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Rovereto, 15 maggio 2006
«COLTIVANO ANCORA UNA CULTURA DI MORTE»
Donata Loss: «Rispetto gli ex combattenti ma l'incontro alla Campana è senza senso»
da l’Adige di lunedì 15 maggio 2006

Anche Donata Loss, ex assessore e vicesindaco e oggi consigliera comunale dei Verdi, è sul fronte del no. Del no alla commemorazione dei caduti della Repubblica sociale italiana che si terrà domenica prossima. La sua non è una posizione, diciamo così, «resistenziale» però traccia tra il mondo che rappresenta e gli ex di Salò un solco netto. Nettissimo.

«Secondo me – dice – le distinzioni hanno ancora valore. Io sono d'accordo sul rispetto delle idee altrui ma non sono d'accordo ad eliminare le diversità». Stando a quanto dicono, a quanto dicono perlomeno gli anziani ex combattenti di Salò, vogliono venire alla Campana solo per ricordare i loro morti. «Guardi, io ho rispetto per chi ha fatto scelte diverse: ognuno ha i suoi motivi. Però io ricordo un Zangrandi che da membro del partito fascista ha finito la guerra con i partigiani. Lui, lo racconta nel suo libro, aderì con entusiasmo al fascismo ma poi si rese conto che Mussolini non rispettava la vita umana singola e collettiva e capì».

Un percorso che fecero in molti negli anni '40. «La guerra è sempre un danno. Mussolini sarebbe stato da condannare anche se la guerra l'avesse vinta. Un capo che voleva qualche migliaio di morti per potersi sedere al tavolo della trattativa non andava comunque seguito. Esprimeva valori di aggressività e violenza che non si possono perpetuare oggi. Non è possibile celebrarli oggi con tutto quello che è accaduto dal '45 al 2006. Dei lager sappiamo tutto, delle stragi sappiamo tutto: sappiamo cos'era il regime fascista. Quindi chi continua a rimanere coerente con quell'idea coltiva ancora un'ideologia di morte». Quindi indegna di stare davanti a Maria Dolens.

«I morti della Rsi sono martiri di un'ideologia maschile di violenza e che loro stiano davanti ad un simbolo materno come la Campana è una cosa priva di senso. Capisco gli anziani, ma non capisco come facciano a non tenere conto di quello che è accaduto tra la fine della guerra e oggi. Io sono stata fieramente contraria all'intitolazione del piazzale che sta davanti al viale che porta a Maria Dolens a padre Eusebio Iori perché era un cappellano militare e io rispetto la Chiesa che difende la dignità della vita nascente ma anche quella parte di Chiesa, che c'è, che difende la vita di chi viene mandato a morire in guerra».

Par di capire che lei ritiene incompatibile una manifestazione di ex della Rsi con la Rovereto città della pace. «Il concetto di Rovereto città della pace è un concetto da costruire nel dialogo ma anche nella differenza. E io per questo non ci sto. Non ci sto con chi coltiva ancora una cultura di morte». Una posizione articolata, ma decisa.

Chi invece la mette su un altro piano è il capogruppo dei socialisti valdughiani, Chicco Baroni. «Per me anche questa storia – afferma – fa parte della retorica che si fa alla Campana. Retorica anche questa dei reduci della Rsi. Dopo di che rispetto gli anziani che hanno combattuto e che vogliono andare lassù a commemorare i caduti, ma io di certo alla Campana domenica, anche se ci invitano, non ci sarò. La domenica ho altro da fare».

      
   

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