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Trento, 19 novembre 2002
TASSA SUGLI ELETTRODOTTI: NESSUN BENEFICIO PER L’AMBIENTE,
NUOVI ONERI PER I CONSUMATORI. ED AVEVANO PROMESSO MENO TASSE…

di Pino Finocchiaro

La nuova tassa sugli elettrodotti, proposta dai consiglieri provinciali di AN Plotegher e Taverna, lungi dall’essere una “tassa ambientale”, destinata cioè a produrre un beneficio per l’ambiente, costituirà, se mai dovesse essere approvata, l’ennesimo balzello che colpirà – in maniera uguale per tutti, ricchi e poveri – i contribuenti, senza sortire alcun altro effetto pratico.

L’ENEL, infatti, o chi gestisce o gestirà in futuro la distribuzione dell’energia, scaricherà qualsiasi costo aggiuntivo sugli utenti, con il risultato che aumentando la tassazione su quanto ricavato dalla cessione dell’energia, verranno meno le risorse per fare quegli adeguamenti della rete (razionalizzazione della distribuzione, spostamento degli elettrodotti critici per la eccessiva vicinanza alle abitazioni) che invece dovrebbero essere fatti per attenuarne l’impatto ambientale negativo.

Questa proposta, solo a parole finalizzata alla tutela ambientale, in realtà, e sotto questo profilo, assolutamente inutile, vuole invece coprire pesanti responsabilità del governo di centro-destra, ed in particolare dei ministri di AN nel Governo Berlusconi, all’ambiente ed alle reti di telecomunicazioni.

Il governo di centro-sinistra ha approvato, a fine legislatura, la nuova legge quadro sull’inquinamento elettromagnetico (quello prodotto dagli elettrodotti, dalle emittenti radio-televisive e dagli impianti di telefonia mobile). Ebbene, il governo Berlusconi, che dovrebbe adottare i decreti attuativi di tale legge quadro, fissando soglie di tutela dai campi elettromagnetici allineate con quanto è emerso dal dibattito nazionale ed internazionale in materia, ha già annunciato un innalzamento dei limiti (anche oltre le soglie medie risultate dal monitoraggio effettuato dalle regioni in questi ultimi anni), vanificando così quanto era stato fatto dai precedenti governi per arginare – per lo meno – l’inquinamento elettromagnetico.

Non a caso molte regioni hanno già impugnato alla Corte costituzionale il cosiddetto “Decreto Gasparri”, e fra queste anche regioni governate dal centro-destra.

Se Plotegher e Taverna, come affermano, vogliono veramente combattere l’inquinamento inducano i loro ministri Gasparri e Matteoli ad introdurre limiti rigorosi alle emissioni elettromagnetiche, come coerentemente ha fatto alcuni anni fa il ministro verde Ronchi, anziché demolire ciò che di buono è stato già fatto da altri prima di loro e con maggior competenza.

Pino Finocchiaro

      
   

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