persone favorevoli a questo impegno. Non ne ho trovata una contraria. Ma vi assicuro che non vi è alcuna differenza fra la nostra natura e quella delle grandi foreste: nel senso che le ragioni che sostengono l’utilizzo del bioma amazzonico sono, in parte, le stesse che sostengono le valorizzazioni del nostro ambiente.

L'uomo è lo stesso e ha le stesse esigenze sia a Trento che a Manaus. Il fatto è che oggi, ciò che guasta la festa è che non possiamo più permetterci tutto e quindi bisogna trovare, uniti -ripeto uniti- una via d'uscita cercando ciascuno nel proprio territorio e nel proprio Stato, delle soluzioni, delle risposte, delle alternative certamente non facili ma possibili.

Solo così facendo salveremo l'uomo e garantiremo vita e benessere alle future generazioni... ed anche all'orso ed al caimano amazzonico.

Facciamo quindi, come umanità, questo sforzo. Qui il mio appello... ma ora ritorno all'introduzione del mio intervento e ridivento realista.

Sono convinto che alla fine continueremo a segare il ramo sul quale siamo seduti. Non vi sarà una fiaba a lieto fine. Qualcuno potrà dire: "Ma dai! Non drammatizzare. L'orso è solo una scheggia di questo ramo". Sì, ma il fatto è che tutti i 7 miliardi di abitanti della Terra stanno togliendo, giorno dopo giorno, le loro piccole schegge. Non ve ne siete ancora accorti? Anche parte delle ondate migratorie sono originate da questi problemi. Quindi, di scheggia in scheggia...

Rolando Pizzini

***  Rolando Pizzini, insegnante, è il coordinatore della ricerca italo-australiana che ha portato alla pubblicazione della prima monografia scientifica dedicata alla figura di Angelo Confalonieri, il primo «uomo bianco» che scelse di vivere con e per gli aborigeni d’Australia. Ha coordinato progetti di solidarietà e, in Amazzonia, sta contribuendo alla conservazione di circa 180.000 ettari di foresta tropicale nella regione brasiliana di Xixuaú.  E' autore di alcuni libri fra i quali: “Civiltà e foreste – un viaggio in Amazzonia e nella coscienza occidentale” Edizioni31 "Nel Tempo del Sogno – un prete fra gli aborigeni" La fontana di Siloe e curatore di "Nagoyo - la vita di don Angelo Confalonieri fra gli Aborigeni d'Australia 1846-1848" Fondazione Museo storico del Trentino, edito anche in lingua inglese.

 

      
   

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